Ricercato da un anno dopo essere sfuggito alla cattura nell’ambito dell’operazione “Flower”, già condannato per estorsione aggravata, ieri il boss mafioso giovanni de luca ha visto la fine della propria latitanza. Gli uomini della Squadra Mobile di Messina, guidati da Antonio Sfameni, lo hanno arrestato mentre si trovava nascosto in un’intercapedine ricavata dietro a un frigorifero nell’abitazione di una donna (adesso indagata per favoreggiamento).
La polizia, coordinata dal procuratore di Messina Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Vito Di Giorgio, ha ricostruito la rete dei favoreggiatori di de luca ed è arrivata al boss latitante, ritenuto personaggio emergente della “famiglia” mafiosa di Mare Grosso. I messaggi che il latitante inviava a parenti e complici sono stati intercettati dagli investigatori che, una settimana fa, hanno individuato il covo. In serata è arrivata la conferma che era proprio l’abitazione in cui si nascondeva il ricercato ed è scattato il blitz
de luca, nipote dello storico boss nino. Nell’operazione “Flower” si accertò che i clan avevano monopolizzato i servizi di security nelle discoteche e nei luoghi della movida della città. Dall’inchiesta, emerse tra l’altro, che la mafia era responsabile di violente aggressioni ai frequentatori di diversi locali e costringeva così i titolari della attività ad assumere e pagare uomini del clan per la vigilanza.