La rabbia oltre le lacrime

A quasi un anno di distanza pochissimi i cambiamenti avvenuti nelle zone colpite dall’alluvione, nonostante le numerose richieste e i diversi appelli fatti dai cittadini le promesse mantenute sono state inesistenti.
Nino Lonia si è occupato, in prima persona, di far sentire la sua voce e quella di tutte le vittime dell’alluvione. Protagonista di una delle storie più tristi del primo Ottobre, dopo 12 lunghissimi mesi si trova ad alloggiare in una casa non di sua proprietà, con delle scadenze che peseranno sulla sua serenità. Tra due mesi infatti scadrà l’indennità della disoccupazione e lui non riceverà più alcun contributo mensile. Nell’arco di questi lunghi mesi il suo silenzio è stato impenetrabile, il dolore causato dalla perdita della moglie, dei due bambini e del suocero gli ha impedito di avere qualsiasi rapporto con la stampa e con la politica locale, eccezione fatta per il Sindaco Giuseppe Buzzanca, con il quale ha sempre mantenuto contatti diretti.
Solo da poche settimane ha deciso di interrompere il lungo silenzio cercando di riprendersi la vita che gli è stata strappata. Numerosissimi gli appelli fatti sia ai politici locali che al Presidente della Regione Raffaele Lombardo, altrettanto numerose le promesse che non sono state mantenute ed è così che è arrivato ad una conclusione: “ho deciso di rivolgermi direttamente ai piani alti” afferma con delusione.
Quattro lettere, indirizzate al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, capo della Protezione Civile, e agli organi del governo centrale, sono state scritta da Nino Lonia per spiegare, ancora una volta, le condizioni di disagio in cui vive e per presentare poche ma precise richieste:
• Giustizia, per la sua famiglia e per tutte le 37 vittime
• Una casa di proprietà, come quella che gli è stata portata via dal fango
• Un lavoro
Nino Lonia infatti, attualmente, è senza lavoro: “facevo il camionista, ma dopo tutto quello che è successo non credo di essere più in grado di affrontare viaggi tanto lunghi e non voglio mettere in pericolo né la mia vita, né quella di altri innocenti”.
Il Sindaco Giuseppe Buzzanca si è impegnato personalmente per far giungere tali lettere a destinazione, quello che ci auguriamo è che stavolta l’appello di Nino Lonia venga ascoltato!
Alleghiamo quindi, senza ulteriori commenti, la missiva di Nino Lonia alle istituzioni

 

 

ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
AL SIG. PRESIDENTE DEL GOVERNO
On.le SILVIO BERLUSCONI
All’. Ill.mo SIG: PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
AL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
IN PERSONA DEL DOTT. GUIDO BERTOLASO

