Che cosa è stato il PCI? A questa domanda il politico e giornalista Emanuele Macaluso intende dare una risposta nel suo ultimo libro Comunisti e riformisti. Togliatti e la via italiana al socialismo” edito dalla Feltrinelli.
L’analisi che propone parte dal ritorno in Italia di Palmiro Togliatti, incrociando la ricostruzione storica con la consapevolezza di ciò che è avvenuto dopo la caduta del Muro di Berlino, in seguito alla dissoluzione del Pci, quando un ex dirigente comunista assunse la guida del Governo, fino all’attuale crisi della sinistra. All’incontro messinese introdotto dal prof. Cupaiuolo e dal Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche e Storia delle Istituzioni, prof. Giovanni Moschella, sono intervenuti Nuccio Anselmo giornalista della Gazzetta del Sud, il prof. Luigi Chiara e il prof. Giuseppe Giordano. “Questo è un libro scritto per Togliatti, ha detto Nuccio Anselmo, per rivalutare ampiamente questa figura. Dall’altro canto è un libro che non fa sconti a nessuno, anche perché Emanuele Macaluso da cronista attento ripercorre i fatti senza metterci bocca, non lasciandosi influenzare da simpatie e antipatie. Ma al di là dei fatti storici fanno capolino alcuni ricordi personali che ricordano alcuni passaggi chiave del nostro paese”. La storia infatti non deve essere dimenticata, come ha sottolineato il professor Giordano perché “Ogni epoca per essere compresa ha bisogno di ricercare la sua genesi storica. Oggi viviamo in un tempo smemorato che mette da parte gli ideali e gli stessi partiti si sono frantumati. Il Pci ricorda che un tempo la politica rifletteva un certo modo di guardare al mondo e alle sue problematiche”.
E’ stato poi lo stesso senatore a chiarire i motivi che lo hanno spinto a scrivere questo testo: alle finalità di tipo etico si uniscono quelle che ricercano nel dibattito critico l’antidoto per uscire dalla crisi in cui versa il nostro paese: ”Ho scritto questo libro quasi di rabbia, ma un rabbia quasi senile. In questi ultimi tempi ho visto che c’è un ritorno sui temi della costituzione. Tutti considerano la costituzione una vessillo su cui eleggere una nuova frontiera democratica. Quello che mi preoccupa però è che questa costituzione sembra non avere padri e madri e la sinistra ha progressivamente cancellato questa antica pagina di storia. La politica, inoltre, ha subito un appiattimento e tutto si fonda sui talk show, il gossip e scambi di battute.”. Ma nelle parole di Macaluso quello che più colpisce è la preoccupazione per i giovani che -persi i riferimenti culturali che sono stati progressivamente cancellati e mancando l’analisi critica- non hanno la possibilità di costruirsi uno spazio democratico dove rivendicare i propri diritti. Impulsi che prima in Italia erano presenti anche negli strati sociali più umili:” Quando andai a Palermo a dirigere la CGIL il fatto che mi stupì è che a Pietralia, c’era una carta geografica e i contadini seguivano la marcia di Mao-Tse-Tung in Cina.
Insomma un contadino analfabeta aveva era interessato nel sapere cosa succedeva dall’altra parte del mondo, oggi questo desiderio di conoscere è venuto meno”. L’auspicio poi che è emerso è che la sinistra torni ad esistere come in tutta l’Europa perché alle nuove generazioni bisogna dare un orizzonte nuovo e in questo percorso è necessario rileggere le pagine di storia, non soltanto decretando colpe o meriti, ma ricordando anche i personaggi come Palmiro Togliatti che sono stati i “costruttori della democrazia italiana”.