La denuncia di Coordown: “Le tabelle del ministero della Sanità riconoscono un’invalidità al 100% solo se alla sindrome è associata un ritardo mentale grave”. Moltissime persone rimarrebbero “senza alcun reddito”
Una lettera aperta per esprimere “sconcerto e preoccupazione” per quanto previsto dalla manovra finanziaria presentata dal governo in tema di invalidità. A esprimere il proprio disappunto il Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down (Coordown), che ha deciso di rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica Napolitano, al premier Berlusconi, ai presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, al ministro dell’Economia Tremonti, nonché ai titolari dei ministeri del Welfare, della Salute e delle Pari opportunità, Sacconi, Fazio e Carfagna. Pur dicendosi a favore della lotta contro i falsi invalidi, il Coordinamento stigmatizza l’art.9 del decreto legge licenziato dal Consiglio dei Ministri, che alza all’85% il grado di invalidità previsto per ricevere l’assegno mensile di euro 256,67, spettante alle persone con un’invalidità oltre il 74%.
“Le tabelle del ministero della Sanità riconoscono alle persone con sindrome di Down un’invalidità pari al 75%”, mentre solo “se alla sindrome è associato un ritardo mentale grave il grado di invalidità riconosciuto è pari al 100%” si legge nella lettera. La manovra dunque “escluderebbe tutte le persone con sindrome di Down con invalidità al 75%” dal diritto a quell’assegno mensile “che pur non avendo un importo elevato, è comunque un sostegno per la persona con sindrome di Down e per la famiglia già gravata da un compito di assistenza a vita del proprio figlio disabile”. E siccome “dai dati in nostro possesso – prosegue la lettera – risulta che soltanto il 10% delle persone con sindrome di Down accede a un lavoro retribuito”, moltissime persone rimarrebbero “senza alcun reddito”. Alla luce di queste considerazioni, Coordown chiede al governo di “rivedere quanto previsto nella manovra finanziaria”: “È fuori di discussione – conclude la lettera – che le persone con sindrome di Down, avendo un’alterazione di tipo cromosomico, hanno un’invalidità sulla quale non può essere posto alcun dubbio e la nostra società ha il dovere di tutelarle, mantenendo i riconoscimenti fino ad oggi acquisiti”.