Con la firma di Carlo Cantali sono arrivate a 17 le firme che chiedono che sia portata in Aula Consiliare la discussione sulla sfiducia al Sindaco di Messina, Renato Accorinti. Oltre alla discussione politica, che si è subito accesa tra gli irriducibili da tastiera che vogliono il sangue e la testa del primo cittadino free Tibet e gli adepti della rivoluzione dal basso che parlano senza mezzi termini di golpe, si deve tener conto di alcuni rilievi di forma e di sostanza che possono, oggi per allora, essere tema di discussione davanti al giudice amministrativo. Detto questo, crea un grande danno ai fautori della sfiducia aver raccolto le firme necessarie senza nessuna identificazione dei Consiglieri Comunali che hanno firmato.
Basta guardare il documento che gira in rete, sul quale un buontempone trasformatosi in professore di lettere ha messo come voto un bel 2 alla mozione di fiducia, per rendersi conto che i firmatari, convinti di una certa qual loro autoreferenzialità, non si sono premuniti di mettere neanche la loro data di nascita figurarsi gli estremi di un documento di riconoscimento. Per altro verso, non risulta neanche che qualche funzionario abbia certificato l’apposizione della loro firma.
Addirittura gli ultimi tre presunti firmatari (La Russo, la Sindoni e la Scuderi) non hanno firmato la sfiducia ma un foglio totalmente in bianco. E’ questo il documento che dovrebbe dare il via alla discussione sulla sfiducia al Sindaco in Consiglio Comunale? A molti non sembra e già circolano voci sulla necessità di doverlo ripresentare e rifirmare. Altri dubbi sulla valenza del documento sono stati fatti rilevare in merito alla data di presentazione e sul termine per il suo completamento. In altre parole, un atto presentato a Luglio 2016 poteva ancora essere firmato dopo 6 mesi?
E’ chiaro che i consiglieri comunali sono conosciuti e riconoscibili, quali pubbliche figure, da tutti. Questo non significa che negli atti formali e sostanziali, come la mozione di sfiducia ad un Sindaco di una città di 250 mila abitanti, non si debbano rispettare la formalità necessarie ad identificare i firmatari. Un rilievo di forma che si trasforma in un vizio di sostanza dell’atto che potrebbe portare alla sua annullabilità.
Intanto, leviamo subito ogni dubbio. La mozione di sfiducia del Sindaco, che deve essere motivata, può formare oggetto di ricorso davanti al giudice amministrativo, la cui giurisprudenza oscilla tra considerarla un atto politico di Alta Amministrazione non sindacabile dal giudice oppure considerala come un atto sindacabile nei limiti della coerenza della motivazione, della veridicità delle contestazioni e della loro riferibilità al Sindaco.
Ad ogni modo, entrando nel merito politico degli atti compiuti, la firma di alcuni consiglieri ha creato malumore, mal di pancia e forti discussioni. Si tratta di Emilia Barrile, la Presidente del Consiglio Comunale di Messina e di Donatella Sindoni la 15° firma dell’atto di sfiducia. La prima chiamata in causa per aver violato il suo ruolo Istituzionale super partes e la seconda per aver firmato un atto di sfiducia pur essendo, secondo un parere della Regione Siciliana ineleggibile. Parere di cui il Consiglio Comunale non ha mai voluto tener conto avendo deciso di attendere la decisione di un giudizio ancora pendente sullo stesso tema.
Entrambe intervistate sulle loro motivazioni, non si sono nascoste ed hanno preferito chiarire la loro posizione.
Donatella Sindoni
La mia è stata una scelta sofferta, sia perché comunque credo nell’alternanza democratica e quindi avrei voluto che questo Sindaco potesse arrivare a fine mandato e sia perché è stata mossa un’azione popolare sulla mia presunta ineleggibilità e quindi sono in attesa della Sentenza del giudice competente. -Perché non volevo che qualcuno potesse strumentalizzare la mia firma o pensare che il mio attendismo fosse condizionato dall’esito del giudizio e quindi ho firmato appositamente.- Io ho ritenuto opportuno, visto che il mio atteggiamento in Commissione era criticato e oggetto di lamentele perché non avevo un comportamento super partes nella commissione “politiche sociali”, di dovermi dimettere per poter esprimere liberamente, con la firma, quello che è il mio dissenso nei confronti di quest’amministrazione che rispetto alle politiche sociali ha totalmente fallito.
Come si vede la Sindoni ha preferito prima dimettersi dal suo ruolo di Presidente di commissione e poi firmare, questo proprio per tutelare il suo comportamento super partes. La stessa cosa ha preferito non fare Emilia Barrile, la 13° firma dell’atto di sfiducia che dovrebbe portare in aula Consiliare il tema sulla fine della legislatura comunale di Messina. 16 firme e 27 voti d’aula, sono questi i numeri necessari a mandare a casa, una volta per tutte, il Sindaco di Messina Renato Accorinti.
A criticare il gesto politico della Barrile sono stati la capogruppo di CMdB Lucy Fenech e Fabrizio Sottile capogruppo eletto nella lista del Movimento Siamo Messina; Ed invero, se si arrivasse sino in fondo ad andare a casa non sarebbe solo il Sindaco ma secondo quello che è conosciuto come l’effetto Sansone, ad andare a casa sarebbe anche il Consiglio Comunale. Leso, quest’ultimo, proprio da quell’organo Istituzionale (la Presidente del Consiglio Comunale) che ne avrebbe dovuto garantire la regolare sopravvivenza.
