Lipari e le sue povertà

Due uomini, due storie che raccontano come ci si può sentire soli anche quando l’isola di Lipari pullula di gente. Le Isole Eolie contano 200.000 visitatori annuali, eppure c’è chi lotta da solo l’abbandono, la solitudine e la povertà. “Ogni giorno dietro la mia porta c’è un pellegrinaggio, tutti cercano lavoro e case”. Segnala, il sindaco Marco Giorgianni

Se qualcuno guardasse oltre le vie affollate e i numerosi yacht di lusso che costeggiano le coste, si renderebbe facilmente conto che c’è chi potrebbe raccontarci qualcos’altro. Storie di abbandono e solitudine.  Così come fanno Roberto Coluccio e Bartolo Zaia.

Roberto ha 49 anni. Per 19 mesi, ha vissuto su una barca che un amico gli ha messo a disposizione per appoggiarsi la notte. Senza acqua calda, né riscaldamenti. Quando la barca usciva in mare, per la pesca, dormiva in spiaggia.

Mi siedo accanto a lui e mi racconta la sua storia con parole semplici, così come solo sa fare.  Era sposato, un matrimonio che gli ha regalato due figli. Ma le difficoltà e le ristrettezze economiche, hanno logorato fino a divorarsi l’amore che c’era con sua moglie. Dopo la separazione, ha dovuto abbandonare la casa.  Non ha un lavoro fisso che gli permette di affittarsi un appartamento, saltuariamente fa il pescatore o quello che gli capita. Un lavoro stabile ha smesso di cercarlo, come ha smesso di sognare una vita migliore da tempo.

Mentre finisce la sua birra e si accende un’altra sigaretta, mi fa visitare la sua nuova casa, una casa vera, che un’isolana dopo aver sentito la sua storia gli ha permesso di occupare, dice di sentirsi fortunato per questo. Ma a marzo, in concomitanza con l’inizio della stagione estiva dovrà lasciarla. Gli chiedo se tornerà in barca, mi sorride. Se non potrà più utilizzarla, dormirà in spiaggia come ha già fatto spesso. Ha dei fratelli, ma anche loro a fatica arrivano a fine mese e ha deciso di non voler gravare su di loro. Anche i figli, giovanissimi, non hanno ancora un lavoro.

Ha pochi soldi in tasca e vive di quello che qualcuno gli porta spontaneamente. Mi dice con orgoglio: “Noi non chiediamo soldi, vogliamo solo una casa. Ne abbiamo diritto”.

E mi presenta Bartolo, lui e la sua famiglia, invece, vivono in 6 in una casa di 20 mq, del rione Canneto, con i servizi igienici non funzionanti. A trovare loro quest’abitazione è stata l’associazione ‘L’oasi delle misericordia’ di Rodolfo Aiello. Ha 52 anni, la moglie è casalinga ed hanno 4 figlie. La più piccola ha solo sette anni, a seguire nove, sedici e vent’anni. La maggiore, al settimo mese di gravidanza, vive in casa con loro. Le ristrettezze economiche, non gli permettono di farsi una vita autonoma con il compagno. Anche lui precario.

Bartolo passa il tempo a chiedere che qualcuno si interessi alla sua situazione, e a cercare di portare qualche soldo a casa, per mangiare. “Ma è difficile, manca il lavoro!”. Non rifiuta nulla, ma sono tutti lavori occasionali, piccole riparazioni, manovalanza, lavoro nei campi. Così come fanno i suoi figli.

Lipari ospita circa 10.500 abitanti,  e conta 8.200 abitazioni, eppure Roberto e Bartolo non hanno una casa. Nonostante la vasta disponibilità di strutture, per lo più chiuse durante i mesi invernali, c’è chi vive in barca o in 20 mq. “Conosco bene le storie – sottolinea Giorgianni – e per le case popolari ho già fatto avviare un’indagine e posso dire che presto faremo chiarezza per stabilire se vi sono appartamenti vuoti o utilizzati da persone senza averne titolo. Per le due famiglie – annuncia il sindaco di Lipari – vedremo anche di poter disporre di qualche contributo da parte dei servizi sociali”.

Ma in realtà nessuna risposta è ancora sopraggiunta.

Quando finisce la stagione e cala in silenzio sull’isola, l’eco di queste storie diventa assordante. Ma nulla è stato fatto per questi due uomini. Storie che racchiudono altrettante storie, con un denominatore comune: solitudine, abbandono, mancanza di lavoro.

Davvero si può fare ben poco, come afferma il Sindaco dell’isola? Davvero una comunità così piccola e concentrata con milioni di visitatori ogni anno non può fronteggiare un’emergenza, benché grande ma ancora circoscritta?     

       Luana Spanò