Messina: dissesto e mascherate

Dopo le vicende che hanno visto andare a braccetto il Consiglio Comunale e l’Amministrazione Accorinti, dove la maggioranza si è tanto confusa con la minoranza da non distinguere più un consigliere da un altro, abbiamo deciso di approfondire la discussione sul Piano di riequilibrio dell’Ente con colui che è stato per tanti anni l’Architetto Finanziario del Comune di Messina. Oggi andato in pensione, l’ex Ragioniere Fernando Coglitore è stato ben felice di aiutarci a svelare quello che per noi è apparso un gioco strano e arcano; l’aver rigettato un piano di riequilibrio per prendere tempo ? Per approvarne un altro ? Per trovare nuove entrate ? Per aspettare una nuova normativa che sia più di favore ?…

Partiamo di come e da come l’hanno considerata ai tempi del Commissario Croce e forse, anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali, da parte di quest’amministrazione Accorinti.

In effetti, io non posso dire di averne sentite…(di critiche), anche se gli interessati sono sempre gli ultimi a conoscere i fatti e le opinioni degli altri. Se qualcuno ha da muovermi qualche accusa …. se lo fa’ apertamente io posso rispondere.”

Allora diciamo indirettamente, perché Il Commissario Croce parlava di 500 milioni di debiti e l’attuale Assessore al Bilancio, Guido Signorino, nel suo intervento in Consiglio Comunale a proposito del piano di riequilibrio ha parlato di 600 milioni di debiti giuridici, contabili e latenti, che bisogna ripianare. “Bisogno distinguere tra debiti latenti e debiti censiti, in questo senso i debiti censiti sono quelli che avevamo censito noi e non 500 milioni. Allora avevamo censito circa 90 milioni che oggi sono diventati circa 100. Nulla di particolare. E poi 500 milioni di cui l’amministrazione Croce non ha mai fornito i dati.

Ha sempre parlato di un debito di 500 milioni senza fornire i dati, senza farne un’elencazione -ma questo non dipendeva dai dati che fornivano i Dipartimenti del Comune ?

“No, non è dipeso degli altri dipartimenti ed infatti quest’Amministrazione parla di debiti latenti per la differenza, da 100 a 500 milioni. Si tratta di quelli latenti che riguardano soprattutto il contenzioso, ma non è detto che siano tutte somme negative per il Comune o cifre esatte. Ed infatti, quando abbiamo preparato il vecchio piano di riequilibrio per il Ministero (Il piano di riequilibrio Croce 2012/2013) in alcuni casi gli stessi avvocati si sono trovati a concordare che per certi debiti le cifre richieste in danno del Comune erano iperboliche ed in alcuni casi il contenzioso era positivo.

Tra dissesto e piano di equilibrio ?

“Bisogna vedere se il Comune ha delle entrate, perché è ovvio che non si può avere un piano di riequilibrio senza avere entrate straordinarie. Entrate straordinarie che sono necessarie, perché se le amministrazioni che si sono succedute nel tempo non sono riuscite a ripianare i debiti fuori bilancio, che anche se sono 100 milioni sono sempre grandi cifre… se avessero avuto delle entrate eccezionali, straordinarie avrebbero potuto sopperire a questi debiti. Infatti, il piano di riequilibrio è composto da una parte dalle spese, dove vengono inseriti tutti i debiti censiti e anche quelli latenti che potrebbero anche non verificarsi o che si verificheranno in una certa misura nell’arco di 10 anni e dall’altra parte dalle entrate. Questo vuol dire che se le misure eccezionali (entrate) non ci sono è inutile fare il piano di riequilibrio. In merito ho fatto anche un convegno all’ordine dei dottori commercialisti e ho detto quello che le confermo, il piano di riequilibrio viene adottato da quegli enti che hanno dei debiti fuori bilancio che non possono ripianare e portavo l’esempio della provincia di Catania, la quale dopo aver perso una causa da 30 milioni di euro che non ha potuto pagare in un unico esercizio ha fatto un piano di riequilibrio decennale. spalmando il debito in 10 anni.

Ma un comune che si trova in queste condizioni (Messina) e che non riesce a sbarcare il lunario giorno per giorno… se non ha entrate particolari, entrate eccezionali, entrate che esulano da quelle ordinarie è ovvio che il piano di riequilibrio prima o dopo farà acqua. È da dire, a tale proposito, che è previsto un monitoraggio della Corte dei Conti semestrale proprio per controllare l’adempimento del piano. (In altri termini non è detto che anche se approvato il piano, il dissesto sia poi stato scongiurato, anche perché non puoi scrivere nel piano A e poi tendere al B stante il controllo semestrale della Corte dei Conti ).

