L’ideologo della bellezza in politica che richiama all’ordine Crocetta

Fa notizia la rinuncia da parte del mecenate di Castel di Tusa (Me) Antonio Presti del finanziamento di 80 mila euro concesso quale contributo  da parte della Regione Siciliana per l’attività culturale promossa con la Fiumara d’Arte dallo stesso ideologo della politca della “bellezza”. Fanno discutere le tesi a sostegno del suo gesto: destinatario proprio Crocetta.

Conoscevamo Antonio Presti, mecenate della Valle della Halesa e protagonista in Sicilia di un’esperienza artistica e culturale con pochi precedenti. Protagonista indiscusso di un territorio che difficilmente avrebbe avuto i benefici attuali senza la sua costante opera di tessitore di note dalla bellezza ancestrale e che in queste ore sveste i toni dell’apprezzata prosa per indossare quelli meno comodi del “moralizzatore”.  Non c’è da stupirsi se Presti torna a farsi sentire con un gesto quasi dovuto ad un sistema “che non tratta la cultura col rispetto che merita”. Ad affermarlo è lo stesso Presti, alle scorse politiche in corsa per il senato con la lista del Governatore Crocetta ed oggi quasi a richiamarlo sul palco della polemica.

La rinunia del contributo di 80mila euro per Presti è un “atto dovuto”.

“Visto che il potere non si assume la responsabilità di concepire una vera politica culturale che consenta una pianificazione alemno triennale delle attività, Fiumara d’arte – sottolinea il patron Presti – si tira fuori”. Bersaglio la discussa e discutibile Tabella H, vulnus delle risorse concesse a titolo clinetelare a detta di molti che non rispetta – è il pensiero di fondo del fondatore di Fiumara d’Arte – chi fa realmente cultura. “E’ un atto politico – spiega Presti – per il rispetto della Cultura contro una politica incapace di assumersi responsabilità di un vereo cambiamento”.

Dietro la presa di posizione di Presti si nasconde, quindi, l’amarezza per un idillio che forse subisce il primo contraccolpo dopo il mancanto risultato politico dello stesso Presti, generoso di suo l’accettare una candidatura difficile, e che mette in discussione un dispositivo che porta, volente o nolente, proprio la firma del Presidente della Regione, suo amico, incapace di sottrarre per l’ennesima volta uno strumento selettivo, alle golosità dei partiti.

Protesta etica quella di Antonio Presti.

“Voglio l’eticità della cultura. Quindi, rinuncio al finanziamento e chiedo il rispetto della cultura e di un principio di meritocrazia, continuamente mortificato dalle logiche del potere. Spero – aggiunge Presti – che in merito alla Tabella H, il commissario dello Stato prenda provvedimenti. Mi auguro che venga riconosciuto alla Fiumara d’Arte il merito di avere contribuito in oltre trent’anni di attività e di semina della Bellezza alla rivalutazione del territorio dei Nebrodi e di Librino a Catania e (con una continua attività nelle scuole di ogni ordine e grado) alla educazione delle nuove generazioni ai valori della cittadinanza attiva, basata sull’etica e sul rispetto”.

Presti, avanguardista, custode rinomato della bellezza in Sicilia con il merito di aver restituito alla sua terra opere di grande interesse internazionale, pone in essere una questione propedeutica alla “Rivoluzione gentile” annunciata da Crocetta con la sua discesa in campo alla vigilia delle scorse elezioni regionali. Un promemoria, possiamo intenderlo così, che il mecenate nebroideo porta all’attenzione della politica siciliana che guarda ancora alla cultura come la parcellizzazione di interessi e non la promozione di un bene che la natura, la storia e la cultura della nostra Isola già offrono gratuitamente. Per Presti i fondi in questione non avrebbero senso, poichè non inseriti in un percorso pluriennale. L’iniziativa di Presti fa da eco alla denuncia di molte realtà artistiche e culturali che riconoscono nei meccanismi della ex Tabella H la cristallizzazione di una contesa tra forze politiche che scambiano l’appuntamento della finanziaria  per tirare l’acqua al proprio mulino.