Sono passati ventuno anni dalle stragi. Lei attraverso la sua carriera ha avuto modo di seguire grandi processi di mafia. Che idea si è fatta di Cosa nostra? Come si è evoluta?
Al maxiprocesso io e mio marito seguivamo 14 persone. Cosa Nostra, come l’abbiamo conosciuta in quegli anni dal mio punto di vista non esiste più. Ci sono una serie di gruppi che si aggregano secondo strutture completamente diverse e che cercano in qualche modo di occupare il territorio ma non hanno nulla a che vedere con l’associazione criminale verticistica-piramidale e unitaria che controlla il territorio. La stessa poi che ha “consacrato” la sentenza del maxiprocesso. Io parlerei più di gruppi delinquenziali e quindi di un 416 e non di un 416 bis che tenta di impadronirsi delle metodiche dell’associazione criminale ma non è neanche riconosciuta dai vertici. Il processo “Gotha” che è una grossa operazione che è stata fatta anni fa qui a Palermo e che si è basata essenzialmente su intercettazioni ambientali, quindi su dati di riscontro diretto sulle persone che venivano sentite , compresi biglietti che venivano commentati da Provenzano che allora era ancora libero, ha dato contezza su quello che io sostengo da tempo:la commissione provinciale e regionale di Cosa Nostra dopo l’arresto di Riina non sono più esistite. I capi mandamenti sono tutti detenuti e nessuno di loro ha demandato a soggetti esterni. Questo ovviamente non lo dico io ma i collaboratori e le varie sentenze definitive.
Secondo lei il processo sulla trattativa Stato-mafia dimostra che esiste un terzo livello?
In questo processo io sono abbastanza critica. Non che io non creda che non esista un terzo livello. Discuto l’ottica della procura di Palermo con cui è stata fatto il processo e di cui io ne ho fatto parte fino all’udienza preliminare . Conosco il contenuto dei faldoni, che erano novanta quelli depositati e devo dire che dal mio punto di vista non centrano l’obiettivo, perché è una lettura parziale, più provinciale, con dei picchi che si slanciano verso l’alto, ma un po’ stiracchiata sul punto di vista della prova. Se trattativa c’è stata io non la chiamerei trattativa perché se ci sono state interferenze da parte di Cosa Nostra sono su piani diversi e sicuramente Cosa Nostra non prendeva ordini da parte della politica o viceversa. Semmai ci può essere stata una convergenza di interessi come interessi di carattere economico. Secondo me le matrici delle stragi andrebbero ricercate su terreni decisamente diversi. Io sono arrivata a pensare nel processo delle stragi di Capaci che ci possano essere altri fattori. I pentiti hanno riconosciuto in aula come esplosivo messo la pentrite, poi quando sono stati fatti gli esami si scopre che sulla strage di Capaci c’è anche esplosivo militare, allora questo fa pensare alla possibilità di una seconda mano. Parliamo anche di Spatuzza che rivoluziona il discorso di Scarantino che era un depistaggio, anche se io lo chiamo un processo su una falsità costruita e mantenuta purtroppo in tre gradi di giudizio. Spatuzza ora ci racconta dell’esplosivo ma lo stesso procuratore Lari ha riconosciuto che si parla solo di parte di esplosivo. Lui, chiaramente sa parlare solo della parte in cui lui fisicamente ha operato. L’esplosivo insomma dà la contezza che i collaboratori sanno solo una parte della storia.
Riina e Provenzano se collaborassero potrebbero far saltare molti equilibri. Cosa gli impedisce di parlare?
Per quello che riguarda Provenzano è assolutamente incapace di intendere e di volere e non da ora. Ma al di là che mi pare che non abbia mai espresso la volontà di collaborare. Io ho conosciuto Bernardo Provenzano dopo l’arresto , e ho trovato una persona dal cervello estremamente lucido e brillante e quindi capace di fornirti gli elementi della difesa. Nell’ottobre del 2011 ho cominciato a vedere che questa persona non era più la stessa. Gli scrivevo e mi rispondeva un’altra cosa. Cosi ho attivato quando è stato possibile una perizia neuropsichiatrica. I periti facendo test psicologici impropri e snobbando il quadro clinico psichiatrico concludono che il mio assistito ha capacità di “essere in giudizio” . Io lo ripeto, la richiesta di perizia nell’udienza preliminare del processo trattativa e qui i periti facendo tutti gli esami del passato attraverso gli atti evidentemente mi dicono che avevo ragione. Le condizioni rispetto a quelle che vedete nel video trasmesse da Servizio pubblico sono assai peggiorate. Dopo c’è stata la caduta e il coma. Oggi Bernardo Provenzano deve essere girato ogni due ore dalle guardie perché se no fa le piaghe. Non mangia più e non è in grado di bere se non sostenuto. Proprio per questo avevo chiesto la revoca del 41 bis. E’ tecnicamente impossibile che uno nelle condizioni come è Provenzano possa veicolare messaggi all’associazione mafiosa, e poi pare possibile che qualcuno accetti ordini da un demente?
La visita degli onorevoli Sonia Alfano e Beppe Lumia?
Questa è una delle pagine più oscure della storia recente di Provenzano, perché noi abbiamo il primo video che trasmetterà Servizio Pubblico di cui è stata fatta solo un’anticipazione che è relativo al momento precedente della visita degli onorevoli Alfano e Lumia . Se ci vogliamo differenziare dai mafiosi che non applicano la costituzione dovremmo renderci conto che non abbiamo più davanti Bernardo Provenzano che abbiamo conosciuto.
Durante la latitanza Provenzano fa un viaggio in Francia. Qui entra in scena Attilio Manca, l’urologo che ha operato B. Provenzano.
Esiste acquisito agli atti del processo “Grande mandamento” istituito da Prestipino, il diario clinico dell’intervento di Provenzano e delle visite successive: prescrizioni mediche e quant’altro. Noi abbiamo i nomi di chi ha operato e su chi ha fatto la medicazione. E’ tutto personale di Marsiglia. Su questa situazione non ha ritenuto evidentemente di ricorrere alla medicina italiana. Si è recato in Francia, facendosi operare dei francesi che gli hanno prescritto poi il decapeptyl che è una fiala di ormoni che doveva servire per ritardare la riproduzione dello stesso tipo di tumore prostatico o quantomeno nella zona vescicale. Quando viene catturato la prima cosa che chiede che gli venga somministrata la fiala.
In tutto questo è stata sentita Madeleine Orlando, la donna che ha accompagnato Bernardo Provenzano?
Tutte le persone a partire da quelle che hanno falsificato i documenti e comunque tutte quelle che hanno favorito la latitanza sono state sentite e sono nel processo “Grande mandamento”. Se uno riesce ad andare in Francia non vedo perché si debba far vedere da un urologo giovane. Cosa vogliamo dire? Che gli operatori francesi hanno falsificato il diario clinico? Tra l’altro tengo a precisare che Provenzano non ha mai ammesso nulla in nessun interrogatorio. L’unica dichiarazione che ha fatto Provenzano quando era lucido è stata quella di riconoscere che l’intervento l’ha fatto perché aveva un problema tecnico (terapia, controllo, monitoraggio). L’operazione è l’unica cosa che è vera, perché voleva che gli continuassero a fare le cure.
E’ stato catturato o si è consegnato?
No è stato catturato e devo dire che ci è rimasto pure male.