di Francesco Polizzotti
Palermo, la città che tra le prime ha vantato un Parlamento in Europa. Era il tempo di Federico II, l’Isola godeva di una fiorente cultura di governo e grandi ideali di stato animavano la corte degli Svevi regnanti. Basterebbe questo a nobilitare chiunque si appresta alla guida di una delle città più belle d’Italia, tra voglia di riscatto dei palermitani e un passato ingiustamente tributato alla criminalità e alla corruttela politica.
Sono ormai lontani i giorni dello scontro aperto tra mafia e Stato, tra le tangenti dell’imprenditoria che, pur di avere un lotto da edificare, versava somme ingenti nelle casse dei potentati locali. Il Comune era la sede del malaffare e la Regione il terminale a cui batter cassa per scempi mascherati da fondi che avevano come capitolo di spesa la riqualificazione e l’emergenza abitativa ma che nei fatti ha prodotto povertà, degrado e danni ingenti al patrimonio artistico-ambientale della città.
Interi quartieri come lo Zen, Brancaccio, Cruillas,Tommaso Natale, Bonagia dovevano essere esempi di edilizia popolare a largo respiro ed invece sono state realizzate “conigliere”, agglomerati dove l’amministrazione ha relegato intere comunità e famiglie, spesso senza servizi territoriali adeguati.
Palermo si sveglia ogni giorno con i sequestri dei vigili del nucleo tutela patrimonio artistico di numerosi immobili abbandonati al degrado e al’incuria: chiese, palazzi, residenze un tempo nobiliari. Simbolico il sequestro nel novembre scorso del teatro marmoreo di re Filippo V di Spagna, in piazza Vittoria, proprio di fronte Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana. Una situazione drammatica che vede proprio nei beni culturali, la parabola di un’amministrazione dimissionaria, dopo il doppio mandato del sindaco Diego Cammarata, rea di un disastro amministrativo che ha messo d’accordo tutte le forze politiche, ad eccezione del Pdl, partito di appartenenza del primo cittadino uscente, distintosi per la “politica del fare” di berlusconiana accezione ma che tra scandali e abusi consegna Palermo al destino di una tornata elettorale particolare, dove i riposizionamenti sono all’ordine del giorno.
Le segreterie di partito hanno avviato le consultazioni per scegliere i candidati per il rinnovo del consiglio comunale e per il governo della città. Di nomi ce ne sono parecchi in lizza. Il Centrosinistra si prepara all’appuntamento con le primarie del prossimo 4 marzo con ben quattro nomi di tutto rispetto: l’icona della società civile palermitana ed europarlamentare Rita Borsellino, appoggiata dai dirigenti nazionali del Partito Democratico (in testa Bindi-Bersani) dell’Italia dei Valori a trazione Leoluca Orlando (storico sindaco della “primavera di Palermo” negli anni novanta) e di Sinistra ecologia e Libertà; il deputato regionale e già segretario cittadino dei Ds e consigliere comunale Davide Faraone, sostenuto dai c.d. “rottamatori” che a livello nazionale fanno riferimento al sindaco di Firenze Mattero Renzi; Antonella Monastra, consigliere comunale uscente, con un trascorso in Rifondazione e Sinistra l’Arcobaleno, già definitasi “indipendente che ascolta e non urla”; l’enfant prodige Fabrizio Ferrandelli, il 31enne ex Idv, con una militanza ambientalista nei Verdi, distintosi per aver sfidato il suo partito pagandone l’espulsione, che potrebbe ottenere le preferenze di quell’area dei democratici in sofferenza per la scelta di Bersani che ad oggi raccoglie la maggioranza dei dirigenti regionali.
Infatti, nel Pd, le tre correnti distribuite attorno alle leadership del sen. Giuseppe Lumia, dell’on. Francantonio Genovese e del deputato regionale Bernardo Mattarella si giocano proprio la segreteria regionale dietro l’esito delle consultazioni della base.
