“Ogni vino ha una storia da raccontare. Il vino è passione, cultura, tradizione”.
Così ci racconta Flora Mondello a cui questo 6 aprile a Verona, in occasione del 48° Vinitaly è stato consegnato il premio “La Gran Medaglia di Cangrande ai Benemeriti della vitivinicoltura”.
Dal 1973, il prestigioso riconoscimento è assegnato seguendo le indicazioni degli Assessorati regionali all’agricoltura, che segnalano quanti con la propria attività professionale o imprenditoriale abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.
Già precedentemente, in occasione del Vinitaly 2011, era stato presentato il Mamertino D.O.C., composto da sole uve di Nero d’Avola, prodotto nel vigneto di Oliveri, chiamato Esdra.
L’azienda ha, inoltre, conquistato importanti mercati con i vini di alta ristorazione, come Mosca, Miami e i paesi del Nord Europa.
La storia vinicola Gaglio parte da lontano, dal bis nonno materno di Flora Mondello. Fu però il nonno, il dott. Caglio, a decidere di raggruppare le attività agricole all’interno della società “La Flora”, chiamata così in onore della nipote, a cui ha insegnato e tramandato la passione per le proprie radici, per la propria terra e per le proprie attività e che oggi dirige l’azienda.
Nel 2004 nasce Giulia, la figlia di Flora e la storia continua…
Oggi, ‘Gaglio vignaioli dal 1910’ è un’azienda a ‘conduzione femminile’.
Si dice che dietro ogni grande uomo ci sia una grande donna. In questo caso bisogna riconoscere che dietro queste grandi donne ci sono stati uomini capaci di riconoscere in loro delle grandi capacità e affidargli i sacrifici e sogni di tutta una vita.
Il vino di queste vigne costantemente baciate dal caldo sole della Sicilia rivolte verso le Isole Eole, affonda le proprie radici su una terra che, tra mitologia e non, ha molto da raccontarci. Esso, rappresenta il perpetuare di una tradizione antica che si tramanda da donna a donna e si rinnova.
Colpisce la forza propulsiva che sprigiona quest’azienda sempre con un piede dentro al passato e lo sguardo dritto verso il futuro.
Intervistiamo Flora ancora a Verona:
“Questo è un premio che mi onora e lusinga tantissimo. La mia azienda rappresenta la tradizione rinnovata è l’esportazione di una filosofia di vita.
Cerco di portare in giro per il mondo quel bagaglio di conoscenze, di saperi e passione che rende unico ‘Gaglio vignaioli dal 1910’. In questo nome c’è tutta la sua storia”.
Ennesimo premio per la giovane imprenditrice, non solo al prodotto e alla persona, ma alla tenacia e perseveranza.
Un vino speciale già da nomi, tutti al femminile, perché?
“Perché questa è un’azienda di sole donne e quindi ho deciso di battezzare ogni nostra etichetta con il nome di un’eroina mitologica propria della zona di Tindari, in cui si estendono la maggior parte dei vigneti dell’azienda.
È un omaggio alla nostra forza, a mia figlia che sperò porterà avanti la tradizione di famiglia, anche s’è ancora piccola.
Spero che il profumo di questa terra e l’odore di mostro possano restargli dentro, come è successo a me. È anche un grazie alla nostra terra.
L’antica Tyndaris era una zecca che batteva ben trentasei monete, in ognuna delle etichette è riproposta anche una di queste monete”.
Credi che un’azienda di soli uomini avrebbe raggiunto gli stessi risultati?
“Non è l’essere donna che ha fatto la differenza, ma la passione che ci abbiamo messo! So di essere un imprenditore, ma non guardo al profitto, ma al benessere dei miei collaboratori, forse è questo che ha fatto la differenza”.