Il sottoscritto Lonia Antonino, nato a Messina il 19/11/1972 e domiciliato presso lo studio legale dell’Avvocato Antonino Lo Presti del Foro di Messina, espone e chiede alle S.S. V.V. Ill.me quanto segue.
Sono, ahimé, uno dei parenti delle 37 vittime della drammatica alluvione che la sera dell’01/10/2009 devastò la zona ionica del Messinese e più esattamente i paesi di Giampilieri Superiore, Molino, Altolia, Scaletta Zanclea e Itala.
Purtroppo nella tremenda alluvione ho perso ciò che di più caro avevo al mondo e cioè mia moglie Scionti Maria Letizia ed i miei due figli Lorenzo e Francesco ancora in tenera età, oltre ad avere completamente distrutta la mia abitazione sparita nel fango assassino.
Ancora oggi, a distanza di un anno dall’evento non riesco a farmi una ragione di quello che è successo, anche perché ho dovuto affrontare e continuo ad affrontare situazioni difficili dalle quali solo grazie all’aiuto ed al conforto datomi dai miei familiari cerco di uscirne.
Ho, altresì, dovuto lasciare il lavoro nell’impossibilità di poterlo espletare a causa delle problematiche che sono sopravvenute. Continuo a chiedermi chi potrà mai risarcirmi di tutti i danni subiti che hanno devastato la mia esistenza e che nel contempo mi hanno fatto perdere fiducia nel futuro.
In conseguenza dell’evento drammatico in questione è andata distrutta anche la mia casa ed è per questo che da parecchi mesi vivo in un appartamento concessomi dal Comune di Messina.
Devo, invece, ringraziare i miei familiari ed alcuni amici che mi hanno permesso di far fronte alle più elementari esigenze del vivere quotidiano, anche perché le Istituzioni preposte, con la sola eccezione del Sindaco di Messina, Dott. Giuseppe Buzzanca, mi hanno completamente abbandonato.
Non sono certamente da supporto le speranze legate all’inchiesta penale in corso davanti al Tribunale di Messina, perché se è vero da un lato che qualsiasi verità dovesse emergere dalle conclusioni del processo, non potrà mai restituirmi le vite di mia moglie e dei miei figli, è altrettanto vero dall’altro che non è giusto che chi, con la loro azione od omissione abbia consentito che un normale evento atmosferico, potesse avere effetti così devastanti sulla conformazione originaria del territorio. Troppe vite umane, infatti, sono state sacrificate a causa dell’incuria e delle gravi inadempienze di chi avrebbe dovuto provvedere alla messa in sicurezza di una zona dissestata da eventi naturali.
Mi corre l’obbligo, altresì, di puntualizzare che quanto successo non è addebitabile a presunti abusivismi edilizi ma, come sarà esaurientemente dimostrato anche nel procedimento penale in corso, è da imputare ad un dissesto idrogeologico che interessa le colline dell’intera linea ionica e ciò per smentire quei personaggi politici e non che hanno cavalcato questa tesi con gli organi di informazione.
Uno dei motivi che mi costringono a rivolgermi alle S.V. Ill.me ed in particolare alla sensibilità dell’On.le Silvio Berlusconi, cui la presente è indirizzata, è notizia dell’ultima ora che per beghe interne e malcelati intrighi politico-istituzionali, il Decreto Legge Regionale, cosiddetta “Leggina” che avrebbe dovuto prevedere l’assunzione diretta dei parenti più stretti delle vittime presso gli Enti locali di riferimento, non sarà più emanata e quindi è stata spazzata via anche l’ultima speranza di prospettive più rosee di tipo economico-lavorativo.
Devo, altresì, segnalare l’assoluta assenza, per quello che mi riguarda, del Commissario Delegato per la Regione siciliana, nonché governatore della Sicilia, On.le Lombardo, dal quale sia io che tutti gli altri parenti delle vittime abbiamo ricevuto solo false promesse e nient’altro.
Ed è per tale motivo che mi rivolgo all’Ill.mo sig. Presidente del Consiglio On. le Silvio Berlusconi perché, in virtù dei suoi poteri e del Suo carismatico prestigio, prenda a cuore la mia situazione e nel contempo, altresì, avrei piacere di incontrarlo nelle sedi istituzionali preposte perché, in prima persona, possa rappresentargli i miei disagi e le mie preoccupazioni causate dalle false promesse ad oggi fattemi dai vari organi preposti. Anzi a tal proposito poiché sarò a Milano nei giorni 08, 09, 10 e 11 del mese di Ottobre, si potrebbe, compatibilmente con gli impegni istituzionali dell’On.le Berlusconi, organizzare un breve incontro. In caso contrario, vorrei incontrarlo a Roma.
Oltretutto per i parenti delle vittime dell’alluvione nonostante le tante parole non è stato stanziato alcun fondo da cui potere attingere risorse per i quotidiani bisogni.
Come detto, le mie condizioni di salute non sono migliorate rispetto ai mesi scorsi, dovendo, a cadenza quasi mensile, sottopormi a costose visite fuori Messina, essendo tuttora affetto da psoriasi in tutto il corpo dovuta allo stress accumulato.
Ho, pertanto, bisogno di lavorare per il mio sostentamento e nello stesso tempo ho necessità di vivere in una casa di mia proprietà con tutto ciò che mi è necessario. Sono stato costretto a rivolgere questo appello alle più alte cariche istituzionali nonché all’On.le Bertolaso che ben conosce la mia situazione, e per la quale si era impegnato in prima persona, rassicurandomi sugli sviluppi delle mie problematiche e sulla loro risoluzione, non avendo avuto dagli Enti preposti, fatta eccezione, come detto, del sig. Sindaco di Messina, aiuto né economico né morale.
Certo di un fattivo ed urgente riscontro a questo mio appello,
con osservanza Vi saluto.