di Donata Zirone
All’estremità occidentale della Sicilia si estende l’antica città punica di Lilybaion, fondata nel 397-6 a. C. dagli abitanti di Mozia.
Lilybaion, oggi nota come Marsala, (dall’arabo Marsa-Allam, porto di Allah) conta attualmente circa 83.000 abitanti distribuiti su un territorio di quasi 250 Kmq. Una peculiarità dell’insediamento consiste nell’organizzazione in “città territorio” che comprende, oltre al centro storico, numerosissime e popolose contrade, agglomerati abitativi sorti tra il XIX e i primi del XX secolo e strettamente legati all’attività agricola[1].
Dal più recente censimento toponomastico[2], la città, oggi ricca di numerose strade, contrade e piazze, conta esattamente 480 toponimi. Oltre i 290 toponimi generici, 158 (33%) sono dedicati a uomini e 32 (6,5%) a donne[3].
Dall’analisi dei toponimi marsalesi spiccano due netti filoni toponomastici riferiti a due importanti epoche storiche, che hanno portato in auge la città di Marsala: l’antichità classica e il risorgimento.
Per quanto concerne il primo caso, i toponimi sottolineano l’importanza e il ruolo svolto da Lilibeo, soprattutto durante la prima guerra punica. I riflessi ‘classicheggianti’ nell’attuale toponomastica sono evidenti e si riferiscono a strade come: via Punica, via Mothia, via Lilibeo, via Scipione l’Africano, via Battaglia delle Egadi, via Sibilla (a ricordo del culto oracolare della Sibilla di Lilibeo). A questi si aggiungono altri toponimi, principalmente di figure mitologiche femminili come: via Circe, via delle Amazzoni, via Medusa, via delle Ondine, via delle Sirene, via delle Ninfe, vicolo Calipso.
Riguardo al secondo filone toponomastico, riferito al periodo risorgimentale, l’evento dello sbarco dei Mille ha lasciato una fortissima impronta nella memoria storica locale. La città custodisce, infatti, il Museo Garibaldino, la sede del Centro Internazionale di Studi Risorgimentali e Garibaldini[4] che annualmente promuove le “Celebrazioni” a commemorazione dello sbarco garibaldino (11 maggio 1860).
Il riflesso risorgimentale sulla toponomastica è anche qui rilevante. Molte intitolazioni ricordano l’evento storico da un punto di vista “locale”: via dello Sbarco, piazza Piemonte e Lombardo (entrambe ubicate con buona precisione nei luoghi dove si svolse lo sbarco), via dei Mille, piazza Dittatura Garibaldina, via XI Maggio. A queste intitolazioni si aggiungono quelle dedicate a personaggi locali e, naturalmente, ai luoghi e ai protagonisti celebri del risorgimento italiano, quasi tutti di genere maschile come: via Garibaldi, via Mazzini, via Cavour, via Teano e via Quarto.
In tanta abbondanza di eroi risorgimentali nelle strade marsalesi, si rileva la quasi totale assenza di odonimi femminili. Solo una via è dedicata a una donna: Adelaide Forti Bonanno che partecipò ai moti rivoluzionari del 1860. Un’altra figura femminile, protagonista del risorgimento e dell’iconografia garibaldina, è ricordata in città da una lapide: l’anonima bianca giumenta donata da un cittadino marsalese a Giuseppe Garibaldi, e ribattezzata “Marsala”. A parte queste due eroine risorgimentali, una umana, l’altra animale, non è menzionata nemmeno Anita Garibaldi[5], il cui consorte Giuseppe, a Marsala, è titolare di una via, di una piazza e di una porta.
Tutte le altre intitolazioni femminili sono dedicate alle consuete Madonne e Sante, alla religiosa Suor Palma, vissuta a Marsala nel XVIII secolo, a Franca Pellegrino, fucilata in Jugoslavia nel 1943 e commemorata in una targa stradale insieme al marito, alla maestra marsalese Giuseppina Vaiana e ad Anna e Maria Bonafede, due giovani vittime del bombardamento anglo-americano su Marsala dell’11 maggio 1943.
E’ inoltre stata deliberata l’intitolazione alle sorelline Ninfa e Virgina Marchese e ad Antonella Valenti, vittime del cosiddetto ‘mostro di Marsala’ nel 1971 (seduta commissione toponomastica del comune di Marsala del 30 luglio 2008) a cui sarà dedicata una scuola pubblica in fase di ultimazione.
La situazione appare ben diversa a Mazara del Vallo, sempre situata in provincia di Trapani, sulla foce del fiume Mazaro, da cui deriva il suo nome.
Nonostante la sua fondazione risalga all’antichità classica, quando Mazara era emporio commerciale e scalo lungo le rotte marittime verso il Mediterraneo occidentale, la città risente oggi di forti influssi arabo- normanni.
Il vecchio centro storico, protetto un tempo dalle antiche e possenti mura normanne, conserva ancora oggi preziosi tesori monumentali di cultura normanna e di arte islamica, inseriti all’interno di un circuito urbanistico di vera provenienza islamica e dettato dalla presenza di viuzze e contorte stradine che tanto ricordano l’antica Casbah.
Mazara del Vallo con i suoi 51.466 abitanti costituisce oggi una cittadina multietnica con circa 3.000 immigrati che, provenienti in larga parte dal Maghreb, sono oggi largamente impiegati in attività agricole, pescherecce e artigianali.
Su un totale di 1357 strade, composte in larga parte da nomi generici, 664 (49%) sono toponimi maschili e 69 femminili (5%).
Tra i toponimi femminili, viste le origini classiche della cittadina, circa il 25 % è costituto da figure mitologiche e leggendarie come Isotta, fata Morgana, etc. Il rimanente 75% viene, invece, equamente distribuito tra Sante – Madonne e donne della vita reale come: artiste, letterate, umaniste, studiose donne storiche, donne lavoratrici contemporanee e vittime di Mafia.
Si ricordano pertanto: Vittoria Colonna, Gaspara Stampa, Grazia Deledda, Matilde Serao, Maria Montessori, Maria Callas, Mafalda di Savoia oltre alcune figure femminili contemporanee di rilevanza locale: Angela La Marca, preside di scuola media, Elena Lombardo Barbera, insegnante elementare e scrittrice, Anna Saffiotti Dado, ufficiale sanitaria.
[1] Per ulteriori dati sull’urbanistica marsalese si veda il sito web istituzionale del Comune: http://comune.marsala.tp.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/244
[2] Si ringraziano per la collaborazione F. Rodriquez e L. Cudia, funzionari del Comune di Marsala, settore Territorio e Ambiente.
[3] Il censimento completo è consultabile sul sito web di Toponomastica Femminile: http://toponomasticafemminile.it/index.php/censimento/italia/sicilia.html
[5] Anita morì nel 1849, molti anni prima dello sbarco dei Mille a Marsala.