L’Anagrafe Unica Nazionale e la digitalizzazione

Obiettivo semplificazione della burocrazia e razionalizzazione delle risorse. Questa la ratio profonda del piano di riorganizzazione dell’anagrafe italiana concepito nell’ambito della riforma della Pubblica Amministrazione che ha ripreso timidamente a gattonare in commissione Affari Costituzionali al Senato. Due le anime portanti di un impianto di revisione nazionale che tra molteplici “stop and go” sembra aver riacquisito lo slancio iniziale: la creazione di un’Anagrafe unica della popolazione italiana residente e l’introduzione del “domicilio digitale”.

Nel mirino dell’Agenda per la semplificazione, originario demiurgo dell’innovativa messa a regime, poi perfezionata e riproposta dal neonato decreto di matrice tutta renziana, la sollecitazione a un dialogo immediato ed alle interrelazioni elastiche e prive di duplicazioni tra i vari nuclei amministrativi regionali e comunali. Se si pensa che ciascun comune vanta una propria anagrafe e che esse, allo stato attuale, ammontano a un numero di circa 8mila unità, ecco esplicato in termini numerici il meritorio balzo in avanti che il restyling normativo andrà a compiere di qui a poco.

Anche la tempistica è stata ben incuneata all’interno di limiti temporali che dovrebbero esaurire il loro decorso entro il prossimo dicembre. Appena 12 mesi per dare vita e rodaggio a quello che lo stesso ministro Marianna Madia ha definito come “lo strumento portante dell’Agenda per la semplificazione”. Del resto i tempi relativamente stretti entro cui il tutto dovrebbe prendere forma, non sembrano spaventare una quasi militaresca tabella di marcia partorita dai vertici dell’esecutivo: si partirà dai comuni più piccoli, al di sotto dei 100mila abitanti, dopo una breve fase preliminare. Essi saranno i pionieri avanguardistici del nuovo assetto organizzativo e fungeranno da guide per le più ingombranti realtà metropolitane le quali seguiranno a ruota nella messa in atto del nuovo schema catalogatore. Si tratterà – nelle parole degli ideatori – di una “road-map” di 32 settimane che segnerà prima l’assestarsi dei circuiti dell’Anpr nelle realtà urbane minori.

Ma c’è di più! E, infatti, l’Anagrafe Unica Nazionale fungerà da volano per la riscoperta e la messa a frutto, nel concreto della quotidianità, delle nuove tecnologie onde accelerare le tempistiche agevolando quegli scambi tanto agognati anche tra realtà cittadine profondamente distanti. Prenderà così il via l’era del “domicilio digitale” che consentirà al cittadino di avvalersi della posta elettronica certificata come mezzo di comunicazione, anche esclusivo, con le pubbliche amministrazioni. Tutto ciò si tradurrà nel definitivo avvento della “cittadinanza digitale”, offrendo, infine, terreno fertile al proliferare delle iniziative elaborate in seno alla stessa commissione Affari Costituzionali che non a caso ha tenuto a ribattezzare il primo lemma della propria bozza “Carta della cittadinanza digitale”.

(Sara Faraci)