matteo denaro sempre più isolato

Si stringe il cerchio sul capo di Cosa nostra matteo messina denaro: Polizia, Carabinieri e Direzione investigativa antimafia (Dia) hanno eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Palermo nei confronti di 22 presunti affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna

Il blitz s è l’ennesimo colpo inferto dagli investigatori alla rete relazionale, criminale ed economica di Messina Denaro. Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni. Tutti reati aggravati dalle modalità mafiose.

L’indagine ha consentito di individuare la rete utilizzata dal capo di Cosa nostra per lo smistamento dei ‘pizzini’ con i quali dava le disposizioni agli affiliati.

Le indagini di Polizia, Carabinieri e Dia, inoltre, hanno confermato sia il ruolo di vertice di Messina Denaro sulla provincia di Trapani sia quello del cognato, reggente del mandamento di Castelvetrano in seguito all’arresto di altri familiari. Pedinamenti, appostamenti e intercettazioni hanno ribadito come Cosa nostra eserciti un controllo capillare del territorio e ricorra sistematicamente alle intimidazioni per infiltrare il tessuto economico e sociale.

 

QUI TUTTI GLI AGGIORNAMENTI 

09,45 – Tra gli arrestati c’è un giovane imprenditore di Castelvetrano, carlo cattaneo, che si occupa di scommesse on line, avendo anche la titolarità di alcune agenzie. Secondo le indagini nella cassaforte della cosca mafiosa di Castelvetrano sarebbero finiti parte dei i soldi guadagnati nel business delle scommesse che sarebbe stato nelle mani dei cognati del boss latitante messina denaro.

08,20 – Stava per scoppiare una nuova guerra di mafia tra i clan trapanesi: il rischio di nuovo sangue ha indotto la Dda di Palermo a disporre il fermo di 22 tra presunti boss e favoreggiatori del clan del latitante Matteo Messina Denaro. In cella anche alcuni familiari del capomafia di Castelvetrano.

Il 6 luglio 2017 è stato ucciso giuseppe marcianò, genero del boss di Mazara del Vallo, pino burzotta ed esponente della “famiglia” di Campobello di Mazara. Il contesto in cui è maturato il delitto ricostruito dagli inquirenti ha svelato una guerra in corso tra famiglia di Campobello di Mazara e quella di Castelvetrano.

“A partire dal 2015, – si legge nel provvedimento della Dda – si registra un lento progetto di espansione territoriale da parte della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, che ha riguardato anche il territorio di Castelvetrano, divenuto ‘vulnerabile’ a causa, per un verso, della mancanza su quel territorio di soggetti mafiosi di rango in libertà, e, per altro, dalla scelta di Messina Denaro che, nonostante gli arresti dei suoi uomini di fiducia e dei suoi più stretti familiari, non ha autorizzato omicidi e azioni violente, come invece auspicato da buona parte del popolo mafioso di quei territori”. Proprio Marcianò si era molto lamentato del comportamento del latitante.

“Da tale pericolosissimo contesto (certamente idoneo, come la tragica storia di Cosa nostra insegna, a scatenare reazioni cruente contrapposte, e quindi dare il via ad una lunga scia di sangue) – scrivono i pm – in uno col pericolo di fuga manifestato da alcuni indagati, si è imposta la necessità dell’adozione del fermo”.

 

07,40 – Le indagini hanno permesso di ricostruire molto da vicino la rete di fiancheggiatori del boss ormai latitante dall’estate 1993. In manette, fra gli altri, finiscono due cognati di matteo messina denaro: Gaspare Como e Saro Allegra, i mariti di Bice e Giovanna Messina Denaro.

Secondo i magistrati della DDA sarebbero stati loro a curare la rete di supporto a messina denaro. Allegra si sarebbe occupato della parte finanziaria, facendo da tramite con un insospettabile imprenditore del settore delle scommesse on line, anche lui è stato arrestato, con l’accusa di aver recapitato pacchi di soldi alla cosca di Castelvetrano.

Le indagini svelano la presenza del super boss nella zona del trapanese, perlomeno fino al 2015: tra Mazara del Vallo e Castelvetrano. Questa notte i fermi ma di matteo messina denaro ancora non c’è traccia anche se la sua rete di protezione, che dura ormai da 25 anni, comincia a scricchiolare.

Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni. Tutti reati aggravati dalle modalità mafiose.

 

Un mese fa in un’altra operazione dei carabinieri del Nucleo investigativo di Trapani, del Raggruppamento operativo speciale e della Dia, c’erano stati altri dodici arresti di esponenti delle famiglie di Vita e Salemi, ritenuti favoreggiatori di Messina Denaro, finanziando sostanzialmente la sua latitanza.

07,20 – Nella notte appena trascorsa, dunque, carabinieri e polizia hanno colpito il clan di Matteo Messina Denaro, con 22 arresti tra Castelvetrano, Partanna, Mazara, Campobello di Mazara. Gaspare Como e Rosario Allegra, mariti di Bice e Giovanna, sono tra gli arrestati di questa notte. Rosario Allegra è stato anche assessore a Castelvetrano. Entrambi hanno precedenti. Dalle intercettazioni ambientali emergono contatti tra gli arrestati e il boss latitante nel 2016. Di lui si dice: “Matteo è come Padre Pio”. 

07,05 – Le persone arrestate sono tutte vicine a matteo messina denaro, latitante dal 1993. Secondo le prime indiscrezioni sono stati trovati anche alcuni “pizzini” con gli ordini impartiti da Messina Denaro alla cosca. Un cognato di Matteo Messina Denaro è stato invece arrestato come “reggente” della famiglia mafiosa di Castelvetrano. 

06,45 – Si chiama “Anno zero” l’operazione antimafia in corso. 

Dalle prime ore di questa mattina, Carabinieri, Polizia e D.I.A. stanno eseguendo un provvedimento di fermo, emesso dalla procura distrettuale di Palermo, nei confronti di 22 affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna, indagati per associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni, reati aggravati dalle modalità mafiose.

L´operazione si inserisce nel quadro della complessiva manovra investigativa finalizzata alla cattura del latitante Matteo Messina Denaro anche attraverso il progressivo depotenziamento dei circuiti criminali di riferimento e il depauperamento delle relative risorse economiche.

06,00 –  Imponente operazione antimafia nella notte. Sono stati effettuati 22 arresti e sono state di fatto decapitati i mandamenti e le famiglie mafiose di Mazara del Vallo e Castelvetrano. Un altro colpo importante, dunque, contro Cosa nostra. 

Secondo le prime informazioni raccolte dalla redazione di Tp24.it, gli arresti riguardano la famiglia di Matteo Messina Denaro, raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare, e la famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, già al centro di diverse operazioni antimafia che ne hanno falciato di fatto i vari tentativi di riorganizzazione.

 

FONTE: https://tp24.it/2018/04/19/antimafia/mafia-arresti-mandamenti-famiglie-mazara-castelvetrano/119813