Di seguito il comunicato che il coordinatore di Futuro a Sinistra Messina, Maurizio Rella e la segretaria della federazione dei Verdi Messina, Raffaella Spadaro hanno diffuso in difesa del patrimonio artistico della città ed in particolar modo di Palazzo Scardino.
Oggi durante un sopralluogo, svolto congiuntamente, nella zona Falcata, Cittadella e via Don Blasco, nel constatare ed accertare, peraltro, come da decenni, il totale stato di abbandono di questa parte della città con caratteristiche ineguagliabili e potenzialità uniche, finora inespresse e vanificate, ci siamo trovati di fronte al crollo di alcune parti, verificatesi nell’edificio storico pre terremoto ubicato lungo la via don Blasco, una palazzina presumibilmente del XIX secolo. Il fabbricato di pregevole valore, da decenni destinato ad un lento, progressivo e inesorabile degrado e alla conseguente rovina, oggi presenta parti consistenti della struttura muraria e di elementi di pregio decorativo in procinto di crollo con conseguente rischio per l’incolumità pubblica, oltre all’ovvio danno artistico architettonico. Constatato ciò, abbiamo allertato vigili urbani e vigili del fuoco, che sono intervenuti transennando la zona, contestualmente intervenivano i tecnici della protezione civile, che confermavano il rischio di crollo della palazzina. La zona è stata immediatamente preclusa al traffico. Quanto constatato stamattina, ci porta a stigmatizzare il fatto e quanto sia urgente intervenire, a partire da questa storica palazzina, ad un recupero di tutta la zona della cittadella e del water front, della via Don Blasco e, quindi, della “via del mare”, la cui realizzazione tarda ancora. Denunciamo con forza il degrado di questa parte di città e auspichiamo interventi, finalmente concreti, verso un piano complessivo di valorizzazione della zona. Anticipiamo iniziative pubbliche su questo tema, dove avanzeremo proposte finalizzate allo scopo.
“La responsabilità dell’area dove si trova Palazzo Scardino è dell’Autorità Portuale, ci dichiara Maurizio Rella. La Zona è gestita da loro, tanto è vero che anche l’appalto della riqualificazione della Via San Ranieri- dal Cavalcavia alla Marina Militare- nasce da una loro iniziativa.”
Il Palazzo si trova sulla via Don Blasco che dovrebbe trasformarsi nelle futura via del mare, in questo caso dovrebbe essere eliminato?
Io non ne sono a conoscenza, ma ritengo che sarebbe un insulto alla nostra storia se lo demolissero, continua Rella. Il palazzo è uno dei primi esempi liberty a Messina, realizzato nella seconda metà del 1800 e sin da quand’ero un giovane studente d’architettura ho sempre attenzionato questo palazzo che allora era ancora integro, con il tetto integro e abitato. Lo hanno progressivamente abbandonato e oggi c’è la parte sud dell’edificio che rischia il crollo, il tetto non c’è più e dopo il nostro intervento le autorità hanno finalmente chiuso via Don Blasco. Abbiamo chiamato i vigili urbani e i vigili del fuoco che hanno finalmente chiuso la strada, perché il rischio crollo è tanto vi potevano essere danni a persone e cose e un rischio concreto per l’incolumità pubblica.
Non è un bene vincolato?
L’edificio non è sottoposto a vincolo della soprintendenza e come molti altri edifici di Messina, abbandonati al degrado più assoluto, si aspetta che crollino per eliminarli. L’edificio non è tutelato da un decreto di vincolo che lo riconosca come bene storico culturale, vi è solo un vincolo per legge che lo riconosce come edificio costruito prima del 1942. Si tratta di un vincolo storico urbanistico che non è paragonabile a quello della soprintendenza che permetterebbe il suo recupero e la sua ristrutturazione.
Il Palazzo può essere recuperato o ormai è un rudere irrecuperabile?
Intanto, se fosse espropriato e fosse demolito sarebbe un sacrilegio e noi ci batteremmo, conclude Maurizio Rella, perché ciò non avvenga. Anche se questa è solo un’ipotesi perché non avendo visto il progetto non possiamo dire se il Palazzo Scardino sarà interessato alla riqualificazione di Via Don Blasco.
Noi solleciteremo la Regione e la Soprintendenza a porre un vincolo sull’edificio, affinché emani un decreto di vincolo sul bene e in questo caso non potrebbe togliere neanche una vite dall’edificio.
Costerebbe molto recuperare il Palazzo
E’ ovvio che in questo stato l’opera di d’intervento sarebbe particolarmente onerosa, ma se si pone il vincolo sull’edificio allora la Regione potrebbe finanziare sino al 75% dell’opera.
@PG