Per quattro giorni , dal 22 al 25 Ottobre, cento studenti italiani con i/le loro insegnanti, giunti a Marano di Napoli da ogni parte d’Italia, vivono un’esperienza straordinaria. Per quattro giorni raccontano il mondo che sognano con gli spot realizzati a scuola sui temi della legalità, della bellezza, della giustizia, dell’integrazione, dell’ascolto e del rispetto di sé e dell’altro; parlano e incontrano uomini e donne che contribuiscono in modi differenti a questa idea di mondo. Scoprono così che c’è una grande comunità di persone che lavorano per questa idea: ci sono le scuole di Marano, consorziate per condividere questo progetto; ci sono i familiari delle vittime innocenti della camorra, che tengono viva la memoria dei loro cari perché quello che è accaduto non debba più ripetersi e accadere ad altri; c’è l’imprenditore coraggioso che dà lavoro agli ex detenuti, offrendo un’opportunità di vita dignitosa a chi da altri è considerato “rifiuto umano”; ci sono i rappresentanti di Libera e Legambiente che invitano a fare per poter sognare; c’è Andrea Lucisano, giovane filosofo-attore-cantante-regista che invita a cogliere e fare proprio il valore dell’ ”essere” contro la schiavitù dell’ “avere”; ci sono le “mamme del festival” che accolgono, cucinano per gli ospiti, si trasformano in attrici che parlano alle altre donne di libertà e giustizia; ci sono le famiglie degli e delle studenti di Marano che accolgono, ospitali e generosi, nelle proprie case i “gemelli” giunti da tutta Italia; ci sono Jessica e Nadia, che sciolgono ogni nodo e problema organizzativo dando ad ognuno la certezza che al Festival tutto funziona al meglio; c’è il mago Gentile, straordinario, che accompagna con leggerezza sorridente la manifestazione e fa sognare che tutto sia possibile; ci sono gli amici antichi del festival:, uomini e donne dello spettacolo e del mondo della cultura, da Renato Scarpa ad Elena Pasetti, a Mussi Bollini. Tutto questo succede, e cresce, da diciassette anni, da quando Rosario D’Uonno, uomo gentile e di grandi idee, nel 1997, ha pensato e realizzato il primo Festival dello spot sociale: un’idea bella e difficile nella città di Giancarlo Siani, in terra di camorra. Eppure è proprio questa la sua forza: è il disastro dell’ illegalità, della presenza distruttiva e ramificata della criminalità organizzata, che fa nascere e nutre la passione ed il desiderio di cambiamento. Grandi alleati e veri protagonisti sono insegnanti ed i ragazzi e le ragazze delle scuole di Marano e di tutta Italia che qui si gemellano, vivono insieme giorno e notte per condividere un sogno che pian piano, lo sanno per certo, diventerà realtà. Basta volerlo e aggiungere, dopo giorno, un granello, un nuovo compagno di viaggio, confermare la vicinanza e la condivisione, costruire insieme, continuare a fare, senza cedimento.
Scorrono gli spot, emozionanti, diversi, veri; i ragazzi e le ragazze con i loro docenti ci mettono l’anima e la faccia: sono attori, sceneggiatori, registi, musicisti. Non denunciano soltanto, ma suggeriscono vie da seguire per venir fuori dal disastro: usare altre parole, avere altra prospettiva sul mondo, avere sguardi puliti, dare valore e non prezzo alle cose, capire, conoscere e fare.
Così, quando il prof. Rossitto di Libera, amico antico del Festival, dice che “sarebbe tutta un’altra storia” se l’Italia fosse pensata dai giovani che ora sono a Marano, noi, donne e uomini di scuola, concordiamo e chiediamo di riproporre in tutte le scuole d’Italia gli spot di Marano, per farne strumento dell’ Educazione alla Cittadinanza e alla Costituzione, un insegnamento fondamentale , introdotto nei nostri curricoli da pochi anni e lasciato lì, peregrino, povero, stretto nei tempi, da reinventare e costruire.
Che gli spot maranesi , strumento vivo e giovane, divertente ed efficace, di denuncia, di educazione alla responsabilità , alla Bellezza, alla Cittadinanza, entrino nelle scuole, prolunghino per un anno e per migliaia di giovani l’esperienza straordinaria di Cittadinanza attiva che ogni anno Il Festival regala per quattro giornate ai nostri cento fortunati gemelli .
Pina Arena