L’altra faccia del Profeta

La vasta comunità islamica presente a Saronno, Milano Nord, prende le distanze dalla strage a Parigi, dove hanno perso la vita 12 persone (vittime ufficiali), con un comunicato distribuito a tutti i giornali locali. Mentre Alberto Paleardi, esprime la sua posizione come dirigente del Partito Democratico locale manifestando il suo dissenso per quanto accaduto.

Paleardi afferma: “Sono fermamente convinto che la libertà di stampa ed espressione vada difesa e che Saronno che conta circa 4.000 stranieri su 40.000 residenti, debba esprimere una chiara posizione politica indipendentemente dallo schieramento di appartenenza: alle vignette satiriche si risponde con delle vignette satiriche”.

La condanna arriva anche da Sadok Hammami, Presidente del Centro Culturale Islamico di Saronno: “La Comunità Islamica di Saronno condanna categoricamente ogni azione criminale e barbarica contro i civili, come quella avvenuta in Francia. Ci addolora sentire che questi atti vengono perpetrati in nome dell’Islam, col pretesto di vendicare il nostro Profeta, quando il nostro profeta Mohammed – su di Lui e su tutti i Profeti sia la Pace – ci ha insegnato che Allah è clemente, misericordioso, perdonatore, e di respingere il male con il bene.
Attaccare la libertà di espressione significa attaccare un valore che ci permette di predicare lo stesso Islam a tutti gli uomini del mondo, in pace, nel rispetto del prossimo; tale valore è quindi inviolabile per noi. Ci riempie di dolore sentire il nome del Vivente pronunciato per uccidere e togliere quella vita che Allah ha reso sacra. La nostra solidarietà al popolo francese e alle famiglie delle vittime”.

Hammami aggiunge: “Ci tengo a precisare che l’acquisto del Centro Culturale Islamico di via Grieg è stato possibile grazie ai soli contributi dei fedeli musulmani raccolti nell’arco di circa 6 anni. Donazioni spontanee effettuate in base alle possibilità dei nostri fratelli e sorelle. I valori promossi e le finalità del Centro riconoscono il valore della sacralità della vita e difendono la persona umana contro ogni forma di violenza, di razzismo e di disprezzo per l’individuo, pratiche contrarie a tutte le religioni e all’Islam in particolare; promuovono il dialogo interreligioso come strumento essenziale per la coesistenza tra uomini di ogni fede; agiscono nel rispetto del diritto di libertà religiosa, che spetta a chiunque e in qualunque parte del mondo, e del principio di eguaglianza tra uomo e donna, che deve essere realizzato per favorire il pieno sviluppo della persona umana. Rifiutiamo ogni collegamento con organizzazioni integraliste e nei confronti di ogni tipo di fondamentalismo, cercando di far divenire sempre più le comunità musulmane parti attive della comunità civile locale nel rispetto del patrimonio di valori spirituali, religiosi e laici della nazione italiana, la cui storia cristiana e la cui Costituzione sono testimonianza della capacità di accoglienza verso altri popoli, culture, religioni”.

Paleardi, esplicitando un pensiero diffuso, continua: “L’Italia dovrebbe rivedere il suo concetto di accoglienza, non siamo più ospitali se permettiamo di togliere i crocifissi dalle  scuole o non diamo la possibilità ai nostri studenti di preparare il presepe per paura di offendere qualcuno. La società italiana si fonda su tradizioni culturali e politiche consolidate. Rinnegarle, a mio modesto parere,  non vuol dire essere più accoglienti. L’accettazione reciproca di usanze e costumi dovrebbe essere la base di una convivenza multietnica tollerante.

Ma ‘accettazione’ non deve essere il sinonimo della rinuncia di pratiche, usi e costumi della nostra nazione”.