“L’erba del vicino è sempre più verde” è il famoso termine di paragone che usiamo per definire il peccato dell’invida, allo stesso modo possiamo dire che la discarica del vicino è sempre la più comoda… anche nel caso della commissione di reati ambientali.
Vuoi mettere andare scaricare il tuo carico illecito di risulta, che ne so io, in una discarica abusiva a “Maregrosso” o in qualche torrente cittadino, quando direttamente nel centro cittadino ti trovi una bella discarica abusiva “attrezzata”, con tanto di comoda discesa semi asfaltata, protezioni laterali in diamantino ferro colorato di verde per impedire che il mezzo possa scivolare lateralmente su un fianco e annesso gabbiotto per l’eventuale “addetto” pronto a rispondere ad ogni tua richiesta ?
Un vecchio cartello di colore blu che sottolinea l’esistenza di un divieto di scaricare sui luoghi a onor del vero esiste, ma che vuoi che sia davanti al piacere di scaricare il tuo materiale di risulta circondato dalle palazzine dove magari avevi finito il lavoro da poco.
Soltanto con dell’ironia che copra la rabbia possiamo ammettere l’esistenza della discarica della foto, una discarica a cielo aperto posta al centro delle città. Non si tratta di Pace che tanto ha fatto discutere solo perché vi si vuole fare un Biostabilizzatore, con tutto quello che questa definizione dovrebbe significare, non si tratta di uno dei numerosi torrenti che i Messinesi “usano” di solito per riversare suppellettili, mobilia o materassi attribuendone la colpa all’Amministrazione Comunale per la mancanza di un efficiente servizio di raccolta e non si tratta neanche della storica discarica di Campo Italia, usata per decenni come discarica “legalizzata” ove poter conferire i rifiuti solidi della città e dove mentre con una mano s’imbottigliava l’acqua che scendeva dall’unica fontana della montagna (dicono che fosse miracolosa per i calcoli renali) con l’altra dovevi mettere un fazzoletto profumato sul naso per i miasmi che eri costretto a respirare.
La discarica del vicino di casa, definita in tal modo per sottolineare la vicinanza con rioni, palazzine e centinaia di migliaia di persone che quotidianamente la circumnavigano, ha invece una forma rettangolare deforme ed amorfa ed è situata tra la Via Seminario Estivo e la Salita di Tremonti di Messina.
Non sappiamo chi è il proprietario ma le foto dimostrano chiaramente che il terreno è usato per attività illecite, come sono da considerarsi quelle attività di chi scarica materiale di risulta in luoghi non autorizzati.
Tralasciamo di sottolineare l’esistenza sui luoghi di una stalla perché è facile in questo campo passare dall’inchiesta alla denuncia, come è altrettanto facile ipotizzare che alle prime piogge o tramite una lieve scossa di terremoto la montagna di sabbia e fango che caratterizza uno dei lati dell’anzidetto rettangolo amorfo può facilmente franare sulla sottostante via stradale e, per tal via, ricordare che è compito del proprietario del terreno eliminare qualsivoglia situazione di pericolo.
Pietro Giunta