Allora si può verificare l’ipotesi che approviamo un piano di riequilibrio e dopo due anni siamo lo stesso al dissesto per mancato rispetto delle condizioni economiche del piano?

Non è detto! Perché non conosciamo quelle che sono le misure che sta approvando l’amministrazione. La precedente amministrazione, quella Croce aveva ipotizzato un contratto di servizio con l’Amam che è poi fallito perché non era supportato da elementi legali. Quindi se trovano, se c’è la possibilità di avere delle misure, delle entrate che siano sufficienti.… La vendita del patrimonio?… La vendita del patrimonio è indicata in 30 milioni eppure se è un obbligo… io ho dei dubbi che in un periodo di crisi come questo si possa realizzare. Perché oggi in un periodo di crisi e difficile vendere il patrimonio… altre entrate?… Qualcuno suggeriva quelle inerenti all’Italgas questa sarebbe un’entrata straordinaria che se si verificasse consentirebbe di predisporre un piano.

“Io credo che lo scopo dell’amministrazione sia quello di prendere tempo, predisponendo un  nuovo piano di riequilibrio che deve essere adottato entro Marzo ma prima dovranno adottare il bilancio consuntivo 2013 e il preventivo 2014, perché questi adempimenti che non sono un obbligo fanno parte delle linee guida della Corte dei Conti, che nell’esaminare i piano di riequilibrio chiede espressamente che tutti i documenti contabili siano in linea…e quello di Gennaio ? Quello di Gennaio era la modifica del vecchio piano che è stato bocciato, oggi il nuovo Piano non può partire dal 2013 ma deve partire dal 2014 e quindi deve avere il Bilancio del 2103 perché questo in effetti è un nuovo piano.

E’ chiaro che se quello che dice il Ragioniere Generale Coglitore è vero e cioè che prima del piano di riequilibrio di Marzo bisogna approvare i Bilanci 2013 e 2014 i dubbi sull’agire dell’Amministrazione Comunale e del Consiglio aumentano e la circostanza che di questi due ulteriori ed importanti strumenti finanziari non se ne parli neanche a livello di voci di corridoio non fa altro che confermare la volontà di andare verso il Dissesto senza neanche avere il coraggio d’ammetterlo.

E la vicenda del Piano di riequilibro recentemente rigettato…? Quello è stato fatto apposta per farlo bocciare. (vedi articolo correlato “Le facezie del Consiglio Comunale di Messina”). Io ho avuto modo di guardarlo è tutto fatto di buoni propositi che poi però devono concretizzarsi…ma ora il tempo per approvare i Bilanci di cui parla ce l’abbiamo?… Ecco perché non bisognava lavorare a quello (rigettato), ma bisognava migliorare quello Croce e sopperire a quella necessità (della carenza d’entrata).

“Il Problema è che non hanno la bacchetta magica…. a meno che l’Amministrazione non speri in qualche nuovo provvedimento legislativo. In effetti, in questo momento molti Enti Locali sono in difficoltà e quindi è probabile che qualche cosa spunti fuori….ovviamente non il DL 35 (il famoso decreto a cui tutto il Consiglio Comunale si è aggrappato per “giustificare” il rigetto del piano di riequilibrio con l’idea di fondo di prendere tempo per non decidere)…perché il DL 35 è un’altra cosa e credo che non abbiano nemmeno.. ( capito)… ogni tanto ne sento parlare nelle reti locali….non ha niente a che vedere con il Piano di riequilibrio… perché è solo un’anticipazione di liquidità che fornisce la Cassa deposito e prestiti da restituire in 30 anni…ma non era quello su cui tutti speravano per approvare a marzo un nuovo piano di riequilibrio ?

“Guardi! se non cambiano le norme…sul piano di riequilibrio io e il Dott. De Leo abbiamo avuto attacchi da parte di tutti…ribadisco che il DL 35 è una anticipazione di liquidità, come un’anticipazione della tesoreria e come il fondo di rotazione del Ministero, tutte misure che non possono essere utilizzate in termini finanziari. Questo significa che lei prima deve avere le somme necessarie, deve prevederle nel piano di riequilibrio e solo poi attingere al DL 35. Le entrate le devono trovare altrove, quello che ho visto io era un piano d’intenti. Si prevedevano risparmi energetici , si prevedevano interventi sulle visure catastali che sono pure delle misure d’entrata me che ancora non sono state realizzate e quindi non quantificabili.

