Diciamo la verità, la musica vocale polifonica dei cori a cappella e il loro repertorio Medioevale o Gregoriano sono per un pubblico specializzato e preparato. Di solito, quando si vedono e si ascoltano in concerto, perché è ovvio che nessuno andrebbe a vedere un loro concerto con lo stesso entusiasmo con il quale si va a vedere un gruppo pop o rock, dopo 10 minuti si inizia a muovere scompostamente il corpo sulla sedia smaniosi di andarsene al più presto.
Poi, per caso si ha l’occasione di vedere la locandina che l’associazione culturale Cantica Nuova di Milazzo ha preparato per questa stagione e per lo stage che terrà il prossimo Agosto ad Assisi e si trova in scaletta Blackbird di J. Lennon e P. McCartney oppure Blowin in the wind di Bob Dylan e allora si comprende che si sta perdendo qualcosa di bello e di nuovo.
Il coro dei Cantica Nuova di Milazzo pur essendo un coro polifonico che in oltre venticinque anni di carriera ha vinto concorsi, premi e ottenuto riconoscimenti anche Internazionali non è formato da professionisti con i classici 10 anni di conservatorio alle spalle. Molti di loro la musica seppure la sanno leggere sicuramente non la sanno scrivere perché sono tutti normali lavoratori che hanno una passione in comune, la musica da cantare esclusivamente in coro.
“Non è raro, racconta Grazia Marullo che è entrata nel coro da poco, che dopo le prove che teniamo due volte alla settimana e sempre di sera perché lavoriamo tutti, si vada a mangiare una pizza tutti insieme. Uno sguardo tra noi, un’intesa con il Maestro che prende il diapason per darci la nota e la pizzeria si trasforma in un palcoscenico…anche i cuochi lasciano le cucine per ascoltarci. La passione, è quella che muove tutto, continua Grazia. Siamo tutte persone diverse tra noi che sono unite solo da questa passione per il canto che ci rende tutti uguali.” Giovani, anzianotti e di mezz’età, donne e uomini che per un paio di ore alla settimana riescono ad eliminare le differenze e la varie soggettività per stare uniti e uguali sotto le rigide regole del coro.
Lui, il maestro e direttore artistico, Francesco Saverio Messina sicuramente la musica la conosce e la mastica da sempre. Sono suoi i progetti musicali che hanno visto l’associazione culturale primeggiare a Caccamo o a Lodi, in Spagna come in Macedonia. Nasce da una sua idea la tournee in Romania e i due lavori discografici. La prossima avventura del coro è fissata ad Agosto ad Assisi e il nuovo progetto presentato a Giugno al Castello di Milazzo ripercorre idealmente il viaggio di Ulisse con musiche a cappella che toccano terre e lidi stranieri ma che non dimenticano la Sicilia con la bellissima esecuzione di “E vui durmite ancora o di Ciuri Ciuri”.
Abbiamo sentito il maestro e Direttore Artistico Francesco Saverio Messina per comprendere come si è mantenuta in vita questa realtà culturale per oltre 25 anni.
Chi paga i viaggi, il pernottamento e la partecipazione ai vari concorsi nazionali e internazionali?
“Siamo stati inseriti nell’elenco di coloro che si possono finanziare con il meccanismo del 2 per 1000 solo da quest’anno e quindi tutti i soldi per l’associazione li mettiamo di tasca nostra. Sia i coristi che il maestro non sono pagati e non ricevono uno stipendio, questo significa che tutti quei pochi soldi che si possono fare con i concerti servono esclusivamente a finanziare gli scopi associativi, sovvenzionando uscite, partecipazione ai concorsi sparsi per l’Italia o qualche Master Class che facciamo con i direttori artistici che vengono da fuori.”
In questo ultimo progetto musicale si abbandona il repertorio classico Gregoriano e Medioevale, perché?
