Medma Touch, Feel, Think. L’arte che si tocca

Un progetto innovativo, un esempio di come un’idea semplice possa trasformarsi in una vera rivoluzione. La dimostrazione di come le nuove tecnologie possano divenire uno strumento in grado di acquisire valenza e importanza non solo a livello scientifico, ma anche a livello sociale. Questo, e molto altro, è il Medma Touch, Feel, Think. Un’iniziativa che permetterà anche a non vedenti e ipovedenti di poter fruire e godere di un’opera d’arte. Tutto questo in Calabria, nello specifico, nella piana di Gioia Tauro. In questo luogo carico di storia esiste un centro, Rosarno, che certamente non è sconosciuto a chi segue eventi di cronaca locale e non. Peccato che pochi sappiano che questa cittadina calabrese, come tante altre del luogo, è una fonte preziosissima di storia, arte e cultura. Ai tempi dei Greci era conosciuta come Medma, fondata da Locri Epizefiri, e la sua storia negli anni è letteralmente “venuta fuori” per mezzo degli scavi di chi ha creduto in questo territorio e nelle sue potenzialità, in primis il noto archeologo Paolo Orsi. Oggi c’è ancora chi crede in questo territorio e in ciò che esso può offrire, tanto da portare a credere che fosse arrivato il momento di rendere fruibili tali opere anche a chi, purtroppo, non dispone dell’unico senso che possa rendere possibile tale godimento: la vista.

Medma Touch, Feel, Think rappresenta un nuovo modo di toccare l’arte, di sentirla, di visualizzarla nelle proprie menti. Pensato per i non vedenti e gli ipovedenti, è un progetto che può considerarsi rivoluzionario. Sviluppato tramite tecnologie altamente avanzate, ha come scopo quello di riprodurre i reperti del museo archeologico di Medma, inaugurato appena un anno fa, con le ormai famosissime stampanti 3D per permettere a non vedenti e ipovedenti di toccarli e “sentirli”, godendo della loro bellezza. Dunque, la creazione di un museo parallelo multisensoriale e innovativo.

Il progetto è stato promosso dal Rotaract Club di Reggio Calabria e sostenuto dal Rotaract Club di Nicotera Medma, avvalendosi della collaborazione tecnico-scientifica dei docenti di Architettura dell’Università Mediterranea, i professori Corrado Trombetta (responsabile Bulding future lab) e Franco Prampolini (coordinatore tecnico-scientifico).

L’idea, che ha avuto l’appoggio del governatore del Rotary International Distretto 2100 Giancarlo Spezie, della Soprintendenza ai Beni archeologici della Calabria e della Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Reggio Calabria, comprende anche l’assegnazione di sei borse di studio del valore di 500 euro ai giovani sotto i 35 anni grazie al sostegno finanziario del Distretto Rotaract 2100.

Riguardo al futuro del progetto si è così espresso il presidente del Rotaract Club di Reggio Calabria, Rosario Barresi: “è prevista un’ampia diffusione dei risultati del progetto sul piano scientifico, considerate le valenze anche sperimentali di carattere applicativo e di ricerca; tale visibilità consentirà non solo di collocare dal punto di vista rotariano il progetto, ma anche di diffondere altrettanto efficacemente il brand territoriale di Rosarno con una prospettiva fruizione della città metropolitana. Attraverso la combinazione di azioni previste riteniamo di poter svolgere un servizio di alto valore territoriale in materia di valorizzazione dei beni culturali, ma anche attraverso l’ausilio di sistemi multisensoriali messi a disposizione degli utenti con limitazioni percettive”.

Il presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Reggio Calabria Paolo Marcianò ha così espresso il suo appoggio per il progetto in corso: “l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Reggio Calabria è molto lieta di partecipare al progetto che ci dà la possibilità di accrescere la nostra partecipazione a livelli culturali. È molto importante per noi non vedenti accostarci a queste opere e avere questa possibilità in più, perché il cammino faticoso di un disabile visivo deve essere anche accolto bene dalla società e questo è un segnale molto forte”.

Un’iniziativa che si unisce alle tante attività che basano la propria ragion d’essere sull’abbattimento delle barriere. Un nuovo modo di concepire l’arte, o meglio, di interpretarla, di renderla fruibile. Un progetto che punta a dar giustizia alla vera natura dell’arte: un bene comune, un bene di tutti, e per tutti.

Norma Giacobbe