Le bancarelle numerate sono affiancate lungo le stradine in terra battuta dell’Orto Botanico.
La cornice di “Una marina di libri” è una delle meraviglie della nostra città, Palermo.
La sua antica storia, la sua importanza, i suoi primati, l’Orto Botanico avvolge un mondo che già di suo è rilassante.
Si anima, comunque, si trasforma in luogo predisposto ad accogliere una delle più virtuose capacità umane.
All’ombra del ficus magnolioide, uno dei gioielli del giardino, si sono proposti momenti e storie, tratti da libri, raccontati da giornalisti, studiosi, autori, per rappresentare al meglio il momento dell’editoria indipendente, nei tre giorni a lei dedicati dal 9 al 12 giugno.
Navarra Editore ha pubblicato da qualche mese un libro,” Le Mille”, della Toponomastica Femminile e curato da Ester Rizzo, autrice dell’ormai famoso “Camicette Bianche”.
Le Mille è una raccolta di biografie, di donne da primato. Alcune sono famose e riconosciute, molte di queste anime sono state oscurate dalla storia e dimenticate.
Magari esistono, nella memoria di chi ne coltiva le passioni, inesistenti per quasi il resto del mondo.
Primati famosi, degni di riconoscimento, importanti, se attribuiti agli uomini.
Le mille è ricerca, è fatica, l’orgoglio di essere donna non ha limitazioni geografiche. Ester Rizzo ha compiuto un’opera che non vale mille nomi, vale mille volte mille, perché mette davanti a un dato oggettivo: la storia è stata storpiata, deviata, influenzata da chi l’ha tramandata. Sono così tante a essere state dimenticate, ignorate e sottovalutate, non è una svista, c’è un forte sapore di cultura maschilista. Con il loro esempio, visibile e riconosciuto, avremmo anticipato i tempi per tutte coloro che avrebbero voluto e non hanno potuto intraprendere il loro cammino.
Abbiamo allestito un palcoscenico, sotto l’incredibile ficus, sabato sera, per Una Marina di Libri.
Donne lavoratrici e per un attimo sono diventate attrici, hanno indossato i vestiti di un primato, lamentata una mancata fama, trasmesso una tristezza, consapevoli e commosse.
Dalla prima esploratrice Gertrude Bell, a Lia Pasqualino Noto, pittrice riconosciuta nella sua arte perché identificata come uomo. Da Rosalind Franklin, la vera scopritrice del DNA , rubato dai colleghi, a Giovanna Cirillo Rampolla, oggi riconosciuta come prima vedova di mafia, ieri fortemente condannata dalla politica e dal momento sociale e storico. Shirin Ebadi, ha avuto il Nobel per la pace, le è costato una vita spesa a difendere i diritti umani, torture alla famiglia e difendersi da un sistema in cui le voci libere devono essere represse.
Il più triste primato ricordato è stato per Emanuela Loi, prima donna in una scorta, uccisa in un attentato di mafia. Emanuela aveva 25 anni e aveva scelto di scortare il Giudice Paolo Borsellino. Un ricordo tenero di chi ha conquistato un ruolo destinato quasi sempre agli uomini, un ricordo di due isole che le sono appartenute, la Sardegna che le ha dato la luce, la Sicilia che l’ha spenta per sempre.
Avremmo continuato con tante altre, c’è dell’incredibile nel leggere le storie di donne a cui dobbiamo certamente qualcosa. Donne che hanno fatto la loro parte. Donne che hanno segnato la storia, anche se non ce ne siamo accorte.
Abbiamo cominciato a tirarle fuori, lo faremo senza più fermarci, la storia ha bisogno di riequilibrarsi, Le Mille ci darà la possibilità di farlo con altre mille. Questa sarà la nostra parte.