L’arresto
“Sono stati i Carabinieri ad arrestare la donna del clan di Giostra Maddalena Cuscinà, compagna del boss Luigi Tibia. “Maddalena, ci dice la nostra fonte, non aveva solo il ruolo di moglie del boss ma di fatto si era sostituita al marito nella gestione imprenditoriale delle attività illecite del Clan. E l’ha fatto intestandosi diverse attività nella ristorazione e nel settore dei Lidi, attività che servivano per il ripulire e reimpiegare il denaro dei proventi illeciti della corse clandestine dei cavalli e del gioco d’azzardo”.
“Maddalena è una figura molto forte, continua la nostra fonte, e quando siamo andati ad arrestarla non ci siamo trovati davanti una donna debole, come se fosse una semplice prestanome, ci siamo trovati d’avanti una che appena ci ha visto è andata in escandescenze e ha incominciato a dirci: – Cosa vi siete inventati questa volta?- Maddalena non è l’ignara innamorata .”
Operazione Totem
E’ scattata all’alba l’operazione Totem che ha visto a Messina ed in altre città, anche del continente, l’arresto e il coinvolgimento di 24 persone colpite da provvedimenti cautelari per concorso esterno in associazione mafiosa. Con l’operazione Totem si è colpito il terzo ramo della mafia cittadina di Messina. La procura, questa volta ha colpito il clan di Giostra e tra i nomi eccellenti spicca il nome dell’Avv. Giovanni Bonanno, che nella sua qualità d’amministratore giudiziario nominato per gestire i beni confiscati alla mafia avrebbe secondo la Procura consentito che la mafia continuasse a gestire di fatto questi beni. Altro nome eccellente è quello di Pietro Gugliotta, commissario liquidatore della società cooperativa di navigazione a r.l. Garibaldi e al cui interno si trovavano diverse imprese di ristorazione e di lidi balneari e sulle cui imprese il boss Lugi Tibia , attraverso la moglie Cuscinà Maddalena, avrebbe messo le mani.
Gli Amministratori dei beni dei mafiosi.
“Gli amministratori giudiziari e gli uomini di legge, continua la nostra fonte, che sono uomini dello Stato e che dovrebbero garantire che la confisca e i sequestri dei beni alla mafia siano effettivi, permettevano agli uomini del clan di Giostra di continuare a gestire i loro affari. E quindi rendevano vano quello che era stato l’intervento dello Stato con i sequestri. Con questa operazione questi beni rientrano nella disponibilità dello Stato. “
Dopo le famiglie di Camaro e quelle di Santa Lucia sopra Contesse oggi è toccato al terzo torrente cittadino e alle famiglie mafiose che da esso prendono il nome. La mafia di Giostra. L’aveva detto il Procuratore Generale, Guido Lo Forte, che le operazioni contro le famiglie mafiose della città e della provincia non si erano concluse con la recente operazione Matassa, che ha visto colpire l’intreccio politica criminalità e da cui molteplici tamtam attendono discendere l’inizio del secondo tempo con nuovi 9 protagonisti. Del resto tra Totem e tamtam almeno foneticamente non vi è molta differenza.
Operazione congiunta Carabinieri Polizia di Stato.
“Con questa operazione le forze dell’ordine, in un delle poche operazione che vede congiuntamente agire Carabinieri e Polizia di Stato, sono riusciti a ridare allo Stato tutti quei beni, già confiscati alla mafia, che grazie ad amministratori giudiziari compiacenti erano rimasti sostanzialmente e di fatto nelle mani dei Boss Messinesi. Beni come il Pilone, ristoranti, ricevitorie di scommesse e lidi balneari.”
L’inchiesta nasce da due tronconi separati, uno dei Carabinieri e uno delle Polizia di Stato. “La nostra era nata nel 2011 e portata avanti per alcuni anni, poi si aggiunto l’altro troncone con molti atti d’indagine e provvedimenti in più. A questo punto i magistrati della Procura hanno deciso di coordinare le due attività e siamo “usciti” (con le macchine per arrestare i criminali) insieme”.
Il concorso esterno alla mafia.
Una particolare attenzione alla figura del concorso esterno all’associazione mafiosa, di recente giurisprudenza. “Un concorso non pieno ma un concorso di persone che non sono criminali, anzi di solito sono persone dello Stato, uomini della legge, amministratori giudiziari o imprenditori, che pur non facendo parte dei clan mafiosi fanno parte del sodalizio criminale”.
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