La scuola che (non) vorrei

Manca la scuola a Panarea. Manca da quarant’anni. In questi lunghi anni si sono susseguiti timidi tentativi da parte dell’amministrazione comunale. Il sogno era quello di dotare l’isola di un edificio, regalando ai bambini la possibilità di imparare tra mura che richiamassero il concetto di scuola: con lavagne, palestra, e spazio verde. Idea che però non sì è mai concretizzata e ha creato a volte un senso di estraniamento nei piccoli isolani, che hanno sempre avvertito un vuoto causato dalla mancanza di aree particolareggiate destinate a scopi ludico- ricreativi e quella sensazione di abbandono politico, che si è radicata nella coscienza panarellese. Ma per presentare al lettore la questione in maniera precisa è necessario fare un salto indietro, quando la precedente amministrazione capeggiata da Mariano Bruno, aveva parlato della volontà di costruire. Il problema, restava, la scelta del luogo adatto e la volontà politica. I proponimenti- c’è da aggiungere – hanno preso anche la forma di un progetto, commissionato e realizzato dall’architetto Rosalba Galletta. I soldi, a quanto ci ha riferito l’ex sindaco, erano stati stanziati. La cifra ammontava a circa 750.000 euro. Insomma, i giochi erano fatti. Questa è la situazione appunto, registrata a settembre dell’anno scorso. Intanto,i bambini hanno affrontato l’anno scolastico(nella casa adibita a scuola) tra aule precarie, nessuno spazio ricreativo, tra muffa e aria malsana. L’attività scolastica si è conclusa a fine giugno 2012. I ragazzi delle scuole medie, poi hanno concluso l’anno accademico con un esame. Argomento del tema d’italiano: “La scuola che vorrei”.

Ironia del destino. A Lipari, nel frattempo, l’aria politica è cambiata, Marco Giorgianni è diventato sindaco e i problemi da fronteggiare sicuramente sono tanti. A Panarea con lo scoccare di settembre si accendono i malumori. Le mamme di Panarea s’interrogano sul da farsi. Restare a Panarea o salpare nell’isola di Lipari? Il problema non è di poco conto, sia perché i ragazzi vengono sradicati dalla propria terra d’origine sia perché le famiglie devono sostenere enormi sacrifici economici per far studiare i propri figli. Per dare qualche risposta, alle mamme, noi de il carrettino delle idee, siamo andati a Lipari, e abbiamo intervistato l’assessore alle politiche scolastiche Gabriella Berzioli e le abbiamo chiesto di chiarirci la situazione.

L’amministrazione precedente ha promesso di costruire una scuola. Nulla è stato fatto in merito. Come intende provvedere il comune?
“ Se l’amministrazione precedente ha avuto modo di muovere somme di denaro, noi non possiamo. Noi purtroppo siamo vincolati dal far quadrare i bilanci e dobbiamo muoverci con le nostre forze. Quest’anno per l’attività scolastica abbiamo trovato un posto, che è stato attentamente valutato dall’amministrazione. D’altronde dovevamo per forza cercare un posto alternativo perché il proprietario precedente ci ha sfrattato, perché vuole mettere l’immobile in vendita”.
Quello che più preoccupa le mamme è la condizione dell’edificio. Ci risulta che i lavori di ristrutturazione inizieranno a dicembre. Non è troppo tardi?
La ristrutturazione avverrà, su questo punto voglio rassicurare le madri. È già in corso e non è nostra intenzione perdere tempo. Noi vogliamo offrire un’opportunità all’isola, ai bambini. In modo tale che studino in un ambiente confortevole, e abbiano anche la possibilità di stare tutti insieme. Ci stiamo anche preoccupando sulla qualità dell’insegnamento. Ci rassicura anche il fatto che una maestra porterà con sé suo figlio. Stiamo anche vagliando la possibilità di far fare scambi culturali. Le isole non si devono sentire isolate e noi come amministrazione vogliamo far capire alla gente che la politica di Lipari s’interessa di tutti.

Che cosa dice alle mamme che vogliono lasciare Panarea?
Ognuno chiaramente è libero di fare quello che vuole. Ma io sconsiglio questo esodo in massa. La scuola che sorgerà sarà dotata di tutte le normative. L’aria sarà pulita e i muri non saranno “abbelliti”da muffa. Io stessa, poi sono un architetto e sono un’esperta in materia. Non ho delegato a nessuno il controllo dell’edificio, ma ho vagliato tutto personalmente. La bellezza, l’ambiente di appartenenza, aiutano il bambino.
Perché non sovvenzionare chi “sceglie” di studiare qui, con qualche sussidio?
Abbiamo pensato a dei contributi affitto ma purtroppo non abbiamo le risorse economiche. Tuttavia, le posso anticipare, che Lipari avrà una casa dello studente, che, accoglierà gli studenti delle scuole superiori di tutte le isole. Va detto, ad onor di cronaca, che l’iniziativa è stata promossa dall’amministrazione precedente. Noi però abbiamo ricevuto le somme, 500.000 euro per ristrutturare l’edificio che già esisteva. Si tratta di un ex asilo, nei pressi dell’ospedale.

I criteri d’accesso?

La meritocrazia sarà un valore imprescindibile.

Infine, per la completezza dell’informazione, nel pieno rispetto dell’obiettività, attendiamo chiarimenti dal comune in merito ai soldi, i famosi 750.000 euro : se esistono ancora, se sono mai esistiti e se eventualmente sono stati dirottati per altre opere. Però, siamo sicuri, che la prima lezione che impareranno i ragazzi delle isole eoliane- almeno alcune- reciterà così: “Io speriamo che me la cavo”. Sarà un po’ sgrammaticata ma avrà il “pregio” di riflettere la condizione di inquietudine in cui vivono.

Claudia Benassai