Lo Stato e la Giustizia italiana, manuale per uccidere i morti

Chi ricorda il film “Down of the Dead” (“Zombi”) di George Romero – e il più conosciuto remake “L’Alba dei Morti Viventi” del 2004, di Zack Snyder  – sa perfettamente che «quando non ci sarà più posto all’inferno i morti cammineranno sulla terra». Ed è assolutamente a conoscenza che non esiste scampo alla fame implacabile di queste creature diaboliche, dei morti che camminano, e che neppure la fuga può regalare la salvezza ad Ana Clark e compagni. Non c’è arma, non c’è pozione, non c’è veleno od antidoto che possa portare alla sconfitta di questi essere immondi, niente che possa sottrarli al limbo e concedergli la morte reale dei sensi. I morti non possono essere uccisi, d’altronde, e scrittori e registi mondiali sono stati costretti a piegarsi di fronte questa dura ma ineluttabile realtà.

C’è, però, nel piccolo vecchio continente che già aveva insegnato all’umanità ad ammazzare i nostri nobili antenati vampiri, chi non si rassegna alla vittoria delle forze dell’Inferno, ed ormai si pone all’avanguardia nella lotta alla non-morte. Tale importante nazione, se pur bistrattata in campo scientifico dalla comunità internazionale, è la Repubblica Italiana, la quale, oggi, dopo aver fatto grandi passi in avanti nella lotta contro le piaghe dell’aborto, del testamento biologico e dell’eutanasia, si trova in uno stadio avanzato persino nella battaglia al Cancro, e la massima parte dei valorizzati ricercatori delle floride università italiane è profondamente convinta, e gli approfonditi studi danno loro ragione, che – come quanto affermato già in precedenza dal capo di governo -, il male verrà definitivamente sconfitto entro le prossime elezioni politiche del 2013. Ormai riconosciuto dalle eccellenze scientifiche mondiali, dunque, il nostro amato Belpaese è pronto a svelare quello che è considerato tutt’oggi il più grande mistero medico dell’età contemporanea, di cui noi siamo ormai padroni incontrastati. Il metodo per uccidere gli zombi.

Nel corso del vecchio e del nuovo secolo e millennio, tramite l’indagine e l’esercizio continuo, lo Stato italiano si è gettato con audacia nell’impresa, ha tratto forza dai piccoli risultati ed ha raggiunto gli ambiziosi traguardi che si era prefissato di momento in momento, addirittura superando le aspettative degli stessi artefici di tali grandiosi progetti. Questo è stato però possibile solo grazie ad uno sforzo comune di ognuna delle componenti scientifico-medico-istituzionali dello Stato, che hanno rinunciato al principio di separazione dei poteri per lavorare congiuntamente ad un’opera non solo politica, ma anche umana. «La lotta ai morti, affinché non facciano sentire la loro sgradevole presenza e non disturbino il quieto andazzo della società dei viventi, è stato un impegno portato avanti con serietà dallo Stato per tre quarti di secolo» ha affermato il noto politologo  Vitale Scordapassato, concludendo che «oggi il mondo, su generosa offerta dell’Italia, potrà conoscere quelli che sono stati i meccanismi che hanno portato al raggiungimento di questo obiettivo storico per la Nazione e per l’esistenza umana tutta». «L’opinione dell’intellettuale rispecchia perfettamente il sentire del Governo» ha ribadito il Ministro per la Negazione dei Fatti Storici, subito plaudito dal Ministro per l’Insabbiamento Giudiziario, che sottolinea come «l’Italia merita rispetto per il duro lavoro e per i rispettivi frutti raccolti, e rappresenta un esempio per tutti quei regimi politici che vogliono fare dell’opacità e dell’ingiustizia il loro marchio di fabbrica».

