Le domande che non ti ho fatto

Caro Sebastiano,

tante volte avrei voluto scriverti queste parole. Ho tentato, ma il tuo riserbo è stato inoppugnabile. Mi sarebbe piaciuto venire a trovarti lì a Novara, dove ti nascondevi dal mondo che avevi raccontato. La notizia della tua morte è giunta inaspettata alle mie orecchie.

Che ironia la morte!

Tanto inaspettata quanto la recente candidatura al Nobel. Che ironia la vita! Me ne vergogno un po’, ma nessuno mi aveva mai parlato di te prima dei miei 22 anni. Da allora, inseparabile, la curiosità di conoscerti, tramite i tuoi scritti tramite la tua vita letteraria, mi ha accompagnata fino ad oggi. Antonia Antalo Italo Tavolato Dino, il caro Campana, fino a Timodemo, Mecenate e Virgilio mi hanno accompagnata nell’universo letterario che tanto ti era caro. Mi sono sempre chiesta quale sia la distanza reale tra un personaggio ed il suo creatore. Forse avrei voluto chiedertelo.

Sono certa mi avresti dato una risposta esauriente. Protagonista indiscusso sei stato della storia sociale di questa nostra povera Italia, hai scavato nelle profondità dell’animo sociale dell’uomo. Ti sei fatto beffa dell’italianità: “Ottimi cuochi e ottimi cantanti, buoni camerieri, gli italiani, come tutti sanno, sono privi del senso dello Stato e incapaci di amministrarsi. Molti dei partiti politici che governarono quel beato paese in un remoto passato hanno lasciato la loro traccia nell’aneddotica popolare e nelle <<barzellette>>.” Tristi, ma grasse risate: così scrivevi in 3012. Cosa significava scrivere per te, caro Sebastiano?

Non era forse un grande contributo civico il tuo, oltreché letterario? Non hai forse creduto, anche solo per un momento, che la storia ricca di questo popolo agonizzante potesse essere letteratura e che la letteratura stessa potesse essere vita? Mi piace pensarlo. Vivo un’età bastarda, figlia illegittima di grandi autori come te, come il tuo compagno rinnegato Sanguineti. Non mi resta che assorbire la tua invettiva, la tua provocazione e chissà che persino questo giorno funesto non sia una ennesima tua provocazione alla pomposità accademica proprio ad un passo dal Premio Campiello alla carriera e dalla candidatura al Nobel?

Sebastiano Vassalli nasce a Genova nel 1941. Ha vissuto a Novara fino all’età di 73 anni.

Laureato in lettere a Milano, ha partecipato al Gruppo63, fornendo, insieme a Sanguineti ed altri del suo calibro, un importante contributo alla neoavanguardia artistica attiva negli anni settanta in Italia. Si dedica, successivamente, alla letteratura, volgendo il proprio sguardo, in particolare al romanzo storico.

Tra i suoi romanzi più famosi e riconosciuti: La notte della cometa. Il romanzo di Dino Campana (1984), La chimera (1990), Un infinito numero (1999). Vincitore del premio Strega con La chimera, si è, in seguito, rifiutato di partecipare ad ulteriori premi letterari, accettando esclusivamente eventuali riconoscimenti alla carriera.

Ha recentemente ricevuto la candidatura al premio Nobel 2015 per la letteratura e avrebbe ritirato a settembre il Premio Campiello alla carriera.

Vale Antonella