Massimo e Deborah: storia a lieto fine

Cambio di vita nel breve volgere del tempo. Un’occasione mai così puntuale nella gara di solidarietà per andare incontro a Massimo e Deborah Dolfin (rispettivamente di 52 e 40 anni), i due coniugi di cui si sta parlando in queste ore per l’opportunità di riscatto offertagli dal fato, quello stesso destino che li aveva posti a margine di un’esistenza segnata dalla disavventura economica, dalle precarie condizioni di salute della moglie e dall’incubo di un’attività lavorativa andata in fumo.

E’ la sera del primo maggio quando, nel salotto buono di “Porta a Porta” ospiti del conduttore Bruno Vespa, la coppia messinese raccontava agli italiani la propria vicenda. Una storia che ha commosso l’Italia – come spesso accade davanti ai drammi dettati dalle fragilità economiche in aumento nel nostro paese – al termine di una giornata che festeggiava un lavoro che fondamentalmente non c’è.

Nel giro di pochi giorni, Massimo e Deborah vengono contattati per un offerta di lavoro. Dall’altro lato del telefono Filippo Miracula, presente per altro negli studi di Vespa la sera del loro racconto, noto imprenditore dei Nebrodi a capo dell’azienda manifatturiera “San Lorenzo Confezioni”, azienda rinomata per la qualità dei prodotti fornita alle principali griffe del mercato d’alta moda, con sede a San Marco D’Alunzio (Me).

Vicenda che sembra trovare un proprio lieto fine anche nella possibilità di abitare in una casa dignitosa nella vicina cittadina Frazzanò, dopo aver vissuto per qualche mese nell’abitacolo della loro macchina in via San Paolino a Messina, proprio di fronte a quella che per anni era stata l’attività dell’uomo, una tipografia. Massimo conserva ancora le sue attrezzature da tipografo a casa di un amico e se potesse disporre anche di un piccolo appartamento avrebbe potuto provare a ricominciare, nonostante una situazione debitoria ereditata che ha visto gli anziani genitori vendere l’immobile ormai ipotecato senza far sapere nulla al figlio. Le settimane trascorse tra stenti e solidarietà dei vicini del quartiere, infatti, non hanno impedito a Massino di poter ancora sperare di riavviare un giorno la sua tipografia, come nelle intenzioni di Dolfin, nonostante l’offerta di lavoro ricevuta.

Non sono mancate altre offerte in questo senso. Grazie alla cassa di risonanza offerta dai media, oggi Massimo e Deborah possono ricominciare una vita più possibile serena, rispetto a quella di altre famiglie in difficoltà di cui ci si augura simile fortuna dietro la spinta solidale e la generosità di imprenditori e aziende ispirate alla responsabilità sociale e al valore simbolico del fare azienda in quanto comunità di lavoratori. In questo caso si è trattata di un’offerta circoscritta che non cambia i numeri del malessere socio-economico di un territorio ma sicuramente da corpo ad una solidarietà concreta e che restituisce libertà.

Da oggi Massimo e Deborah inizieranno il loro nuovo lavoro: “finalmente dormiamo in un letto. Un sogno si è avverato” dice Deborah.

Buon risveglio dal torpore dell’incertezza e della precarietà è l’augurio sentito da parte di ciascuno di noi.