LICCHIA: IDEALISMO E GENEROSITA’

– Pubblicità-

Un’auto malconcia, pochi soldi in tasca e un grande cuore. Così amici e collaboratori descrivono Salvatore Coppola, editore siciliano per anni impegnato nella lotta alle mafie. Originario di Trapani, ha sempre vissuto fra cumuli di libri: amava circondarsi di romanzi, pamphlet, testi di ogni genere. Icona dell’editoria indipendente, è stato colpito da un aneurisma cerebrale nel 2013. La sua morte, avvenuta nell’Ottobre dello stesso anno, non è riuscita a strappare sogni e speranze a chi nell’operato di Coppola ci credeva sul serio. “Non è possibile dimenticare qualcuno come Salvatore – afferma Nadia Furnari, fondatrice dell’associazione Rita Atria – Di lui ricordo ogni cosa: lo sguardo gentile, i piatti di pasta mangiati in fretta al tavolo della sua cucina e la sua naturale propensione al dono.”

Nadia non è l’unica a parlarci del proverbiale altruismo di Coppola, più conosciuto come Licchia: “A volte rimaneva digiuno, perché non aveva un bel niente da mangiare. La sua macchina, una vecchia Audi, era così malridotta che spesso lo lasciava a piedi, ma a lui non importava. Aveva sempre con sé l’occorrente per trascorrere la notte in auto, non sapeva se sarebbe giunto a casa: era arrivato persino a riparare i buchi del radiatore con delle gomme da masticare. Eppure, non smetteva mai di dare. I pochi spiccioli che aveva, li regalava a chi ne aveva più bisogno. Per sé non teneva nulla”. Pino Maniaci, direttore dell’emittente siciliana Telejato, ci racconta di Salvatore con un pizzico di malinconia. “Mi faceva quasi rabbia tutta questa generosità – prosegue poi, scherzosamente – Non ci teneva proprio ai soldi.” Ed era vero.

Salvatore era deciso a cambiare le cose, e l’unico mezzo che aveva a disposizione era la carta stampata. Attivismo, spirito di iniziativa ed entusiasmo non gli mancavano di certo: nel 1984 dà vita alla sua casa editrice, destinata a diventare una fra le più prestigiose del territorio siciliano. Volumi di gran pregio i suoi, ma non era ancora abbastanza. A distanza di dieci anni Coppola Editore cambia volto: nuovo logo, nuove idee, nuovi traguardi. Salvatore racconta della sua terra, dei criminali e degli eroi: intento documentario e desiderio di cambiamento animano le sue pubblicazioni. Ed è soltanto l’inizio. Licchia collaborerà con Telejato, Addiopizzo e I Siciliani Giovani, enti e associazioni conosciute per risolutezza e determinazione. La sua generosità intellettuale, il suo indiscutibile contributo alla diffusione della legalità ha reso possibile la realizzazione di progetti, conferenze e molto altro.

I più lo ricordano sorridente, con i suoi libri sottobraccio, sempre lì dove c’era qualcosa da raccontare, qualcuno da ascoltare, qualche nuova storia di cui parlare. Licchia “baffi e cappello”. Licchia silenzioso, attento, sempre di corsa. Licchia una vita per la sua Sicilia, per la giustizia.

I suoi Pizzini della Legalità, collana nata nel 2006 in risposta ai tristemente noti “pizzini” di Bernardo Provenzano, non sono che l’apice del suo impegno e della sua dedizione, troppo spesso taciuta. I piccoli volumetti, rilegati con cura, raccolgono le vicende di chi la mafia l’ha combattuta sul serio, di chi non può, non deve essere dimenticato. Salvatore ne regalava molti: voleva che tutti avessero modo di conoscere. Per combattere la criminalità è necessario mettere fine all’ignoranza e questo Coppola lo sapeva sin troppo bene.

“Salvatore possedeva un’arma di grande pregio: la cultura. Si tratta di uno strumento imprescindibile: anche Paolo Borsellino lo sosteneva – ricorda Maniaci – Qualcuno in passato ha detto che la mafia verrà sconfitta da un esercito di maestre elementari e io ci credo. Ci credeva anche Licchia.”

Ma istruzione e consapevolezza non bastano, almeno secondo Nadia Furnari. “È necessario che i più giovani imparino ad amare un ideale. Bisogna che gli si trasmetta il desiderio di battersi per dei princìpi, la fiducia nel fatto che la lotta paga, indipendentemente dai risultati. Il nostro Salvatore faceva anche questo.

Del resto “ognuno di noi è un individuo unico, irripetibile e difficilmente rimpiazzabile – come ci ricorda il direttore di Telejato – sostituire un uomo come Salvatore Coppola poi, sarebbe un’impresa impossibile per chiunque.”

Una persona singolare, non c’è dubbio. Resta da chiedersi chi è già pronto a prendere il suo posto, a farsi portavoce di chi non scende a compromessi, di chi proprio non ci sta. 

– Pubblicità-