Lavoratori al macello

Quando il lavoratore è carne da macello. La cronistoria ragionata e documentata di un decennio di lotte di facchini e proletari sostenuti dal Si Cobas (Sindacato Intercategoriale Cobas Lavoratori Autorganizzati). Un documento che si presenta come risposta all’attacco subito dai lavoratori dall’azione congiunta di governo e aziende supportati dai mass media e da un’ informazione parziale e pesantemente controllata.

Può riassumersi così il testo ‘Carne da macello’, Red Star Press. Un libro documento ricco di dati, ma ben strutturato, fruibile anche ai ‘non addetti ai lavori’. 90 pagine per 10 anni di storia, quella vera, quella nascosta, quella sfuggita alla deformazione mediatica.

90 pagine per decine di lavoratori colpevoli solo di aver reclamato i propri diritti. Uomini e donne costretti a ritmi di lavoro sovrumani, con stipendi ben sotto il limite imposto dalla legge. Niente ferie. Niente assicurazione sanitaria. ‘Se ti sta bene è così, sennò vai a casa’. E una volta a casa, niente indennità di disoccupazione, perché i contributi non sono stati pagati. Scioperanti descritti dai media come terroristi, presentati come ‘nemici’ del popolo italiano perché impoverivano gli scaffali dei supermercati. Non una parola sui motivi a monte delle loro rimostranze. “Questo testo nasce proprio dall’esigenza di informare chi vede nel lavoratore che sciopera un nemico” ha affermato Giuseppe d’Alesio, Si Cobas Napoli, durante la presentazione del testo alla Bouganville occupata di Messina. Luogo ad hoc per un evento del genere, perché protagonista di un’occupazione da parte di 5 famiglie in emergenza abitativa. “Perché anche la negazione di una casa dignitosa – continua d’Alesio – è una negazione dei diritti fondamentali dell’uomo”.

Ed è proprio quando l’uomo viene privato dei propri diritti, che interviene il Si Cobas. Che sia per una casa dignitosa, che sia per il rispetto di un contratto di lavoro, “obiettivo principale è quello di istruire, far conoscere e illustrare quello che per legge e a buon diritto spetta a ogni cittadino” ha sottolineato in sede di presentazione Marco Mattei, Si Cobas Modena, che ha più volte ribadito come lo scopo dell’azione del sindacato dovrebbe essere quello di “rendere autonomo il lavoratore, affinché sappia poi muoversi e autogestirsi in completa autonomia. Processo che può verificarsi solo tramite la diffusione della conoscenza di ciò che è legalmente dovuto. Il Si Cobas ha ottenuto importantissimi risultati proprio grazie a questo”. Risultati sconosciuti dalla maggior parte del popolo italiano, informato solo dei disordini e non dei motivi che hanno spinto centinaia di persone a scendere in piazza SEGUENDO I PRINCIPI DELLA NON VIOLENZA. Le immagini diffuse dai media ritraggono scene in cui fumogeni e manganelli fanno da padrone, omettendo particolari fondamentali: scioperanti disarmati, muniti solo di bandiere e megafoni, fatti disperdere a suon di bastonate. Picchetti risolti spesso in tragedia, con tir che travolgevano manifestanti.

A questa informazione parziale il libro risponde con dati, storie di lotte e di grandi successi, ma soprattutto con immagini VERE, COMPLETE E AUTENTICHE, contenute in un DVD (“Fino alla vittoria”) che documenta la lotta del proletariato del settore carni che dal 2015 coinvolge le aziende del gruppo  Levoni: Alcar Uno e Global carni. A questa lotta il testo dedica l’intera seconda parte, dalla quale emerge la storia di lavoratori costretti a ritmi doppi rispetto ai limiti previsti dalla legge, a firmare buste paga false. Uomini e donne privi dell’assicurazione sanitaria e delle regolari ferie. Un proletariato compatto “che ha capito che l’unione fa veramente la forza. Che insieme, senza differenza di razza, cultura, sesso o nazionalità, accomunati da uno sfruttamento che ha il sapore della schiavitù, si possono raggiungere i risultati” afferma d’Alesio, sottolineando un punto cruciale della lotta del proletariato: il ruolo dei lavoratori immigrati. Importante elemento utile a sfatare le comuni idee xenofobe che identificano l’immigrato come il lavoratore incline all’accettazione di qualsiasi condizione lavorativa.

Oltre alla questione dell’immigrazione, la prima parte di ‘Carne da macello’ affronta altre tematiche cruciali: il ruolo dei sindacati governativi, più attivi dalla parte delle aziende che dei lavoratori; il ruolo delle forze dell’ordine, presenti contro i manifestanti e latitanti nei confronti dei soprusi; il ruolo che la lotta dei lavoratori ha spesso avuto nello scoperchiare intrecci affaristico criminali. In ultimo, ma non per importanza, il caso di Aldo Milani, presidente nazionale Si Cobas, accusato di corruzione nonostante numerose testimonianze video abbiano provato il contrario. “Questione utile a comprendere come il sistema governo/magistratura/aziende tenti di minare una minaccia come il Si Cobas, diffamandone pubblicamente il rappresentante principale” spiega d’Alesio.

“Ad oggi, i successi ottenuti dalle lotte sostenute dal Si Cobas vedono lavoratori che svolgono orari di lavoro che vanno dalle 6 alle 8 ore giornaliere, ferie pagate e assicurazione sanitaria” afferma con orgoglio d’Alesio. Traguardi mai svelati dai media, perché la diffusione dei successi delle lotte implica la conoscenza dei motivi che, a quelle lotte, hanno portato. “Lotte non violente, vinte grazie al supporto dei tanti solidali che hanno permesso alle decine in sciopero, di diventare le centinaia che il 16 giugno hanno manifestato in tutte le principali città italiane” ha affermato, sempre in sede di presentazione, Marcoflavio Cappuccio, Frazione Internazionalista Rivoluzionaria, ricordando così lo sciopero nazionale previsto per il prossimo 27 ottobre, e sottolineando come sia “importante emulare i successi di giugno per rilanciare la mobilitazione”.

Una mobilitazione che faccia passare un messaggio comune: ciò che è ‘Diritto’, va difeso.

GS Trischitta