LETTERA AD ILARIA

Ciao Ilaria…

Ti guardo…guardo le tue foto in rete…e vedo una bambina dai capelli sbarazzini, con gli orecchini all’ultima moda, come li chiamo io che sono un po’ più grande, come quelli che porta la mia cuginetta e, come lei, tanti altri adolescenti di oggi…perché è così che è cambiata la moda.

Ti guardo, con quegli occhi grandi, che vogliono sfidare il mondo, che urlano “io sono qui”!

A fanculo chi crede che se ti colori i capelli, se porti la cresta e ti buchi le orecchie è per avere attenzione!

Qualcuno ha mai provato a pensare che quella si chiama PERSONALITA’? Che ognuno di noi è libero di manifestare il proprio IO come cazzo gli pare?

E no!! Perché se muori con in corpo l’ecstasy non potevi che meritarti questa fine, atteso che i perbenisti scrivono di te “…con il viso sfigurato da cinque piercing…il lobo dell’orecchio destro sfondato…”.

Che schifo!

Eppure, non c’è alcuno che vede lo sporco su quei colletti bianchi inamidati, lo sporco su quelle mani appena uscite da una manicure da 50 euro, la cravatta da “rituale” scelta ad hoc per quel vestito. Non c’è alcuno che si domanda chi ti abbia venduto quelle maledette “caramelle”, chi le abbia date al tuo coetaneo per farti morire, per regalare quel finale a quanti lo avevano già scritto nelle loro perfette vite?

Ilaria…non conoscevo la tua solitudine. Non so se i tuoi genitori sono andati oltre i tuoi piercing e il tuo taglio ribelle. Non so se eri triste o felice. Non so se “quelle solite canne” ti davano sollievo da una vita che ti pesava troppo. Non so se urlavi con i tuoi silenzi. E non so se speravi di trovare qualcosa, qualcosa che ti avrebbe portato via da quella vita per un istante, in quelle pasticche. In quelle pasticche che poi, ti hanno portato via per sempre.

Oggi non celebriamo il tuo funerale. Oggi a morire non sei TU!

Sono morta IO, educatrice.

Sono morti i tuoi genitori.

Sono morti tutti gli adulti.

È morto chi aveva il diritto di guardarti, di ascoltarti, di abbracciarti.

È morta la nostra coscienza.

È morto chi ti ha giudicato.

È morta la nostra capacità di giudizio.

Siamo noi che abbiamo fallito.

Ti chiediamo perdono per non aver compreso.

La droga è l’amico più caro. Ti consola quando resti da solo. Ti da conforto quando gli altri te lo negano. Non ti abbandona mai. Sarai tu ad abbandonare lei, ma lei non lo farà mai. Ti accompagnerà nel tuo ultimo viaggio, resterà accanto a te fino al tuo ultimo respiro.

Non ci saranno amici, non ci saranno genitori, non ci sarà tempo…ma lei sì. Ti ammalia con i suoi sorrisi, ti fa compagnia con risate isteriche, è sempre lì quando nessun altro sarà lì, proprio dove doveva essere.

Ciao Ilaria…avrei voluto dirti che lo sballo più forte sarebbe stato viverla questa vita…ma ora non c’è più tempo…

A proposito…hai un taglio di capelli fantastico! Sarai un Angelo bellissimo…veglia su tua madre…

 

Monica Capizzano – Criminologa