La grande Torta degli affari pubblici

Novembre ha portato con sé i sigilli posti alla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, indagati per reati ambientali molto gravi tra i vertici della Tirrenoambiente S.P.A , che gestiva il sito di contrada Zuppà. Il futuro dei lavoratori, tra diretto ed indotto, e le problematiche relative allo smaltimento dei rifiuti provenienti da gran parte del territorio della provincia di Messina, capoluogo compreso, hanno tenuto banco in questo giorni. Ciò che rimane nell’ombra – e dovrebbe far riflettere – è quel sistema che tocca l’intera società: coloro che credono che la mafia in fondo sia “Cosa loro”, compresi i tumori e lo spreco di denaro pubblico. Ne è convinto anche il sindaco di Furnari Mario Foti, che ha raccontato i retroscena, a tratti amari, del suo operato e ha tuonato contro chi ha fatto finta di non vedere in questi anni.

Da uno studio epidemiologico emergerebbe che i bambini sviluppano malattie ai genitali derivanti dalle polveri sottili non provenienti dalla discarica di Mazzarà Sant’Andrea, ma dal complesso industriale di Milazzo. Ha mai preso in considerazione quest’analisi?

Ognuno ha i suoi guai. Io avevo quello della discarica e mi sono occupato di questo. Ma non si pensi che le polvere sottili non riguardino anche il sito di Mazzarà. Oggi la discarica è interrata, ma ci sono stati momenti in cui i sacchetti di plastica contenuti nella montagna di rifiuti svolazzavano nelle campagne. Gente che abitava nelle vicinanze è stata colpita da malattie: un’impiegata comunale è morta di cancro, mentre altri decessi sono annoverati tra casi tumorali sospetti.

Anche se lontani, Milazzo e la sua zona industriale incidono sulla salute?

Certamente. Non è escluso, noi spesso vediamo quella nube che ci passa davanti. Attraversa il fronte da Tindari a Milazzo, dinanzi le isole Eolie. Non bisogna dimenticare che nei derivati del metano vi sono sostanze cancerogene, quindi spero che non ci siano conseguenze in futuro per la popolazione. Tornando alla discarica, considerate che in passato sono stati scaricati rifiuti provenienti dalla Campania, trasportati da una ditta vicina a Matteo Messina Denaro, e sulla cui qualità vi sono molti punti interrogativi. Insomma, in questi anni è arrivato di tutto e non sono in grado di dire dove possa essersi infiltrato il percolato fuoriuscito. Non sono state rispettate le disposizioni regionali in merito alla tutela dell’ambiente: sarebbe stato necessario installare dei rilevatori di salubrità dell’aria a monte e a valle della discarica, ma loro  sono riusciti ed evitarlo. In quest’ottica, la relazione ispettiva di Nicolo Marino (ex assessore regionale), risalente a gennaio del 2014, è stata fondamentale.

Dopo le dichiarazioni di Carmelo Bisignano nell’operazione Vivaio e dopo la sua denuncia da Sindaco, cosa si sentirebbe di dire a tutti quegli amministratori che in passato sono stati complici della mafia?

Mi hanno sempre detto, compresi i parenti «ma chi te lo fa fare» e ancora «lascia stare, perché tanto non cambia niente». In realtà, se il sistema di prevenzione e di tutela della salute avesse funzionato, se avessero agito gli organi dello Stato, invece di nascondersi, queste azioni illegali non avrebbero potuto continuare. Se non avessi alzato la voce, per ricordare a tutti che il comune di Furnari è pienamente coinvolto nella gestione della discarica, che esistono dei pozzi d’acqua a rischio avvelenamento ed i casi di decesso per cause tumorali, il sito avrebbe probabilmente ricevuto un ulteriore rinnovo dell’autorizzazione per altri cinque anni. Nella richiesta inoltrata dalla Tirrenoambiente s.p.a. alla Regione nel 2009, la presenza di Furnari, come comune limitrofo, era stata depennata. Un falso clamoroso. Costruito ad hoc, perché in passato alcuni amministratori hanno ricevuto dei “benefit” da Tindaro Calabrese. Sono fatti processuali, infatti esiste una dichiarazione di Bisognano che testualmente dichiara «io ero in carcere e quando sono uscito mi hanno detto che si erano esposti troppo per sostenere il sindaco . Bisignano non era altro che un mafioso che faceva affari. Egli stesso dice di aver incontrato Peppino Innocenti e Nello Giambò al comune di Mazzarà Sant’Andrea per visionare il progetto della discarica. Giambò è stato condannato, ma sulla situazione dell’altro probabilmente bisognerebbe approfondire. La gente, qui, aveva paura della discarica. Perché erano coinvolti Bisognano ed i bravi ragazzi di Mazzarrà, e non si sapeva quanti morti ammazzati fossero stati sepolti in quel cimitero di mafia.  Alcuni cittadini di Mazzarrà mi addebitano la “colpa” del provvedimento contro la discarica: comprendo la situazione difficile di padri di famiglia ch devono da mangiare ai figli, ma non era più possibile portare avanti un’attività tanto dannosa nei confronti del territorio e degli abitanti del mio comune.

Preso atto che la commissione antimafia ha fotografato una realtà che era già cristallizzata dalle varie inchieste, cosa intende dire alle Istituzioni che dovrebbero rappresentarla a livello nazionale?

Dico che il rispetto della legge è fondamentale. In un momento in cui in un paese non ci sono risorse, non c’è lavoro se non c’è legalità e rispetto si rischia di fare aumentare la criminalità. Per esempio da sindaco mi rendo conto che i sono tanti ragazzi che pur potendo avere la possibilità di lavorare sono distolti dallo spaccio di stupefacenti. Perché con lo spaccio entri nel circolo che consumi e ti procuri soldi. Ci sono ragazzi a Furnari che hanno mazzi di soldi in tasca, ma non sono loro ma li devono dare ad altri. Prendano la roba la consumano e magari gli rimane 50 euro per la birra al Bar. Ecco in questo momento i politici dovrebbero capire che la Democrazia è portata dai Sindaci che sono il fronte di periferia del lavoro, invece chi siede in un Parlamento di nominati (senza elezione ) non ha il contatto con il territorio e non ha interessi con il proprio territorio è avulso dal territorio e non lo capisce.

Forse l’unico che si è interessato nel 2006 -2009 con una interrogazione è stato il Senatore Beppe Lumia.  

Alba Marino- Claudia Benassai