Da certi punti di vista parlare di barriere architettoniche è inutile. Dal punto di vista naturale nessuno può impedire alle colline o agli strapiombi di esistere ed influire sull’esistenza dei disabili. Da altri punti di vista, le barriere sono sempre esistite ed hanno influenzato la vita dei disabili sin dalla nascita del genere umano. Per non andare sino alla preistoria, dove non esisteva neanche il concetto di area pianeggiante, basta ricordare le immagini dei disabili che ci riporta la Bibbia, dal cieco presso la fontana dell’acqua, allo storpio a cui si promette che danzerà come un cervo (allora si apriranno gli occhi dei ciechi, e si schiuderanno gli orecchi dei sordi, allora lo zoppo salterà come un cervo. griderà di gioia la lingua del muto, Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa Is 35,1-6.8.10), per rendersi conto che nessuno ha mai detto, da che mondo è mondo, che si devono eliminare le barriere architettoniche. E d’altra parte sarebbe anche impossibile in un mondo governato dalla gravità che appesantisce tutti i corpi.
Se tutto questo è vero, non si comprende perché ancora si insista sul concetto d’abbattimento delle barriere architettoniche. O meglio cosa veramente s’intende con abbattimento delle barrire architettoniche. Al di là delle belle teorie, di buoni propositi e delle mirabolanti promesse, la risposta non può che venire dai fatti della vita quotidiana e dalla storia che giorno dopo giorno ci interroga, prima come uomini e poi come collettività.
E la storia che vogliamo raccontare è quella di Placido Smidile, il primo politico cittadino in carrozzella, eletto nelle file del Megafono come consigliere del IV quartiere. Per dire la verità non è il primo politico disabile della nostra storia nazionale, abbiamo avuto ministri spastici e onorevoli portatori di handicaps, ma forse è il primo politico che ha visto gli “avversari”, il Presidente del IV quartiere Quero e tutti i consiglieri eletti e senza alcuna distinzione, metterlo in condizione di esercitare il suo mandato elettorale eliminando con i fatti e con i gesti qualsiasi barriera architettonica.
Infatti, le sede del IV quartiere circoscrizionale di Via Saffi, presso l’Isolato 88 di Messina, è inagibile. O meglio, tutti parlano di inagibilità ma la realtà è che l’isolato, di proprietà del Comune, non è fornito d’ascensore e la sede del quartiere è al primo piano. Ed è per questo che le riunioni dei consiglieri per la nomina delle 2 Vicepresidenze e delle 4 Commissioni di quartiere si sono svolte nella sala ovale di Palazzo Zanca.
Placido, per gli amici Dino, era attorniato dai colleghi e quando ha saputo che lo dovevo intervistare la prima cosa che mi ha detto è stata: mi raccomando fai pure le domande che vuoi, senza timore.
Come ha fatto campagna elettorale?
Da solo, senza l’aiuto di nessuno, girando tra la gente. Io sono un disabile in carrozzina dal 1996 per un ascesso midollare, quindi mi ritrovo in questa situazione da circa 18, 19 anni ed ho affrontato situazioni abbastanza difficili perché sappiamo che la città non è votata all’inserimento delle categorie più disagiate.
E la sua campagna elettorale ha fatto leva sulla sua disabilità?
Assolutamente no, non mi sono mai presentato…ne come immagine, sfruttando la situazione di disabilità.
Allora come ha fatto campagna elettorale, chiedendo che cosa?
Chiedendo agli amici, alle persone che conosco e che mi conoscono, anche al di là degli schieramenti politici, che conoscono il mio impegno e mi hanno chiesto di affrontare questa compagna elettorale…
Andava di casa in casa o no?
Purtroppo di casa in casa dove era possibile, dove non era possibile giravo per i mercati per farmi conoscere. E mi ripeto… senza parlare di disabilità e cose varie.