Lucy Fenech
Io penso che sia veramente fuori luogo la sua firma (della Barrile), perché lei aveva un ruolo istituzionale super partes che avrebbe dovuto garantire tutti quanti i consiglieri comunali oltre allo svolgimento sereno dei lavori consiliari d’aula. Che oggi firmi la sfiducia dopo tre anni e mezzo che come Presidente del Consiglio si è sempre astenuta dal votare qualsiasi atto; che come “Istituzione” è stata sempre attenta e non ha mai preso posizione in Aula proprio per rispettare il principio che la vuole super partes e abbia poi firmato la sfiducia, ecco mi sembra veramente un gesto incoerente.
Ha intenzione di chiederne le dimissioni da Presidente del Consiglio?
Il gesto che lei ha fatto di firmare va a demerito di un Presidente che deve garantire la rappresentanza e l’espressione di tutte quanti le parti. Lei non doveva firmare quel documento (la sfiducia) eventualmente poteva gestire un Consiglio Comunale dove si parlasse di sfiducia.
CMdB ha intenzione di chiedere le dimissioni della Barrile?
Vedremo come andrà a finire ed eventualmente faremo anche questo. De resto, io credo che questo Consiglio Comunale non sia credibile dal punto di vista politico. Infatti, l’amministrazione ( Il Sindaco e la Giunta) non ha tradito la sua linea politica, non ha tradito il programma elettorale (anche se come gruppo chiediamo che si faccia di più e meglio) mentre, dall’altra parte, abbiamo un Consiglio Comunale eletto dal centro-sinistra che è diventato di centro-destra. Un salto della quaglia della maggioranza dei Consiglieri Comunali (che sono passati in massa a destra per seguire il loro referente politico, l’On Francantonio Genovese, impegolato in molteplici vicende giudiziarie, e di cui la Barrile era uno dei più prestigiosi cavalli elettorali.) Per cui un Consiglio, quale Istituzione, che si è costantemente delegittimato in tulle le azioni politiche che ha fatto e pertanto non è idoneo né tantomeno legittimato a dare giudizi di sfiducia sull’altro organo istituzionale, l’Amministrazione.
La sfiducia dovrà essere motivata?
La motivazione dovrebbe sanzionare il tradimento del programma elettorale che in questo caso non c’è.
Fabrizio Sottile
Credo che la Barrile si debba dimettere, non c’è dubbio. Io, intanto sto andando in Aula a dirglielo, poi vediamo cosa il gruppo decide di fare. Ma ribadisco, per me un Presidente del Consiglio che firma la sfiducia si deve dimettere. Io non firmo nessuna sfiducia sino a quando la discussione non arriverà in aula. Se arriva in aula la firmo anch’io ma non vado a fare questo teatrino. Non capisco come un Predente del Consiglio possa votare la sfiducia da una parte e dire continuiamo dall’altra.
La risposta del Presidente del Consiglio Comunale non si è fatta attendere
Emilia Barrile
Io sono un Consigliere Comunale, uno dei 40 consiglieri. Anzi, io ho la posizione d’apertura del Consiglio Comunale. Se non era una mia competenza (firmare la sfiducia) non l’avrei fatto. Poteva essere un’opportunità, più o meno, sicuramente è una cosa di legittimità. Io mi ricordo che quando si fece la sfiducia del Sindaco di Barcellona (la Collica) il primo a firmare è stato il Presidente del Consiglio Comunale. In ogni caso può essere una questione d’opportunità più o meno, ma siccome la città chiede questo, il mio compito è tutelare i cittadini prima e il Consiglio poi. Prima di tutto i cittadini di Messina. Del resto noi siamo stati nominati dai cittadini e quindi dobbiamo portare i loro diritti in Aula.
Rispetto alla critiche ricevute (Fenech e Sottile) io penserei piuttosto alla sfiducia del Sindaco non a quella del Presidente del Consiglio. Poi, se qualcuno vuole presentare anche una sfiducia nei mie confronti, io sono pronta al confronto politico, non mi nascondo dietro a nessuno e dietro a nessun potere forte.
Particolarmente gongolante Giuseppe Trischitta che, assunto il ruolo di profeta della sfiducia e oracolo degli scontrini della spesa del Sindaco di Messina, da tempo insiste che i 27 voti d’Aula per togliere la spina all’amministrazione ci sono tutti.
Giuseppe Trischitta
La Presidente del Consiglio Comunale rappresenta il consiglio, però ha anche una sua autonomia in termini politici.
Quindi ritiene che non via lesione del rapporto con il Consiglio Comunale?
E’ l’aula che decide. L’aula decide con 27 voti e quindi non dipende solo da lei. E’ stata una sua scelta personale che voleva essere anche segnale da parte del gruppo politico di cui le fa parte. (Quello dell’On. Francantonio Genovese.)
Concludiamo con Ivana Risitano che oltre a presentare un documento ufficiale di protesta insieme a tutto il gruppo di CMdB (allegato in calce), in merito al gesto politico della Barrile ci ha rilasciato la seguente intervista.
Ivana Risitano
Da una che come Presidente non fa altro che parlare di rispetto istituzionale che la Giunta dovrebbe avere nei confronti del Consiglio Comunale e che comunque dovrebbe essere super partes per il ruolo che riveste, non mi aspettavo una cosa del genere. Questo, anche dopo tutti i provvedimenti dai quali si era astenuta proprio per far valere quell’imparzialità che anche in questo caso della sfiducia avrebbe dovuto tenere.
Presenterete richiesta di dimissione?
Avevo già pensato che fosse sarebbe stato opportuno fare questa cosa, comunque devo ancora confrontarmi con il gruppo consiliare dove valuteremo le azioni da intraprendere.
@PG