I grandi paradossi di una città “metropolitana”, una città che firma contratti per il transito del turismo crocieristico da oltre 10.000 presenze la settimana.
Ogni giorno Messina si confronta con migliaia di turisti, altrettanti lavoratori e studenti provenienti dalla prospiciente Calabria come dalla nostra provincia, ovviamente questo comporta un vissuto quotidiano da parte di una popolazione quanto mai promiscua, in tutto anche nelle proprie esigenze. Per questo si immagina, con facilità, una città accogliente per vocazione, capace di accogliere chi spende nei nostri negozi, consuma nei bar della nostra città e qui pranza, paga l’affitto e quanto altro possa contribuire alla crescita economica. Di conseguenza Messina, nella figura dei suoi amministratori ricambia con affetto; regala pignolate e rose rosse ai turisti.
Ma non basta a renderci ospitali ed accoglienti e nemmeno buoni cittadini.
La città versa in condizioni così tristi da non comprendere a quale titolo la gente venga, cosa li attrae. Forse i siti archeologici offerti alla vista come dei biotipi lacustri; vedi San Giacomo Maggiore, monumenti gestiti in maniera privatistica, a questo aggiungiamo gli atavici problemi che ci attanagliano; marciapiedi del centro storico impraticabili perché le buche vengono transennate in attesa di stabilire di chi è la competenza del ripristino, autofficine ed autolavaggi che occupano i marciapiedi come estensione dei loro locali, cassonetti privi di copertura e maleodoranti, che fanno da cornice ai nostri palazzi.
Tutto ciò, come se non bastasse, viene surclassato da quello che può definirsi come la ciliegina sulla torta, l’impraticabilità “istituzionalizzata” per i portatori di handicap.
A questo proposito possiamo annoverare tutta una serie di pali per la segnaletica orizzontale e per la pubblica illuminazione posti in modo tale da non garantire lo spazio minimo per il transito di una carrozzina, vedi alle spalle della Chiesa dei Catalani; al lato dello scivolo per l’ingresso di portatori di handicap al palazzo Zanca; a sinistra della banca del sud; sul viale Boccetta etc etc. etc.
Continuiamo con parcheggi a strisce blu dipinte ignorando lo scivolo del marciapiede sull’attraversamento per portatori di handicap, in via C. Battisti angolo via I Settembre, ma assolutamente la cosa peggiore è da vedersi in via C Battisti angolo via Cicerone e in via Boccetta angolo via V. Emanuele dove, nel primo caso un archetto metallico interrompe il marciapiede e la stessa linea bianca per gli ipovedenti, mentre nel secondo caso l’archetto chiude di fatto lo scivolo che dovrebbe permettere ad un portatore di handicap di usare la banchina.
Ovviamente non contiamo le automobili “normalmente” parcheggiate sui marciapiedi sino ad impedire il normale transito pedonale.
Vocazione turistica, è ciò che all’unisono acclamano per Messina i nostri amministratori, ma sono sicuro che una maggiore vocazione ai bisogno degli utenti oltre che dei cittadini non potrebbe far altro che migliorare una città che da anni vive unicamente nella cultura dell’individualismo più bieco ed egoistico, e nulla importa se manca uno scivolo in quell’anglo di marciapiede perché tanto con cinque file di auto parcheggiate, chi se ne accorge.
Come invece hanno affrontato il problema a Trento: http://gliitaliani.it/2010/02/barriere-architettoniche-la-storia-infinita-e-il-sistematico-menefreghismo-delle-amministrazioni/