La scelta dell’attuale segretario regionale Pd, Giuseppe Lupo (ex Margherita che deve la propria elezione proprio all’impronta del consenso ottenuta dal deputato messinese Genovese), di siglare un accordo con le forze del centrosinistra, escludendo aprioristicamente alleanze con i moderati del Terzo Polo.
Terzo Polo che punta sul volto giovanile proveniente dalla società civile di Massimo Costa, presidente del Coni Sicilia che ha raccolto attorno a se le attenzioni anche del centrodestra che ancora non sembra avere chiaro quale strategia perseguire per garantire alla competizione un proprio candidato sindaco, dopo l’accordo tra Casini, Fini, Lombardo e Miccichè. In pressing l’attuale Presidente dell’Ars, Francesco Cascio.
Quali programmi per Palermo? Nel corso del tradizionale incontro con i media e il mondo delle comunicazioni, il cardinale di Palermo Mons. Paolo Romeo ha chiesto alle forze sociali e politiche, programmi concreti e chiari. Non nascondendo la vicinanza del porporato alle posizioni “centriste” –fu suo l’anatema contro il ribaltone alla Regione, operato dal Governatore Raffaele Lombardo nel 2009 contro Udc e Pdl – Romeo ha affidato ai laici cristiani un impegno diretto in vista delle amministrative. Ma a parlare di programmi è per ora solo la sinistra. In attesa della convention del 21 marzo del candidato terzopolista Costa, in cui proporrà il programma dell’alleanza Udc-Mpa-Fli-Grande Sud.
La Borsellino, che proprio in queste settimane ha avuto l’appoggio del sindaco di Napoli e collega parlamentare a Strasburgo per l’Idv Luigi De Magistris, ha già annunciato un “piano per le scuole di frontiera”, contestualmente alla visita in città alla scuola dedicata a Giovanni Falcone allo zen del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. “Gli istituti stanno crollando a pezzi, un edificio su due è inagibile. Pertanto, è necessario – afferma l’europarlamentare S&D – provvedere a un piano straordinario per l’edilizia scolastica, partendo dall’utilizzo pieno e celere dei fondi Fas. La priorità deve essere data alle scuole di frontiera”. A sostegno della sua candidatura alle primarie un cartello di associazioni culturali, dove non mancano “Addiopizzo” e “L’Altra Storia” già movimento fondato dalla Borsellino nella corsa alla presidenza della Regione nel 2006.
Domenica scorsa c’è stato anche il debutto di Fabrizio Ferrandelli al Politeama, dopo il solito week end passato a girare i quartieri con un tuffo nella movida per incontrare gli elettori forse più disillusi a parlargli di politica per la città. Una città che Ferrandelli ama definire “melting pot” di diverse culture e religioni e che deve confermare anche per il futuro la sua multiculturalità, e tornare ad essere la Capitale del Mediterraneo. Ferrandelli sembra molto attento al mondo dell’infanzia e dell’educazione dei minori svantaggiati. “Gli asili nido a Palermo – ricorda Ferrandelli – sono 26 e accolgono solo 981 bambini a fronte di 2.098 domande presentate: il 46,76% dei bambini, le cui famiglie hanno fatto domanda, riesce a frequentare il nido comunale. I bambini da 0 a 3 anni, sono 20.000 di cui 15.000 potenziali utenti degli asili nido. In base a quest’ultimo dato, solo il 6,47% dei bambini riesce effettivamente a frequentare un nido comunale. In altre parole 6 bambini su 100”.
“Sosterremo la sua candidatura – dichiara Domenico Corrao, presidente nazionale del Partito del Popolo Siciliano – perchè riconosciamo in Fabrizio Ferrandelli non solo un candidato ideale per la guida della città di Palermo, ma anche una persona competente e corretta che siamo certi saprà garantire il rispetto dei diritti civili. Anche il segretario nazionale, Antonino Maisano, che ha incontrato Ferrandelli, approva questa scelta”.
