Mariano Pietrini è morto ieri mattina, confortato dalla sua numerosa famiglia attorno alla quale si sono stretti gli amici di sempre. L’artista barcellonese aveva 71 anni, ma ai più sembrava eterno. Aveva costruito, in contrada Maloto a Barcellona Pozzo di Gotto, quello che viene definito un monumento all’umanità: il Parco Jalari.
Mariano, infatti, era noto perché “parlava alle pietre”, come lui stesso amava raccontare ai suoi ospiti. Riteneva che le stesse jalari avessero un’anima che andava ascoltata e quello spirito – sottoforma di un linguaggio particolare – aiutava lui a scolpirle, a dare loro un volto e un significato. Ma il Parco Jalari non è soltanto uno spazio immenso di pietre scolpite (anche di notevole entità), di sculture, di quadri dello stesso artista e di botteghe artigianali che raccolgono reperti di un tempo. Per tutti è stato ed è ancora molto di più: è quel luogo in cui Mariano conduceva gli amici – e anche gli amici degli amici – per ritrovare in qualche modo silenzio. Era solito portare i visitatori presso “un altare” che lui stesso aveva costruito e scolpito con l’uso appunto delle pietre. Uno spazio nel quale invitava la persona a “guardare il centro, aprire le braccia, chiudere gli occhi e sentire il proprio silenzio”. “Lo sentirai appena smetterai di dondolare”, era solito affermare. Sulle prime sembrava una cosa buffa, ma per lui non lo era affatto e smetteva di esserlo anche per la persona che partecipava a questo singolare “esperimento”.
Mariano Pietrini non ha solo parlato alle pietre (e loro con lui), ha parlato anche a molti uomini e donne con il suo linguaggio semplice e diretto. Aveva insegnato a scuola, praticava la professione e si dilettava (così lui diceva) a costruire la storia dell’umanità. Ma nonostante la sua evidente maestosità di pensiero e di talento, era rimasto un uomo umile che sapeva anche offrirti i frutti del suo giardino.
Il Parco Jalari è, certamente, anche il frutto dell’esperienza e dell’impegno del fratello e di tutto il resto della famiglia che ne curano con amore ogni aspetto. Ma è indiscutibile che l’anima alla pietre, come fosse un vero e autentico spirito, è stata data da Mariano. Uomo affettuoso, era anche testardo nelle sue posizioni che portava avanti con sicurezza e determinazione.
Tolstoj scrisse una volta che nessuno muore se mette radici in altri. Forse è proprio così, Mariano Pietrini resta dentro ciascuna delle persone che lo ha conosciuto, come scultore, come artista (“io dipingo la luce”), come uomo. Ma resterà anche come patrimonio dell’umanità attraverso le sue creazioni che non saranno mai perse. Chi conserva un suo quadro, perché lo ha ricevuto in dono, o chi conserva un rapido disegno che lui stesso faceva prendendo la sua penna dal taschino e poi giocando sull’inchiostro con un fazzolettino inumidito dall’acqua, sa che qualcosa dentro di sé di Mariano resterà per sempre.
Così come resterà la sua più grande teoria: “in realtà, l’errore non esiste, se è dato dall’amore”.