Ma tu lo hai fatto il test? Sapere è meglio

Non basta una sola giornata contro l’ Aids per sensibilizzare l’opinione pubblica. Ne è convinto Rosario Duca che anche quest’ anno è promotore di una campagna di sensibilizzazione che tocca tutti:“Il mio impegno come presidente dell’Arcigay è quello di proclamare l’importanza della prevenzione. Il problema dell’Hiv riguarda la sfera sessuale e non solo.

 Un tempo era un modo per marchiare i tossici e i movimenti dei LGBT come se queste categorie di persone rappresentassero gli untori di questo male, oggi per fortuna la sensibilità è cambiata. Uno dei più grandi errori da parte dei media  è stato quello di non parlarne più, come se il problema fosse svanito nel nulla e questo silenzio ha fatto sì che si abbassasse la guardia. Oggi la maggior parte delle persone scopre con una semplice analisi di aver contratto l’infezione e nel 2013 è una grave sconfitta” L’associazione ha lanciato un nuovo modo di comunicare realizzando insieme a dei giovani volontari un cortometraggio.  Il ricordo della prevenzione si è legato  al tema dell’omofobia tanto che l’incontro tra Rosario Duca e il produttore Maurizio Di Cola è avvenuto dopo la messa in rete di “Andrea” uno spezzone ispirato alla tragica storia dello studente conosciuto come il ragazzo dei pantaloni rosa che ha deciso di togliersi la vita:”Attraverso questo mezzo si possono lanciare messaggi molto più chiari. Tutti noi siamo stati veramente colpiti dalla storia di questo giovane-ha detto Maurizio Di Cola- L’omofobia purtroppo dilaga sia nel nostro paese che all’estero per questo bisognava comunicare che la società civile è contro queste manifestazioni di violenza.  Andrea è stato vittima di un’omofobia ingiustificata e quasi animalesca. Io come docente di scuola secondaria ogni giorno sono a contatto con i ragazzi e mi piace coinvolgere loro nel settore audio-visivo. In particolare con questo secondo lavoro, che io considero più uno spot, rimarchiamo che il problema non riguarda solo gli omosessuali.

 In pochi minuti, infatti,  sono racchiuse tre storie parallele che riguardano un po’ tutti i rapporti sociali. Il punto comune che accomuna tutti è quello della precauzione”.  Una delle protagoniste Stella che ha personificato la ragazza qualunque che si può incontrare in discoteca ha lanciato un messaggio a tutti quei giovani che pensano di essere immuni da qualsiasi pericolo. “Io dimostro che l’Aids può  toccare davvero anche chi ha diverse ubitudini sessuali . In una discoteca normale è facile incontrare giovani che si vogliono divertire in libertà e che spesso non si rendono conto dei potenziali pericoli”.  

Dalla semplice visione  al lavoro sul campo il passo è stato breve grazie alla collaborazione dell’Asp 5 e dell’azienda Policlinico che hanno messo a disposizione i loro mezzi e la professionalità per una campagna itinerante che ha visto aprirsi seminari e  tavole rotonde.