La Vittoria
di Nicola Zingaretti alle Primarie
PD che lo incoronano neosegretario del maggiore soggetto politico italiano di
centro sinistra, danno il senso, se non di una rinascita della Sinistra (
sarebbe davvero un’esagerazione), della volontà dell’elettorato che ancora si
riconosce in determinati valori di cercare un’alternativa al Governo
Gialloverde.
E
quell’alternativa non è Renzi, sconfitto alle Politiche del 4 Marzo scorso e
ora definitivamente dal suo stesso partito alle primarie, dove i due renziani Martina e Giachetti sono stati praticamente azzerati dal circa 70% del Governatore del Lazio. Il Problema è
che già alle prime uscite da Segretario Zingaretti ha sostenuto che il PD deve
ripartire da temi che sono appannaggio più che altro della destra, mi riferisco
in particolare al Si alla Tav. Paradossalmente M5S è più a sinistra su certi
temi.
Certo
Zingaretti è un uomo più inclusivo del napoleonico Renzi, quindi vedo una
possibilità di dialogo tra il PD e la Sinistra vera e propria, anche se poi
questo non è detto che debba tradursi in alleanza.
Certo la
Sinistra radicale non se la passa meglio, De Magistris ha abbandonato il tavolo
ritirando ogni proposta di candidatura personale e di un suo simbolo.
Non si trova
nessun punto d’incontro tra i vertici dei vari soggetti, sempre ispirati al
solito dalla priorità di ottenere spazio politico ed eletti, di ottenere
potere, meno interessati a valorizzare la volontà di iscritti e tesserati ad
avere finalmente un’alternativa di vera Sinistra capace di opporre un programma
radicale rispetto sia al Governo Gialloverde, sia al PD.
Un’alternativa
per chi come me si vede in un pensiero di Sinistra non c’è
Il Popolo di Sinistra però esiste ancora,
deluso, frustrato, sempre più spinto all’astensionismo o a votare non
convintamente M5S. Inutile stare dietro a partitini che al massimo, messi uno
contro l’altro dai propri dirigenti, non hanno nessuna prospettiva di andare
oltre se stessi, raggiungendo chi non vota e chi vota altri partiti. Leggevo un
articolo molto intelligente di Giulio
Cavalli, che propone come scelta di buon senso quello di ritornare alla
vecchia casa madre, quel PD che ha fatto proprie le politiche della Classe
dirigente confindustriale, dei pochi che detengono la ricchezza del Paese,
della finanza e dei mercati internazionali. Per carità non ha tutti i torti.
Forse quella
unità che oggi servirebbe va fatta lì dentro, ma bisogna avere lo stomaco per
combattere i potentati che sono dentro a quel partito sia a livello locale che
nazionale, e non tutti in un momento di sfiducia come questo hanno le energie.
Ci ha provato Dario Corallo
candidandosi a Segretario del PD, senza arrivare a superare il Congresso. Io
penso che debba continuare e spero che lo faccia. Ma non so chi lo seguirà.
Probabilmente
invece serve qualcosa che non è un partito, nemmeno un movimento politico nel
senso che intendiamo oggi, qualcosa che
non sia l’ennesima accozzaglia elettorale nata a ridosso delle elezioni col
fine di eleggere ceto politico, ma una Rete dei militanti, aperta sia a chi già
fa parte di un soggetto politico, sia a chi non ha tessere né appartenenze, una
Rete che parta dal basso, non dai politici, e che non abbia nessuno scopo
elettorale.
Un luogo
dove confrontarsi e discutere su quello che deve essere il programma della
nuova Sinistra. Una Rete Sociale della Sinistra che unisca prima le persone,
mettendo da parte i partiti. Una Rete Confederata che unisca tutti i soggetti
che a livello locale fanno già lotte e le unisca sotto il segno
dell’autorganizzazione dal basso e della autorappresentanza. Ciò non vuole dire
che si rifiuterà ogni rapporto con i partiti di sinistra, ma che questo
progetto dovrà spingersi oltre il partito, unendo quella società di sinistra
non rappresentata e farà azione politica diretta, senza però aderire a
coalizioni elettorali, insomma non praticando il terreno elettorale e
lasciandolo ai partiti e lasciando comunque la libertà ai singoli di candidarsi
per un partito, senza dover abbandonare l’appartenenza alla Rete.
Rete che
comunque dovrà cercare di andare oltre il piano Nazionale e cercare il dialogo
anche con realtà europee e internazionali, perché il Capitalismo si combatte a
livello Internazionale e non ci si può fermare al livello locale e nazionale. Una
Rete che rimetta al centro il Lavoro, L’Ecologia, I Diritti Civili, la lotta per
la Democratizzazione e la Partecipazione diretta dei cittadini alla Politica (
andando oltre il Referendum e la Democrazia del Web a 5 Stelle), La
Redistribuzione della Ricchezza. La Sinistra c’è, ma riparta dalle Persone e non
dai Partiti.