Ed in merito alle critiche che le fanno per il mancato recepimento da parte del Comune di tutti quei bilanci delle partecipate che da anni non si sono considerati che cosa abbiamo da dire ?

“Certo è una cosa che lascia perplessi. Parliamo ad es. dei bilanci della ATM che non sono stati approvati sin dal 2001, tenendo a mente che non esiste la decorrenza dei termini o la prescrizione dei bilanci e nessun Consiglio Comunale ha mai approvato un bilancio, ed ovviamente l’amministrazione è dovuta intervenire. Oggi l’ATM è in liquidazione ed è l’amministrazione Buzzanca che ha iniziato la procedura e sinora nessuna liquidazione è stata fatta; non sono stati nominati i commissari liquidatori; non è stata accertata l’entità dei debiti e dei crediti. Detto questo, io non credo che le cifre di cui s’ipotizza siano un vero e proprio debito, sia perché l’unico modo per stabilire la reale consistenza del debito è andare a spulciare le singole fatture e soprattutto perché non è ipotizzabile che se ci fossero creditori per quelle cifre, gli stessi sarebbero stati zitti e inoperosi per tutti questi anni. Pertanto, io no credo a queste cifre di 50, 60 o 70 (milioni) che non sono certificate da nessuno. In definitiva il problema è andare a vedere la reale situazione debitoria/creditoria delle varie aziende partecipate, fornendo le pezze d’appoggio che possano giustificare le varie richieste, sono proprio queste cifre che nel piano di riequilibrio saranno considerate come debito latente.

E allora rifacciamo la domanda, è meglio il Dissesto o il Piano di riequilibrio ?.

Se ci sono misure concrete, extra, eccezionali rispetto a quelle ordinarie si può fare il piano di riequilibrio e probabilmente avrà un esito positivo nonostante il monitoraggio semestrale della Corte dei Conti, anche se fare una previsione che copra un periodo decennale è alquanto difficile perché già noi non siamo in grado di fare previsioni per il giorno dopo. Quindi se ci sono queste condizioni d’entrata è meglio fare un Piano perché è meno penalizzante, diversamente è preferibile il dissesto che non viene gestito dall’Amministrazione.

E il dissesto per la città cosa comporterebbe ?

Per la città non è che comporti molta differenza perché non vi è molta diversità tra le due ipotesi. Forse l’unica cosa a cui penso è quella del personale, il personale precario, ma anche in questo caso patirebbero poco perché alla fine è la Regione che se ne assume per il 90% l’onere dello stipendio e per fortuna non sono stati stabilizzati… per il personale interno non ci sono problemi perché il rapporto cittadino dipendente è inferiore a quello previsto dalla legge (nella misura di un dipendente ogni 90 abitanti.). Quindi in definitiva bisogna vagliare con molta attenzione e delicatezza le due ipotesi e vedere quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’uno o dell’altro, deve essere fatta un’attenta valutazione,

Ma questa valutazione sulle due ipotesi (Dissesto o Piano di riequilibri) da chi deve essere fatta, dalla Giunta o dal Consiglio Comunale. ?

“Intanto il Consiglio deve autorizzare questo nuovo piano ed ancora non è stato fatto. Anzi secondo me si confondono i ruoli perché è il consiglio che autorizza l’adesione al nuovo piano….In altri termini, il Consiglio Comunale deve decidere l’adesione ad un nuovo piano di riequilibrio ed è solo in un secondo momento che la giunta predispone il piano sulla cui bontà e valutazione il Consiglio dovrà di nuovo esprimersi.

Ma a livello di procedura amministrativa secondo lei ci vuole un’autorizzazione preventiva del Consiglio prima di presentare il Piano ?

Secondo me, si ! Intanto il Consiglia ha bocciato il vecchio piano e quindi ora ci vuole un nuovo piano. E’ vero che il Consiglio Comunale approva il nuovo piano ma prima deve autorizzarlo, per assurdo il Consiglio Comunale potrebbe dire già oggi che preferisce il disseto al Piano.

Pietro Giunta   

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