Messina approvato il Registro delle Unioni Civili

 

Messina approvato il Registro delle Unioni Civili

 

Sotto l’albero di Natale, l’amministrazione Accorinti, ha fatto trovare ai Messinesi il Registro delle Unioni Civili. Ed infatti, proprio stamani la Giunta si è riunita ed ha approvato l’istituzione del Registro. E seppure non è ancora chiaro l’iter amministrativo e cioè se esso deve passare al vaglio del Consiglio Comunale o se sarà solo un gesto di cortesia istituzionale sottoporlo al vaglio del Consiglio, possiamo dire che tra conferenze stampa allietate da brindisi e panettoni ed auguri per le feste ai dipendenti la Giunta Comunale ha trovato il tempo per un gesto di civiltà.

 

Per quel che riguarda gli effetti, con l’adozione del registro delle unioni civili una coppia “registrata” avrebbe la possibilità di accedere alle agevolazioni comunali fino ad oggi riservate solo alle coppie sposate; potrà beneficiare di contributi per l’affitto dell’alloggio ed entrare in graduatoria per le assegnazioni delle case popolari. I partner saranno equiparati l’uno al parente prossimo dell’altro e, in caso di ricovero, riceveranno notizie sulle condizioni di salute del compagno o della compagna. Inoltre, le coppie di fatto potranno accedere ai bandi anti-crisi, con la speranza di ottenere un contributo di solidarietà.

 

Quello che possiamo dire fin d’ora, però, è che non siamo i primi e che anzi il ritardo con il quale approviamo e deliberiamo quest’atto di civiltà ci dimostra solo come la nostre amministrazioni politiche e istituzionali siano rimaste indietro rispetto ad altre realtà (sono già 200 i Comuni che l’hanno approvato) e come le nostre spinte sociali e le nostre aspettative di cittadini del mondo siano rimasti per anni ed anni frustrate e deluse.

 

E che ciò sia vero è dimostrato da alcune brevi considerazioni. Il registro delle Unioni Civili nasce come esigenza di tutelare le Unioni Civili (Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono volontariamente all’istituto giuridico del matrimonio, o che sono impossibilitate a contrarlo, alle quali gli ordinamenti giuridici abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto uno status giuridico. -tratto da wikipedia-). In altri termini tutte quelle Unioni che non rientrando nel concetto tradizionale del Matrimonio tra un uomo e una donna e alla tutela giuridica ad esso riconosciuta dallo Stato si vedrebbero venire meno tutta una serie di diritti per il solo fatto di amarsi e vivere insieme come appunto coppie di fatto.

 

Già una direttiva della comunità economica europea prevedeva nel lontano 1994 che “tutti i cittadini dell’Unione hanno gli stessi diritti, indipendentemente dalla loro origine, nazionalità, condizione sociale, dal loro credo religioso o orientamento sessuale”. E per questo emanava una risoluzione per la parità dei diritti di persone gay e lesbiche.

 

E per non entrare nel campo delle opinioni o delle scelte personali di nessuno è sufficiente vedere con alcuni esempi come carenze legislative specifiche e la mancanza di un registro possono influire sui cittadini anche messinesi.

 

Se uno dei due partner ha bisogno di un intervento medico urgente e rischioso, l’altro non può autorizzarlo, poiché non figura come parente; il convivente non può chiedere permessi di lavoro se il partner si ammala; il convivente che collabora all’impresa dell’altro non ha nessun diritto; deve perciò premunirsi con un regolare contratto di società o di lavoro dipendente; se la convivenza termina, il convivente in stato di bisogno non ha diritto a nessun sostegno economico da parte dell’altro; in caso di maltrattamenti di un convivente nei confronti dell’altro, si potrebbe configurare il reato di “maltrattamenti in famiglia”; se uno dei conviventi sconta una pena detentiva, il partner ha lo stesso diritto a colloqui e permessi di un coniuge per fargli visita; se uno dei partner è extracomunitario, non può chiedere il rilascio/rinnovo del permesso o carta di soggiorno per convivenza con il partner italiano.

 

I diritti relativi all’abitazione sono tra i più sensibili. Ecco una sintesi delle principali regole in vigore: se uno dei due conviventi muore e l’appartamento era di sua proprietà esclusiva, quest’ultimo spetta agli eredi legittimi (o testamentari) del defunto; il convivente potrà continuare ad abitarlo solo se l’altro ne aveva disposto con testamento in suo favore (in tal caso, tuttavia, se le disposizioni testamentarie violano la quota spettante agli eredi legittimi, questi potrebbero impugnare il testamento); se invece uno dei due conviventi muore e la casa era in locazione, il convivente ha diritto di subentrare al defunto nel contratto.

 

Ovviamente l’istituzione del Registro delle Unioni Civili non risolve tutti questi problemi (che verrebbero eliminati solo da norme statali che modificassero e adeguassero quelle vigenti nei vari ambiti).

 

E’ vero che il Registro delle Unioni Civili non riesce ad “essere forte ed efficace come un matrimonio”  o a risolve tutti questi problemi (che verrebbero eliminati solo da norme statali che modificassero e adeguassero quelle vigenti nei vari ambiti) tuttavia produce effetti amministrativi per molte persone davvero non trascurabili e riconosce, per la prima volta, l’esistenza “formale” e “giuridica” anche delle coppie omosessuali: insomma un mix tra affermazione di principio ed effetti concreti.

 

Pietro Giunta   

 

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