“Questo progetto nasce dall’idea del viaggio di Ulisse e l’intento è quello di proporre brani di Regioni e Nazioni diverse, questo anche per non rendere pesante l’ascolto ad un pubblico non specializzato che magari viene per la prima volta a un concerto per musica corale. Del resto diventa interessante tentare di fare dei percorsi artistici diversi per alleggerire il programma.”
Se dovesse venire a Messina quale sarebbe la location ideale?
“Lo dico con amarezza ma questi sono concerti che possono raccogliere un pubblico di 200/250 persone e malgrado mi sarebbe piaciuto il Palacultura con i suoi 1000 e più posti, più realisticamente propenderei per la chiesta di Santa Maria Alemanna o per il Monte di Pietà”.
Sono molte le realtà culturali che come Cantica Nova si fondano solo sulla passione dei loro associati. Oggi tutti parlano di cultura e di piani culturali per la città, non sappiamo con quanta passione o interesse ma in una prospettiva più ampia Messina, nella sua nuova veste di città metropolitana, dovrebbe essere più attenta a queste perle di cultura sparse nel territorio della provincia. Per questo abbiamo deciso di sentire il nuovo Assessore alla cultura Daniela Ursino.
“Siamo aperti a qualsiasi tipo di manifestazione che sia a supporto della cultura, delle tradizioni, delle origini, ma ovviamente non possiamo sostenere economicamente questi progetti i cui costi non possono che essere dell’associazione culturale”.
E sull’eventuale uso di sponsorizzazioni derivanti dai privati?
Oggi per fare cultura, come ci viene indicato dall’Europa e dal Governo centrale, si va nella direzione delle sponsorizzazioni. Questo non significa – utilizzare- ma costruire cultura. E’ uno scambio e con la cultura oggi si mangia, cioè di cultura ci si deve nutrire in tutti i sensi. La cultura è bella, è equilibrio e noi dobbiamo riuscire a fare questa cultura. Com’è? Per fare questo dobbiamo lasciare i libri di testo e affinché la gente la riconosca (la cultura) bisogna tirare fuori gli argomenti, i temi con convegni, dibattiti, ecc. organizzati dall’impresa o dall’imprenditore illuminato.
A Messina ci sono imprese che fanno sponsorizzazioni culturali?
A Messina la sponsorizzazione c’è ma ci deve essere anche la gente intelligente che capisce che questo è il sistema. Un sistema che non è nuovo ma che da anni viene portato avanti. Ad es. a Roma il Colosseo è stato ristrutturato con i soldi dell’imprenditore Diego della Valle e recentemente il Ministro Dario Franceschini (Ministro dei beni e delle attività culturali) ha fatti sì che gli interventi economici spesi nella cultura possano essere defiscalizzati. Quindi è questa la strada. E chi pensa che ci siano altre mezzi o sistemi è fuori strada.
A Messina ci sono questi imprenditori illuminati?
A Messina vi sono tante realtà, continua l’Assessore, io nel brevissimo percorso (l’Assessore è stato nominato da circa un paio di mesi) intrapreso, tutto quello che sono riuscita a realizzare l’ho fatto con questo sistema ed ho trovato Enti e imprenditori disponibilissimi. Gli ordini professionali, la Confcommercio, gli stessi Franza e Miscela oro (Imprenditori del caffè). Sono tutte realtà sempre vicine alla città, si pensi al contributo che annualmente mettono per la Vara.
Ponti e autostrade per i privati e gli imprenditori, conclude l’Assessore. E’ questo il messaggio che ci viene dall’Europa, dal Ministro Franceschini e dall’Assessore Regionale. Ed è esattamente quello che ho sempre fatto, a maggior ragione oggi.
Questo significa creare una reta per fare cultura e questa è cultura della cultura. Quando il privato si sente sentito e ascoltato e ha un ruolo, un posto nella propria città, invece di andare a investire altrove può fare avere un ritorno positivo per la città e per il territorio tutto.
PG@