E come mai oggi si trova qui ? (n.d.a Sala Ovale di Palazzo Zanca)
Per la nomina dei Vicepresidenti…perché la sede non è accessibile. Ho portato all’attenzione dei colleghi con una richiesta formale le mie problematiche ma anche loro…diciamo, sono stati molto attivi da questo punto di vista. C’è stata la massima collaborazione senza che nessuno abbia posto la ben che minima resistenza. Mentalmente sono determinato, voglio portare avanti i progetti che ci sono, sia per quanto riguarda la disabilità e che per l’inserimento dei disabili nel vivere quotidiano… e anche per gli altri problemi, diciamo.
Come dicevo i gesti sono importanti più delle parole e della forma. Pertanto è stato bello vedere tutti questi giovanissimi consiglieri, Dino con la sua quarantina di anni è uno dei più anziani, accogliere il loro collega parlando di politica, di come e per chi votare per l’elezione dei Vice o di quanti voti abbiano preso nelle singole sezioni elettorali. E’ stato bello vedere come siano riusciti ad abbattere qualsiasi barriera architettonica tra loro o come nessuna ripicca dal sapore di vecchia politica abbia impedito ad un disabile di esplicare il suo mandato politico elettorale.
Proprio per capire questo nuovo spirito politico, noi del Carrettinodelleidee abbiamo deciso di sentire in merito alla vicenda anche il Presidente del IV quartiere Francesco Palano Quero.
Come si è trovato da Presidente di quartiere davanti a una situazione come questa?
Devo dire che questo problema, il suo problema, diventa il mio problema e il problema di tutto il Consiglio. Devo dire che i colleghi sono stati assolutamente solidali e per questo motivo abbiamo cambiato anche la sede perché in questo momento ….per tenere le sedute e non recare nessuna barriera nei confronti di Dino ci stiamo riunendo a palazzo Zanca. Stiamo tentando di trovare altre soluzioni perché possa esplicare il suo mandato liberamente, rispettando anche la volontà di chi l’ha votato. Lui deve avere le stesse condizioni per poter accedere, partecipare e contribuire.
Allora la sede del quartiere ha problemi di barriere architettoniche?
Si è un problema che non riguarda solo lui, è un problema che riguarda tutti i diversamente abili che hanno problemi motori e non solo quelli ma anche gli anziani. Purtroppo la verità è che l’amministrazione ha risparmiato un sacco di soldi, perché dalla vecchia sede di Viale Boccetta si è passati ad un immobile di proprietà comunale. Dobbiamo precisare che comunque in Viale Boccetta vi era un elevatore che non era a norma, per cui anche li vi era un problema e la carrozzella non sarebbe entra nell’ascensore. Tra le soluzioni che stiamo studiando vi è quella di mettere un elevatore all’isolato 88 o una pedana.
Ma se il Palacultura è nello spazio circoscrizionale del IV quartiere perché non vi trasferite in quei luoghi?
Devo dire che fu la prima scelta, allora concertata con l’amministrazione Buzzanca, di trasferirci in quei locali nel 2008, quando fu inaugurato. Ma la realtà e che poi il Sindaco Buzzanca blocco l’iter.
E pure se Dino non approfitta della sua disabilità, oggi era da solo davanti alla Sala Ovale chiusa, segno che non ha avuto bisogno di nessuno per posteggiare e per entrare a palazzo Zanca, è impagabile vedere un Presidente di quartiere che chiamato a rispettare la forma dopo la nomina dei Vice non si sia piccato ne infastidito dal dovere trasportare materialmente un grosso tavolo fuori dalla stanza e tutto questo per consentire che Dino con la sua carrozzella potesse posizionarsi alla sua sinistra.
L’ho lasciato in piedi ed attorniato da consiglieri e giornalisti seduti, mentre diceva ad un altro giovane consigliere: “portiamolo fuori dalla stanza” e Dino manovrava la sua carrozzella per posizionarsi nella sua nuova collocazione.
Pietro Giunta