<< La Biblioteca Painiana è,
a dire della Soprintendenza di Messina,
la più bella ed importante della Sicilia>>
Esordisce così con un deciso entusiasmo ed il tono fermo Mons. Cesare Di Pietro rettore del Seminario Arcivescovile di Messina felice di poter raccontare difficoltà e progressioni di una possibile emersione della Biblioteca Painiana, fuori da una sorta di oblio nella quale è piombata per decenni.
Lei nata superba nel 1954 dalla mente colta di quel mecenate che era Angelo Paino ma per un uso interno al seminario, ad eccezione di qualche studioso, insomma per pochi intimi.
Pochi tanto per dire perché negli anni ’50 il Seminario aveva le funzioni di una scuola e contava circa 400 alunni dei quali l’80% non sceglieva poi la strada della vocazione mentre oggi conta circa 34 alunni adulti che quasi sicuramente, più maturi e consapevoli, diverranno sacerdoti.
Ridestare e rendere fruibile questa bella addormentata, questo tesoro sommerso sul quale sembrava essere caduta negli ultimi anni quasi una polverina magica, questo l’obiettivo chiaro e concreto del rettore, che non nasconde certi passaggi difficili, ma che oggi si appresta, a passi progressivi, a diventare realtà.
Il patrimonio della Painiana è immenso, ricchissimo, plurimo, con cifre da capogiro: 220.000 volumi di cui circa 600 cinquecentine, pergamene, 200 incunaboli e diverse opere d’arte che arricchiscono le sale della vecchia struttura che andrebbe totalmente ristrutturata, rifacendo anche le scansie e contemporaneamente disinfestando i volumi e restaurandoli dove possibile, per ricollocare il tutto in sicurezza, oggi si riesce a malapena a fare l’ordinario, trovare risorse diventa fondamentale afferma Di Pietro con un certo rammarico.
“ Appena insediato, mi sono messo subito in contatto con la Soprintendenza BB.CC.AA. di Messina e così grazie al suo prezioso supporto, in particolare della dott.ssa Carmelina Prestipino Dirigente U.O. XIII Beni Bibliografici ed Archivistici, ho avviato tutte le procedure per delle micro-realizzazioni, con fondi reperiti dall’Ente ed altri dell’8 x mille”
E con grande disponibilità il rettore mi porta a vedere in anteprima, le micro-realizzazioni, cioè due sale che ha predisposto in due locali inutilizzati del Seminario, mentre nel cortile alcuni bambini giocano al tiro alla fune, sotto il controllo dei seminaristi, elemento vivo di presenza sociale in una zona difficile com’è quella di Giostra. Appena disattiva l’allarme ed accende le luci si accende una forte emozione, tutto è quasi pronto nella sala delle Cinquecentine, alcune delle quali restaurate,
e delle Pergamene, due tavoli al centro per la consultazione, due bacheche per ospitare i cimeli “ Mancano solo le tende e qualcosa per abbellire le pareti” afferma soddisfatto il monsignore “ ad Ottobre contiamo di inaugurare e spero di rendere fruibile e consultabile questo patrimonio almeno tre volte a settimana” e mi mostra alcuni degli elementi straordinari che compongono il corpus della Painiana.
L’altra sala invece, che ospiterà i circa 3000 volumi riguardanti la Storia della Sicilia, databili tra ‘600 ed ‘800, dovrebbe essere pronta all’inizio del 2016. Per tutto il nostro percorso ci accompagnano sulle pareti frammenti di quella bellissima idea musiva “ a cartoni” che aveva acceso Giulio Aristide Sartorio e che non può non incantare ancora chi gli si accosta visivamente; fino all’interno della originaria struttura della Painiana, che infonde ancora una suggestione ed un fascino quasi indescrivibili; passeggiamo e discutiamo tra scansie assiepate e cimeli d’arte di ogni genere e quando chiudiamo la porta alle nostre spalle la sensazione è comunque positiva. Spacchettare, togliere dalla polvere, rendere visibile e fruibile in tempi stretti, diventa una bella realtà ma quasi un’impresa, in una città come Messina abituata anche in ambito culturale a ritmi pachidermici, una certa chiusura, pastoie burocratiche alle volte insormontabili, e linee di intervento talvolta poco concrete ed incisive.