Forcone: attrezzo agricolo costituito da un lungo manico di legno su cui è fissata una sorta di grossa forchetta d’acciaio a tre o più denti (rebbi); si usa per rimuovere letame o altro (dal Dizionario Italiano Garzanti).
Rimuovere letame o altro. Sembrerebbe quindi l’arnese più azzeccato per chi pone tra i suoi obiettivi quello di rimuovere la classe politica corrotta e mandare tutti a casa.
Da lunedì 16 gennaio e fino a venerdì 20 (in teoria), la Sicilia è (sempre in teoria) paralizzata. Blocchi autostradali, ferroviari, portuali; paralizzate, in uscita, raffinerie e grande distribuzione. La psicosi si fa come sempre sentire, benzinai e, in misura minore, supermercati vengono presi d’assalto. Anche se non è semplice capire la portata di questa paralisi, è indubbio che i disagi esistano. Tutto organizzato dal Movimento dei Forconi e dal movimento Forza d’urto, principalmente agricoltori e autotrasportatori.
La prima domanda che alcuni si pongono non ha una risposta ben precisa: quali sono le rivendicazioni di questi movimenti? Che cosa chiedono? Cosa vogliono ottenere? Già la faccenda si complica un po’. Il problema principale sembra essere il prezzo dei carburanti che in Sicilia è tra i più alti, se non il più alto d’Italia (Lampedusa detiene il record del prezzo del gasolio), nonostante una discreta parte dell’oro nero venga raffinato sull’isola. La soluzione a tutto questo sembra essere una sola: mandare a casa con la forza politici e politicanti che non fanno nulla per sanare questo e altri problemi. Una piattaforma rivendicativa più articolata, che proponga soluzioni concrete, difficile trovarla onestamente. C’è chi parla di Statuto della Sicilia. Chi di autonomia. Chi addirittura di stampare moneta (la Trinacria al posto dell’euro?). Certamente i problemi ci sono, la situazione è drammatica per tantissime famiglie, imprese, cooperative, piccoli negozi, strozzati dai debiti e da una crisi che sembra non avere fine. Ma forse, sostengono alcuni, mettere in difficoltà l’intera popolazione siciliana non è il modo migliore per risolvere o portare alla ribalta il problema.
La seconda domanda è: chi c’è dietro tutto questo? Qui la faccenda si tinge di giallo. Tra i primi messaggi apparsi in rete, dato che obiettivamente la stampa nazionale ha dato poco risalto a tutta la faccenda, appare ben chiara una cosa: il movimento è apartitico e apolitico. Citando testualmente “Chi spunta ad uno dei nostri presidi con bandiere di partito verrà preso a calci in c**o!”. È davvero così? Una rapida ricerca su Facebook porta subito al naso qualcosa di maleodorante. Di malsano. Diversi gruppi riconducibili più o meno direttamente all’estrema destra, inneggiano alla “rivolta di popolo”, al popolo che si è finalmente svegliato per riprendersi ciò che è suo. Un gruppo denominato “Italia Fascista”, tanto per dirne uno. E, soprattutto, Forza Nuova. La pagina Facebook del partito di Fiore appoggia apertamente la protesta dei Forconi, striscioni sono apparsi all’interno dei presidi, iscritti e sostenitori partecipano, non si capisce bene a che titolo, alle manifestazioni.
Ma non era una protesta apartitica e apolitica? Dove sono i “calci in c**o”? Le notizie rimbalzano impazzite e un po’ a casaccio, come sempre in rete, capirci qualcosa comincia a diventare onestamente complicato. Il 15 dicembre 2011, in occasione di una manifestazione dei Forconi a Catania, troviamo Gaetano Bonanno, responsabile provinciale della sezione etnea di FN. Parla dal palco ai manifestanti. Mariano Ferro, uno dei leader del Movimento dei Forconi, ex MpA e cofondatore del partito assieme a Raffaele Lombardo, si dice stupito e indignato, parla di macchina del fango, dichiara, sempre a mezzo Facebook, di non sapere cosa ci facesse FN lì quel giorno, chiede ai dirigenti del partito di estrema destra di spiegarsi pubblicamente. Martino Morsello, altro leader carismatico del Movimento, sostiene di non avere nulla a che fare con FN, di essere socialista e di avere addirittura votato per il PD alle ultime elezioni. Stiamo però parlando dello stesso Morsello che il 10 dicembre 2011 parlò dal palco del congresso nazionale di Forza Nuova utilizzando queste parole: “Il mio augurio è che con Forza Nuova si possa fare un passo avanti nella lotta contro questo sistema di politica corrotta”. Parole che questo novello Giano Bifronte non ha ancora giustificato in alcun modo, sviscerate dal noto cantante parodistico Tony Troja (Qui il link a Youtube per ascoltare l’intero intervento di Morsello.). C’è di più. Il movimento “Sinistra Nazionale”, che si rifà ad un non meglio precisato “socialismo nazionalista” (qualcuno ha detto nazional-socialismo?), attraverso il suo quotidiano “Rinascita”, appoggia la protesta. Sempre attraverso il suo quotidiano ufficiale, anche la Lega Nord, quelli dei “terroni in terronia”, elogia i manifestanti e sprona alla rivolta.
Con questo non si vuole dire che la protesta è pilotata dalla politica, dall’estrema destra. Solo ricordare che, durante i periodi di profonda depressione del nostro Paese, la destra più becera e più sfacciatamente neofascista ha sempre tentato di cavalcare lo scontento. Scontento che indubbiamente c’è, esiste ed è concreto e giustificato. Forse però i leader di questa protesta dovrebbero stare più attenti a quali serpi si mettono in seno.
Infine, terza ed ultima domanda. Se al posto di contadini e camionisti ci fossero stati, diciamo, precari e pensionati, avremmo raccolto i loro pezzetti dai manganelli ancora grondanti della polizia in assetto antisommossa?
In allegato il pensiero di Sonia Alfano sul “movimento” dei forconi
Oreste De Pasquale