La Vara come veicolo di messaggio mafioso: “memorial tortorella”. Ma chi è tortorella e perché dovremmo ricordarlo?
giuseppe de francesco era un giovane delinquente, aspirante mafioso, riconosciuto instabile mentalmente, (vedi http://ilcarrettinodelleidee.com/sito/il-punto-di/item/3418-omicidio-de-francesco-giuseppe-era-malato-di-mente.html) un mentecatto, insomma. Un delinquente così violento da essere “estirpato” persino dai suoi pari, ammazzato, come un animale, da altri animali. de francesco e non tortorella, perché quindi chiamarlo con un cognome che di fatto non gli appartiene? Perché il tortorella “ispiratore” era il delinquente guida di giuseppe, del fratello e di tanti altri poveri ragazzi che, convinti di appartenere a una società superiore, capace di autodeterminarsi, dimenticano che il loro mentore è rinchiuso al carcere circondariale di Gazzi; insieme ai sui pari, alle blatte e ai topi.
Che senso ha partecipare alla Vara ostentando la maglietta con la foto di una vittima della loro stessa “cultura”?
Perché i delinquenti presenti alla Vara (e credetemi ve ne erano in abbondanza) permettono a dei ragazzini di rovinarsi il futuro, ipotecandolo a una cella o un proiettile?
Possibile che dei ragazzi non si rendono conto di essere bassa manovalanza di pezzi di merda che non esiterebbero un istante a ammazzarli?
E passi per il fratello di falso cognome di giuseppe, il quale ha intrapreso una via senza sbocchi, se non quello più fortunato per lui di finire in galera, o peggio ancora, al cimitero, accompagnato da un certificato di infermità mentale.
Mi appello a tutti quei ragazzi che vivono nelle cosiddette “zone a rischio”, perseguire nella convinzione che una mentalità delinquenziale vi dia forza, opportunità o futuro è SBAGLIATO. Siete solo delle pedine, stupide, utili fino ai 16 anni, poi dannosi. Il vostro riunirvi in gruppo (o meglio mandria) non vi rende forti ma deboli perché identificabili, dai delinquenti che imparano a capire chi tenersi al fianco (i deboli) e chi fare fuori (i forti o chi si crede tale) e dalle forze dell’ordine che sanno già chi sarà il prossimo per il quale convocare una conferenza stampa, con le fotine pronte da distribuire ai giornali, magari proprio quelle fatte alla Vara.
Bello sarebbe vedervi crescere sani, insieme a una donna che possa amarvi senza dover temere quotidianamente per la vostra vita, avere con lei dei meravigliosi bambini con cui giocare e goderveli ogni istante della loro vita, e non saperli in fila per strada, sotto il sole in attesa di avere accesso al carcere per poter vedere il padre, o ancora costretti su una terrazza del tribunale a aspettare ore per vedervi passare, un attimo, in manette, mentre venite tradotti in aula per un processo. NO non si è UOMINI a queste condizioni, e tantomeno avete dalla vostra parte l’onore. Quello lo ha il cittadino onesto che vive senza paure o compromessi.
L’ONORE, quello vero lo hanno le insegnanti dei vostri villaggi che, con estremi sacrifici e tante minacce, riescono a strappare qualche vostro coetaneo dalla merda. L’onore è distintivo di chi a Giostra, Camaro, Gazzi e altri rioni dedica se stessa/o alla salute sociale dei ragazzi, anche oltre le ore “retribuite”.
Il mio grazie va a loro, alle Parrocchie, agli Oratori e a tutti gli ex delinquenti che hanno saputo cambiare rotta e che adesso sono l’ESEMPIO.
Il mio personale grazie va a un consigliere del V quartiere.
Poco tempo fa un’altra festività religiosa, anch’essa dedicata alla Sacra Vergine stimolò il mio interesse, si trattava della festa di Giostra, alla Parrocchia di San Matteo. Allora vedendo una grande quantità di luminarie mi lasciai andare a una infelice considerazione su Facebok: “chissà quale padrino avrà contribuito”?. Pensavo che la cosa fosse passata inosservata e invece, qualche giorno dopo, un tizio in vespino vedendomi si ferma e mi chiama: ”senta lei è Sturiale? Ccià parrari”, sinceramente in quel momento sono stato pervaso da sensi di paura, avrei voluto scappare. Il tipo solleva il sedile del vespino e ne trae un carpetta, mi rassereno. “Venga, le faccio leggere, queste sono le carte che attestano i preventivi, gli sponsor e le fatture “siamo gente onesta, e la festa serve a noi per ritrovarci in Oratorio o in parrocchia, vogliamo bene a nostri figli, NOI”, “Noi non abbiamo bisogno di delinquenti, sappiamo stare insieme, in pace”
Ovviamente la cosa mi ha scosso, ma a pensarci bene era questo che mi dovevo aspettare; anni di impegno e di duro lavoro effettuato in Oratorio da preti speciali e a scuola dove vi è la più impegnata Preside di Sicilia, non potevano essere dispersi nel nulla