Le Gattare juventine: sul palco ossessioni e illusioni

Due sorelle ossessionate dai gatti, dalla Juventus e da Bruce Springsteen. Un’attesa che dura da 30 anni, un padre disperso e una colonna sonora costante. Il tutto ambientato in una periferia del sud del mondo, palco su cui due esistenze si scontrano e si incontrano, unite e divise da medesime passioni e diverse illusioni.

‘Le gattare juventine’ arriva al Teatro dei 3 Mestieri di Messina dopo l’esperienza sui palchi di Catania e Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). La regia di Paride Acacia non rinnega la sua ormai consolidata identità rock presentando uno spettacolo articolato su una colonna sonora, quella di ‘The River’ di Bruce Springsteen, che dal suo consueto ruolo di sottofondo irrompe come coprotagonista.

L’amore per Springsteen lega le due sorelle protagoniste della vicenda. Una passione che, insieme all’ossessione per la Juventus e per i felini, costituisce la bizzarra eredità di un padre che si fa attendere da 30 anni. Disperso e presumibilmente deceduto durante la tragedia sportiva dell’Hysel del 1985, lo stadio in cui si disputò la finale Juventus Liverpool nonostante l’incidente che portò alla morte di 39 tifosi, in maggioranza italiani. “Lo spettacolo nasce dal tentativo di elaborare un lutto: l’ aver assisto all’età di 14 anni alla finale in tv Juventus Liverpool. Quella diretta tv mi colpi molto – dichiara Acacia – E così mi sono immaginato queste due sorelle che aspettano , in verità solo una di loro, il ritorno del padre …da quella fatidica finale dell’ 85. Poi ovviamente ho romanzato il tutto come mia abitudine”.

Una figura sempre presente con la sua assenza. Un attendere mai interrotto, almeno per una delle due sorelle, che sviluppa un fanatico amore per dei gatti che, come il padre, non arrivano mai. ‘Una madre senza figli’ che traspone e somatizza la propria sofferenza in quello che diviene quasi un culto, una religione. Con tanto di citazioni giuridiche e dogmi da seguire. L’essere ‘gattara’ diventa un titolo, un marchio. Così come l’essere juventina. E così la scena si riempie di scatolette di cibo, maniacalmente accumulate per nutrire chi non c’è, ma si aspetta. Da qui le continue e reciproche invettive delle due protagoniste che, sole sulla scena, affrontano il dolore comune con la violenza e la rabbia di chi si sfoga con chi gli è più vicino. Critiche e odio si mescolano per originare accuse e sputare sentenze per un’ossessione ingiustificata, per un corpo troppo magro che funge da icona, per un’illusione che si vuole, si deve, annientare.

Una aspetta, l’altra si rassegna. Entrambe ricordano.

Una valigia aperta che funge da stereo, da cui escono con prepotenza le ballate tanto care al padre. Un simbolo del viaggio, della partenza, di un ritorno sospeso nel tempo. Un tempo che passa in un’attesa eterna. Oppure no?

GS Trischitta

Le Gattare Juventine

Scritto e diretto da Paride Acacia
Con Gabriella Cacia e Milena Bartolone
Aiuto regia: Elvira Ghirlanda
Disegno luci: Adriana Bonaccorso
Organizzazione: Giovanna Verdelli
Produzione: Compagnia Efremrock con Vaudeville

In scena a Messina presso Teatro dei 3 Mestieri. Sabato 11 Marzo ore 20.45 con replica Domenica 12 Marzo ore 18.30