L’operazione “budget sicuro” li ha smascherati. È l’esercito di dipendenti assenteisti dello IACP , L’Istituto Autonomo per le Case Popolari per la provincia di Messina con sede in Messina. È un esercito perché, 96 unità sono tante, e tutti assieme, rappresenterebbero un vero esercito nella lotta contro le disuguaglianze sociali, contro la povertà.
Per chi non lo sapesse lo I.A.C.P. ….. “ha lo scopo di provvedere case alle classi meno abbienti in tutti i comuni della circoscrizione provinciale nei quali se ne manifesti il bisogno.. l’attività dell’istituto è imperniata sulla ricostruzione della città, colpita dal disastroso terremoto del 1908 e dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, attraverso capillari interventi edificatori mirati ad eliminare le numerose baracche esistenti al fine di dare a Messina un volto nuovo, moderno ed Europeo” …..così leggiamo dal sito ufficiale dell’ente.
Non è difficile constatare che oltre un secolo è passato dal terremoto… mezzo secolo dai bombardamenti e , ahimè a Messina le baracche ci sono ancora. Penserete che lo IACP fa quel che può, per rendere “moderna ed europea” la città di Messina, probabilmente, ma non possiamo non rimarcare che se il cambiamento di Messina è affidato a dipendenti di questo tipo, difficilmente Messina avrà l’opportunità di cambiare volto.
Eppure, nonostante ci troviamo in un periodi di recessione, in cui le pubbliche amministrazioni si arrangiano un po’ come possono, lo IACP ottiene ogni anno ingenti somme di danaro per sanare il territorio messinese.
Grazie all’”operazione trasparenza” , voluta nel 2008 dal Ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, On. Renato Brunetta, veniamo a sapere dal sito stesso dello IACP, che nel 2012, l’ente ha avuto nella sua disponibilità una somma, che quasi si ha difficoltà a leggere , si tratta di 154.764.950,56 milioni di euro. Considerate che questa somma, si sbaglia di solo un centinaio di milioni di euro in più rispetto al 2011.
A seguito dello scandalo assenteismo che ha investito l’ente, il commissario dell’Istituto Autonomo Case Popolari, Dott. Lo Conti, si affretta a rilasciare interviste nei giornali cittadini sostenendo l’operato della Magistratura e difendendo l’importanza dell’istituto stesso.
Su come vengano spesi i soldi pubblici destinati all’IACP, non è facile capirlo, soprattutto se si cercano delucidazioni nel sito dell’ente. L’unica cosa che riusciamo a sapere è che l’ultimo lavoro ultimato, risale al 2006 e si tratta di alloggi 37 via Matteotti. In fase di realizzazione risultano diversi alloggi in zone degradate della città, cosa assolutamente positiva se non fosse che l’ultimo aggiornamento relativo alle realizzazioni consegnante risale al 2010. E dal 2010 in poi , l’ente come ha speso i nostri soldi?
Quello che viene comunicato in modo confuso e poco chiaro sono gli avvisi di aggiudicazione di gare perlopiù relativi alla manutenzione generiche, urgenti e straordinarie degli immobili di proprietà dell’IACP.
Al momento credo sia innegabile che, se tanto tempo e passato dal 1908 ad oggi, e con esso , anno dopo anno si spendono tanti, ma tanti soldi e la baracche ci sono ancora, qualcosa che non va nella operatività di questo ente ci sarà ….
Ma come si fa a rendere una città moderna, efficiente, se i dipendenti anziché lavorare, incaricavano il collega di turno a timbrare i badge degli altri, e a piccoli gruppi, si dileguavano… Alcuni trascorrevano gran parte del tempo al bar, altri passeggiavano per le vie dello shopping insieme ai colleghi. A volte la pausa per il pranzo, fissata in 30 minuti, durava oltre due ore, altre volte fungeva da stimolo a non tornare più dietro la scrivania.
Lodevoli intenti quelli dichiarati dall’IACP, ma inaccettabili comportamenti venivano messi in atto dai dipendenti, che si dedicavano al loro lavoro solo se non avevano nient’altro da fare. Erano ben 81 su 96 ad avere questa disonesta abitudine a tenere un comportamento eticamente scorretto .
È bastato osservarli per un mese e capire subito che ci troviamo dinnanzi a un reato bello e buono.
Ma cosa rischiano i dipendenti indagati? Rischiano, “oltre al licenziamento, una condanna da uno a cinque anni di reclusione e una multa da 400 a 1.600 euro prevista per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato” e, se riconosciuti colpevoli, “saranno chiamati a risarcire il danno patrimoniale, pari agli stipendi dei periodi di mancata prestazione lavorativa e al danno all’immagine subita dall’amministrazione pubblica“.
Personalmente ritengo che la giusta “punizione” della gente che crede che questo comportamento rientri in quello che comunemente definiamo “lavoro”, meriterebbe di essere buttata fuori senza pietà.
Questa vicenda, che non è infrequente in molti settori lavorativi, fa indignare coloro che lavorano e quelli che non hanno possibilità di farlo, getta discredito su tutta la categoria di lavoratori in generale e “messinesi seri” in particolare, oltre a togliere possibilità lavorative a coloro che possono essere (per competenza, professionalità ed efficienza) realmente utili alla città e in provincia.
Per concludere, credo che tutti si chiedano com’è stato possibile che un tale numero di personale si assenti puntualmente senza passare inosservato … forse perché c’erano molte persone compiacenti, accomunati … probabilmente dalla stessa malsana abitudine.
Inoltre, una parte di colpa va anche all’ente, che non ha mai attenzionato i propri dipendenti, non ha mai denunciato nessuno per comportamenti che andavano contro quei l’etica da tenere sul posto di lavoro. Non averlo fatto significa esserne stato indirettamente compiacente. Qualunque azienda in cui tutti fanno come vogliono, tutti si pagano e si sta tranquilli e beati, non si sollevano polveroni e non si cercano nemici, assumerebbe la fisionomia della “vacca da mungere”.
È il momento di tagliare in maniera drastico la spesa pubblica e in particolare i costi dei dipendenti disonesti liberando così posti, alla ricerca di nuove risorse umane , che diano lustro all’impegno dell’ente, liberandosi di coloro che continuano a ‘mangiare’ ingiustamente sulle nostre spalle.
Ci aspettiamo che la magistratura faccia il suo corso e auspichiamo che questo esercito di ladri di lavoro, venga punito in modo esemplare. Se vogliamo che questa città ritorni allo splendore del pre-terremoto, ci dobbiamo impegnare tutti a mandare avanti quello che attualmente somiglia ad un “carrozzone”, che a fatica va avanti.
Questo che il singolo può fare è lavorare seriamente, efficientemente, sperando … che prima o poi, grazie al nostro impegno e nel rispetto dei nostri ideali, qualcosa possa cambiare.
Rosi Nicoletta