80 mila euro. Questo è il valore dell’ulteriore pezzo di storia che si decide di vendere con il suggerimento di “demolire e ricostruire”. Non si tratta di un grande palazzo in centro, non si tratta di qualche edificio storico della “Messina Bene”. L’edificio in questione è la Casa dei Cocchieri che sorge a Pistunina, lungo l’antica via del Dromo, che collegava Messina a Catania. Un edificio allo stato di abbandono che, da qualche settimana, è stato messo in vendita da un immobiliare.
La Casa dei Cocchieri era una stazione di servizio dove i cocchieri, con i propri cavalli, si fermavano per rifornirsi e riposare. L’edificio è l’unico nel messinese. Un pezzo di storia che è sopravvissuto alla catastrofe edilizia degli ultimi anni. Un palazzo, come ci illustra Eugenio Enea, membro dell’Associazione Ionio, del periodo precedente al terremoto, probabilmente settecentesco, di grande valore storico soprattutto per il basolato lavico e le particolari strutture in pietra che servivano proprio per legare i cavalli fuori dall’edificio.
Negli scorsi giorni, la nostra Redazione ha scritto alla Soprintendenza di Messina per ricevere ulteriori informazioni sullo stato del bene. Dopo quasi una settimana, non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall’Ente.
Tappa obbligatoria della Via del Dromo:
Il palazzo è stato notevolmente valorizzato dalla Pro loco Messina Sud e dall’Associazione Ionio mediante vari eventi, trai quali “La Via dei Tesori”, un festival culturale regionale.
Ivan Tornesi, Presidente della Pro Loco Messina Sud aggiunge “la Casa dei Cocchieri rientra già tra le tappe del tour che effettuiamo lungo la Via del Dromo. Una tappa obbligatoria che, già segnalata tra le Guide della Circoscrizione della Calispera, quando era sedici i quartieri.”
“Bisogna porre attenzione alla situazione della Casa dei Cocchieri”, dice Eugenio Enea, “Più che ricorrere alla distruzione, io ne consiglierei il restauro del sito. L’intera Via del Dromo è stata distrutta e la maggior parte dei suoi siti, che sono stati conservati, oggigiorno sono chiusi, come Villa De Pasquale.”
La Casa rientrerebbe, inoltre, nei beni d’interesse culturale che sono tutelati dalla’art.10 del Decreto Legislativo n.42 del 2004, che regola la materia dei Beni Culturali.
Restaurare non demolire:
“Il valore culturale dell’immobile dovrebbe essere dichiarato dalla Soprintendenza”, spiega Tornesi “Noi possiamo invitare a valutare ad una progettazione che mantenga il prospetto, la struttura del Palazzo sia per l’aspetto paesaggistico sia per il valore storico. L’edificio rappresenta qualcosa di valore culturale che non può essere cancellato con una demolizione. Per questo serve una tutela per far in modo che eventuali progetti di ristrutturazione e restauro vengano fatti secondo il regime di tutela dei beni culturali”.
Il caso attuale della Casa dei Cocchieri rappresenta l’ulteriore distanza che intercorre tra la zona centro-nord e la zona Sud della città. Una distanza che si avverte sia nello stile di vita ma anche nell’attenzione che i messinesi non concedono al patrimonio della zona Sud. Un patrimonio di grande interesse storico che spesso non viene neanche ignorato, ma disconosciuto dagli stessi messinesi che da sempre soffermano il loro sguardo verso il Settentrione senza osservare che la Storia di Messina è costituita soprattutto dai Beni della Zona Sud e dei suoi villaggi, come la già citata Noria di Minissale, la Chiesa Normanna di Mili, il Monastero Benedettino di San Placido Calonerò, Villa De Pasquale, l’antica villa Melania, un sito di epoca romana, ed infine la, ormai in parte deturpata ,Via del Dromo.