“Il padrino si è fatto la plastica in Bulgaria, sia al volto sia ai polpastrelli. Ha problemi di salute: non ci vede quasi più ed è in dialisi”
Le testimonianze arrivano da un anonimo toscano, “Gino” così è stato chiamato da Lirio Abate che lo ha intervistato. Gino asserisce di avere incontrato “lo zio matteo” a Viareggio, nel 2005 e nel 2006, accompagnato da uomini della ‘ndrangheta e della mafia siciliana, ha pranzato con messina denaro a Pisa. I racconti di Gino sono minuziosi e ritenuti attendibili dalle forze dell’ordine e dalla Magistratura.
“Mi hanno avvisato che avrei incontrato una persona importante e che avrei dovuto essere rispettoso e così ho fatto”. Il primo incontro con il capo mafia messina matteo denaro è stato diverso da quanto lui stesso attendesse, l’uomo al suo cospetto era diverso dalle immagini diramate dalle Questure e come lui stesso ha avuto modo di confermare agli inquirenti, raccontando che: “la faccia dello zio è diversa rispetto alla foto che mi fate vedere”, “il naso è diverso, perché più affusolato rispetto all’identikit”.
E’ un fiume incontenibile il racconto di “Gino”, parla persino di cene consumate in compagnia del latitante.
Le parole del super testimone sono al vaglio della Procura distrettuale antimafia di Firenze, che ha già riscontrato parte delle sue affermazioni; in alcuni casi anche con fotografie che documentano incontri segreti con i fiancheggiatori di messina matteo denaro.
Gino proviene dalla criminalità toscana, questo gli ha permesso di avere rapporti segreti con i clan calabresi, ha trafficato in banconote false e titoli di Stato; di cui mostra persino delle foto, a testimonianza.
Questo è solo una brevissima sintesi di quanto potrete trovare domani in edicola, sulle pagine de L’Espresso a firma di LIRIO ABATE e GIOVANNI TIZIAN