La Macchina del Potere del giovane Stato italiano, in questo modo, da quand’era in fasce ad oggi, Governo dopo Governo, Parlamento dopo Parlamento, Tribunale dopo Tribunale, è riuscita con destrezza machiavellica a negare ogni forma di trasparenza e compostezza morale e legale a coloro che ne abbisognavano, e che, temerariamente, la ricercavano; ai morti, agli zombi affamati di giustizia e di verità. Ed in questo lo Stato si è dimostrato compatto, con i poteri dell’ordine costituito schierati in blocco unico contro l’onesta  risoluzione dei crimini di Stato, di quelli appoggiati dallo Stato e di quelli semplicemente noti allo Stato. Ed è attraverso l’analisi di alcuni importanti fatti – che trovano casualmente i loro anniversari tutti in questi giorni di metà Estate – che si può comprendere a pieno quale grande impresa politica, ma scientifica, sia stata portata a termine dalle nostre istituzioni. Iniziamo. Nove anni dal G8 di Genova, un morto, centinaia di feriti, condannati in Corte d’Appello  per reati ormai prescritti i 44 imputati fra poliziotti, guardie penitenziarie e medici, tutti attualmente promossi a cariche superiori all’interno dell’esercito italiano, lo Stato, Spartaco Mortola, ex capo DIGOS (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali) di Genova e Giovanni De Gennaro, ex Questore di Genova, ex Capo della Polizia, ex Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, ed oggi direttore del DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), lo Stato, le cui dimissioni sono state respinte dai ministeri dell’Interno e della Giustizia, lo Stato; ancora ignote le responsabilità politiche, nonostante la creazione di una Commissione parlamentare d’inchiesta voluta dal Governo Prodi nel 2007 ed osteggiata da Udeur, Casa delle Libertà ed Italia dei Valori, lo Stato. Diciotto da via D’Amelio, la cui verità appare ogni giorno più distante, confusa negli innumerevoli atti notarili che decretano la fusione definitiva fra l’azienda statale e quella anti-statale, muoiono un giudice e cinque agenti di scorta, sparisce un’agenda, coinvolgimenti dei Servizi Segreti, delle Forze Armate e del Governo, lo Stato; condannato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito delle indagini Bruno Contrada, SISDE (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica), lo Stato. Ventisette dall’assassinio di Rocco Chinnici, magistrato antimafia, Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, carabinieri, e Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile sbagliato, cui mandante fu Michele Greco, assolto dal Presidente della prima sezione penale della Suprema Corte di Cassazione Corrado Carnevale, l’ammazza-sentenze dei giudici antimafia, condannato in Corte d’Appello per concorso esterno in associazione mafiosa, assolto in Corte di Cassazione a causa della nullità giudiziaria di fatti avvenuti in Camera di Consiglio, dunque coperti da segreto, lo Stato. Trenta dalla Strage di Ustica, 81 morti, ancora nessuna verità e nessun procedimento giudiziari per l’accaduto di fronte ad una testimonianza di insabbiamento delle autorità, l’accertata presenza di un intenso traffico militare nella zona aerea al momento dei fatti, le balbettanti e contraddittorie dichiarazioni dell’ex Presidente del Consiglio e della Repubblica Francesco Cossiga, lo Stato, dimostranti una conoscenza approfondita dei fatti: «ad abbattere l’aereo è stato un missile a risonanza e non a impatto», «un aereo militare francese si nascondeva sotto l’aereo passeggeri DC9, per non essere individuato da un aereo libico con a bordo il colonnello Gheddafi», «partì un missile, che per sbaglio abbatté il velivolo italiano, volendo colpire l’aereo del presidente libico»; una sola indagine, per falso ideologico, abuso d’ufficio, falsa testimonianza, favoreggiamento, falso, dispersione di documenti ed alto tradimento a carico di 4 ufficiali dell’Aeronautica Militare, lo Stato, conclusosi con la piena assoluzione in Corte di Cassazione nel 2005. Trent’anni anche dalla Strage di Bologna, 85 morti, 200 feriti, le prime condanne solo nel 1995, le ultime nel 2000, fra questi un direttore, due ufficiali e un agente del SISMI (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare), Federigo Mannucci Benincasa, Francesco Pazienza, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, Servizi Segreti italiani, lo Stato.

Misteri irrisolti della storia d’Italia oggi saranno svelati nella loro interezza, e lo Stato italiano, da prestigiatore clemente, svelerà all’incredulo pubblico mondiale – George Romero e Zack Snyder in prima fila – i suoi trucchi, quelli che gli hanno permesso per questi tre quarti di secolo di vincere in maniera  netta e limpida la battaglia contro i suoi zombi, contro quelli che non si rassegnavano a crepare, prima di essere freddati dall’arma del progresso positivo e della sperimentazione tecnologica. A breve la Conferenza Stampa del Presidente della Repubblica, mentre i cuori dei cittadini, finalmente fieri del proprio piccolo ma grande Paese, palpitano nell’attesa della propria consacrazione. E il mondo a breve celebrerà l’Italia e la sua vittoria, ignorando che ancora trenta, ventisette, diciotto, nove anni dopo la sentenza definitiva del Fato, questi zombi, i nostri zombi, vagano per le nostre splendide città con le loro braccia penzolanti ed il sangue alla bocca, con lo stomaco brontolante di giustizia e verità e i loro occhi sgranati a guardare i colpevoli coperti dalla scienza dell’illusionismo, dalla magia del prestigiatore, lo Stato.