Libia, nuova tragedia del mare

 Chris Catrambone, fondatore dell’ong Moas (Migrant Offshore Aid Station), ha diffuso via Twitter una foto dei migranti caduti in mare, scattata durante le operazioni di salvataggio, accompagnata dal seguente messaggio: “Non è la scena di un film horror, ma una tragedia della vita reale che si svolge oggi alle porte dell’Europa”

 

Al largo del porto di Zaura, poco distanti dalle coste libiche, si è consumata l’ìennesima violenza su donne, uomini e soprattutto bambini. Oltre 35 i morti, prevalentemente bambini. Sotto lo sguardo impotente di Chri Catambone, che ha lanciato l’immediata richiesta di soccorsi, repentinamente accolta dalla Guardia Costiera Italiana.

L’ìincidente è stato dovuto allo spostamento repentino degli oltre 500 componenti dell’equipaggio della fragile imbarcazione che li trasportava.Cosimo Nicastro ha dato, alla Reuters il primo bilancio di almeno 20 cadaveri.

Le operazioni di recupero sono state coordinate  dalla MOAS

 

 All’intervento di soccorso, coordinato dalla Centrale operativa di Roma, partecipa la nave Fiorillo della Guardia Costiera, a cui sono destinati i cadaveri delle 31 vittime del naufragio, oltre a un’unità dell’ong Moas e a un rimorchiatore. Sul profilo Twitter di Catrambone immagini di un elicottero della Guardia Costiera italiana, che il fondatore di Moas ringrazia, e di un aereo spagnolo che ha lanciato diversi canotti in mare. La cronaca social di Catrambone include momenti di alta drammaticità. Come quando l’operatore umanitario racconta dello sforzo frenetico dei soccorritori per “aprire la stiva bloccata del barcone di legno dove centinaia di migranti sono intrappolati”.