La tarantella delle Scuole Chiuse, le parti sociale insorgono.

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Ha fatto tanto rumore la scelta di Cateno De Luca di provvedere, con ordinanza ad effetto immediato, alla chiusura dei Plessi Scolastici non a norma, una problematica che si trascina da anni quella della sicurezza nei plessi Messinesi e che il Sindaco, in quanto Sindaco anche della città Metropolitana, ha voluto affrontare a gamba tesa lo scorso Agosto. Una scelta che si è poi rivelata Politica visto il ridimensionamento dell’ordinanza di qualche giorno fa utile ad accendere i riflettori sulla questione e, magari, attrarre qualche finanziamento in più. Un Modus Operandi che tuttavia non trova l’accordo dei Sindacati dei Lavoratori e Studenteschi.

Proprio loro, infatti, sarebbero stati i grandi esclusi dalla questione, mai interrogati ne presi in considerazione durante tutta la vicenda, “non siamo mai stati interrogati ne coinvolti durante l’intera vicenda, nulla ci è dato sapere dei vari incontri in Prefettura, siamo stati volutamente esclusi” cosi commenta Salvatore Piccolo Segretario di UIL Scuola Messina, che mette sull’attenti riguardo “possibili soluzioni per il recupero delle ore perse che vadano contro il Contratto Nazionale dei Docenti nella sezione riguardante il monte ore” cui il Sindacato si dice pronto a dar battaglia. Uno smacco quest’esclusione che lascia segni anche nelle altre forze sindacali come CGIL e CISL. FLC CGIL pone l’accento sulle Responsabilità riversate addosso ai Dirigenti Scolastici ed al Personale che denuncia la discriminazione fatta nel ritenere le Scuole sicure per il Personale ma non gli Studenti, una mossa che “potrebbe far pensare che ci sia qualcosa sotto” secondo Pietro Patti che sottolinea le parole del Segretario CGIL “Non si può barattare il diritto alla sicurezza con il diritto allo Studio, questi due diritti devono camminare parallelamente“, secondo CGIL inoltre “La Politica non deve generare problemi ma risolverli” affondo anche sul Decreto Milleproroghe da parte del Sindacato di Via Peculio Frumentario, Decreto che non risolverebbe i problemi ma semplicemente li sposta. CISL sottolinea invece il seguire la battaglia da anni e propone un incontro con l’Assessorato Regionale e gli enti locali, sulla stessa linea di CGIL ribatte sull’impossibilità di barattare due diritti fondamentali ed auspica che non si creino “ombrelli di responsabilità” ma si possano avviare opere di messa in sicurezza che assicurino anche un indotto lavorativo in termini di occupazione.

Anche gli studenti sussultano in merito alle iniziative poste in essere dall’Amministrazione, Federico Amalfa, Coordinatore Provinciale della Rete degli Studenti Medi di Messina esordisce sottolineando i limiti dei provvedimenti posti riguardo la questione, “nulla di storico o epocale è stato fatto se non seguire la normativa” e rimprovera all’Amministrazione di aver causato come unica conseguenza lo slittamento delle lezioni che altro non farà che creare problemi a studenti e docenti senza nulla risolvere, le responsabilità di questo danno secondo la Rete non possono esser dati a nessuno se non alla gestione locale e nazionale dato che “I trattati Europei stabiliscono che le spese per l’istruzione scolastica non sono computabili nel rapporto deficit/pil, dunque è ora che chi di dovere si assuma le proprie responsabilità” ed il riferimento al Decreto MilleProroghe non è nemmeno troppo velato quando afferma che si rimandi adesso la certificazione di dati di fatto volendo nascondere “sotto un tappetoun problema gravissimo, affondo inoltre anche sul mancato coinvolgimento degli Studenti che da anni denunciano la cosa, si prevede inoltre un inizio d’Anno Scolastico caldo con dei Sit-In che il sindacato dell’elefantino annuncia. Unione degli Studenti Messina rimarca invece l’inutilità dell’ordinanza di chiusura dei plessi che non risolve il problema, un ordinanza che ha come unico scopo lo “scioglimento delle responsabilità del sindaco che sono molto grosse” rimandando tale responsabilità al Decreto MilleProroghe, prosegue poi Franz Moraci ricordando che nel nostro territorio solamente 1 scuola su 10 è a norma e tale emergenza non può essere più procrastinata ed a renderlo evidente sono anche i fatti di cronaca, critica anche al Ministro Salvini da parte del Sindacato che reputa inadeguato il concetto di sicurezza del Ministro Leghista, un concetto che non può riscontrarsi solamente nel controllo contro le droghe. Abbiamo ascoltato anche il neonato Comitato degli Studenti di Messina (CSM) l’unico gruppo studentesco ad aver ottenuto un incontro con il Sindaco De Luca, da tale incontro sarebbero emerse le giustificazioni dell’Amministrazione appellandosi al MilleProroghe annunciando tuttavia che già è stato avviato l’Iter per l’ottenimento dei certificati di agibilità dei plessi grazie all’impiego di 180 esperti, il tutto attende solamente il via della Protezione Civile, il Sindaco avrebbe poi dichiarato che la Città Metropolitana abbia di fatto la disponibilità economica ma sia impossibilitata ad utilizzarla a causa della mancanza del Bilancio, preso atto degli esiti dell’incontro gli studenti annunciano che vigileranno sull’operato dell’Amministazione.

Da tutte le parti sembra emergere il malessere unanime per un provvedimento utile solamente ad alzare tanta polvere senza nulla risolvere, un provvedimento più politico e propagandistico che lascia irrisolto il problema principe delle Scuole che oramai da anni si tracina: quello della sicurezza. Da anni Lavoratori e Studenti anche nei loro organi di rappresentanza come la Consulta denunciano la mancanza di adeguate misure e da anni si continua a rimandare di volta in volta, non sembrano essere bastati i piccoli avvertimenti dati da qualche crollo degli scorsi mesi, la situazione è ormai al limite ed urge una soluzione, non “scossoni” ma solide prese di posizione che si trasformino in realtà risolutive. Non si comprende inoltre il perché siano state escluse da un coinvolgimento attivo le parti sociali, proprio quelle parti che vivono il problema e che da anni ne chiedono e propongono una soluzione, che senso ha fare le passerelle nelle scuole senza poi ascoltare chi le vive quotidianamente? 

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