Altro sfidante delle primarie Davide Faraone tra i primi ad ufficializzare la propria candidatura a sindaco, nonostante i veti dell’establishment del Pd regionale. Estroso nei manifesti, è il candidato che si connota più di ogni altro per l’atteggiamento di critica per la gestione del partito in città e nella costruzione di un’alternativa al centrodestra nella sua veste di capogruppo uscente a Sala delle Lapidi. Sue le iniziative in bicicletta lungo le vie principali di Palermo che richiamano le gesta del sindaco di Firenze Matteo Renzi, sceso a Palermo per fare campagna elettorale a suo fianco. Entrambi classe 1975, due che del “compromesso storico”ne hanno fatto un sigillo elettorale, Faraone dirigente di sinistra e già giovane militante comunista, l’altro, Renzi, democristiano eletti entrambi tra il 1999 e il 2000 alla guida dei Ds a Palermo e del Ppi nella provincia di Firenze.
Antonella Monastra, ginecologa presso un consultorio di quartiere (Danisinni) e più volte consigliere comunale per la sinistra cosiddetta “radicale”, che sogna di liberare i palermitani, potrebbe incarnare l’animo più ribelle di una città che si vuole svecchiare. “Cominciai giovanissima a fare politica ma dalle segreterie politiche sono stata sempre lontana”. A sostenerla un movimento “Sedie volanti” che, già nella definizione, sa di rivoluzione, almeno culturale. E non poteva mancare in questa competizione un movimento apertamente femminista “PalermoPiùDonnaPiù” e Sem. Ultima a presentare le firme necessarie al comitato delle primarie, forse perché di apparati alle proprie spalle ce ne sono ben pochi, in compenso ha un’attività consiliare di tutto rispetto. Suo il motto “Libera il voto” per le primarie.
Palermo è anche la prima città in cui il Partito Democratico lancia “Destinazione Italia”, campagna promossa in occasione delle elezioni amministrative. In questi giorni presenti nel capoluogo il segretario democratico Pierluigi Bersani, così come la presidente del partito e vicepresidente della Camera Rosy Bindi a Catania.
Nota del centrosinistra sulle primarie:
“Le primarie sono uno straordinario strumento di partecipazione a disposizione dei cittadini per scegliere il candidato Sindaco del centrosinistra unito, aperto alle migliori espressioni della società civile, alle prossime elezioni amministrative a Palermo. Il Tavolo politico delle Primarie ha lavorato in queste settimane per assicurare, con regole certe, pari opportunità tra i candidati in campo e chiarezza in tutte le fasi di svolgimento delle primarie. Sul voto ai migranti e ai minorenni abbiamo stabilito modalità di voto che garantiscano da un lato ciò che le attuali leggi italiane non garantiscono, e cioè la possibilità di esprimersi con un voto alle primarie pur non potendolo fare alle consultazioni formali perchè non cittadini italiani o cittadini di età inferiore ai 18 anni e, dall’altro, unicità e trasparenza del voto, qualità che per i cittadini italiani e per i maggiorenni sono tutelate dalla tessera elettorale. Ogni altra considerazione, come quelle fatte da qualche candidato, sono strumentali e appaiono incomprensibili e comunque dannose per l’intera coalizione di centrosinistra e per i movimenti rappresentati. Pertanto, si chiede a tutti i candidati una maggiore sobrietà e rispetto per il lavoro compiuto, astenendosi da giudizi quantomeno ingenerosi verso coloro, partiti e movimenti, che anche tra difficoltà stanno operando nell’interesse di tutti e di Palermo”. È quanto dichiarano in una nota congiunta i segretari provinciali Vincenzo Di Girolamo (Pd), Pippo Russo (Idv), Sergio Lima (Sel), Davide Ficarra (Federazione della Sinistra-Prc), Maximo Ghioldi (Verdi) e i rappresentanti del cartello dei movimenti “Per Palermo è ora” Titti De Simone e Ottavio Navarra.