Pagare l’acqua a 13 euro al metro cubo è una di quelle pazzie che possono accadere solo in Italia. L’altra è sapere che da anni avresti potuta pagare molto meno. E se queste sono le cose pazze altre “cose” oggi hanno fatto infuriare i cittadini di Lipari, Panarea, e della altre Isole. Tanto che molti, cumulativamente o singolarmente, hanno presentato esposto denuncia alle rispettive e locali Stazioni dei Carabinieri.
Vivere nelle isole, come tutti sanno, comporta di per se notevoli disagi derivanti dai trasporti, dall’approvvigionamento di beni di sostentamento, dallo smaltimento dei rifiuti e dalla necessità di non poter fare a meno del bene primario l’acqua. Se a questo aggiungi che ne la Provincia di Messina, ne la Regione Siciliana hanno mai prestato molta attenzione a quanto accade nelle isole, se aggiungi la poca attenzione che gli organi d’informazione locali hanno prestato all’Isola, ti rendi conto del come mai ai più sia sfuggita l’Interrogazione presentata dall’ON. Gianfranco Miccichè e dall’attenzione che alla stessa ha prestato il “IL Sole 24”.
Una storia che ci racconta come da trent’anni, intrallazzi ed interessi para mafiosi. hanno costretto gli abitanti di queste isole e i loro turisti a vivere succubi di un sistema affaristico delinquenziale che gioca con la sete dell’uomo. Molto spesso si è sentito dire che gli isolani approfittano dei turisti, che vendono loro le bottigliette d’acqua a 3 o 5 euro ed anche molti penne del giornalismo hanno banchettato a questo massacro mediatico delle nostre Isole e dei loro abitanti.
A costoro mi rivolgo dicendo: ma lo sapevate tra la fine del 2007 e il 2008 il Ministero dell’Ambiente ha stanziato oltre 50 milioni di euro solo per il comune di Lipari al Commissario per l’emergenza delle Eolie – a quel tempo il sindaco di Lipari – per eliminare il trasporto via nave dell’acqua ? E nel farlo uso le stesse parole dell’Interrogazione del deputato Miccichè. Lo sapevate che per gli intrallazzi di una S.p.A, non solo non si è risusciti ad approntare nessun progetto, continuandosi per tal via il trasporto dell’acqua via mare, ma addirittura si è riusciti a rifiutare un’offerta migliorativa del servizio da parte di una società estera che abbassava i costi dell’acqua sino a 1,20 a metro cubo rispetto ai 13 che costa oggi alla collettività ?
Non vi è bisogno delle mie parole per attestare che le isole eolie sono diventate il feudo di potentati e influenti famiglie mafiose e di ndrangheta, bastano le varie relazioni e le intercettazione della Guardia di Finanza che unisco in un unico quadro i viaggi turistici nelle isole , gli appalti progettati e mai realizzati ai trasporti marittimi per acquisire un quadro generale quantomeno inquietante.
Alla luce di quanto detto acquista un senso diversi la denuncia fatta a Lipari dove i numerosi titolari delle attività commerciali di tipo ricettivo e alberghiero, buotique, ristoranti e bar, hanno rilevato che “barconi” provenienti da Milazzo, Porto Rosa, Capo d’Orlando e di varie zone della Calabria che sbarcano “2000” persone al giorno senza controllo, identificazione e regola, hanno determinato la carenza del necessario approvvigionamento idrico sufficiente a soddisfare le esigenze igienico sanitarie basilari. Tanto da essere costretti a rinunciare agli introiti derivanti dalle rispettive attività economiche. E per questo chiedono che alle Autorità Competenti di “accertare la responsabilità dei disservizio e la punizione a norma di legge di tutti i reati ravvisabili”.
Allora ha un senso nuovo se anche a Panarea un Australiana e 28 ulteriori denuncianti, tutti titolari e gestori di attività commerciali nell’Isola, presentano un esposto-denuncia di tra pagine tutto incentrato sulla “problematica attinente il regolare e congruo approvvigionamento dell’acqua nell’isola di Panarea”-
Pietro Giunta
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