Milazzo “citta’ delle donne”, per non dimenticare

Una “città delle donne” dentro la città di Milazzo:  così, dal 7 aprile, con l’intitolazione di nove strade femminili, Milazzo suggerisce al nostro Paese un modello di comunità che accoglie e dà valore al contributo delle donne   alla nostra Storia e  alla costruzione di un  Paese democratico, equo, giusto.

Un corteo silenzioso e composto ha attraversato la città, consapevole dello  straordinario valore   dell’evento,  con il sindaco Carmelo  Pino e  gli assessori Dario Russo e Stefana Scolaro,  con i familiari di Anna Cambria e Graziella Campagna,  con “Posto occupato”, con i rappresentanti delle associazioni “Rita Atria”, “Libera”,  “Toponomastica femminile”, in gran parte giunti da altre città della Sicilia.   

Un’ondata di  intitolazioni, straordinaria  anche per il gruppo Toponomastica femminile  e non solo per il numero ma anche per  la forza del filo rosso che ha portato alla scelta dei nove nomi:  si onora  la memoria di nove donne, tanto diverse e  vissute in tempi e luoghi differenti,    ma nelle cui vite la violenza degli uomini è entrata,  allo stesso modo, prepotente   e  arrogante.  Oggi le nove intitolazioni    sono il segno della vittoria della società civile sulla barbarie della violenza.

Nasce  un   vero e proprio quartiere tutto femminile nel Centro, con  cinque intitolazioni:  alla giovane Graziella Campagna,  uccisa dalla mafia a Saponara , per aver letto per caso messaggi “segreti” di un affiliato alla mafia locale;  alle giornaliste Ilaria AlpiMaria Grazia Cutuli, uccise in zone di guerra, dove   conducevano coraggiose inchieste  giornalistiche; all’agente di Polizia sarda Emanuela Loi,  morta a Palermo nella Strage di via D’Amelio;  alla testimone e collaboratrice di giustizia Rita Atria, morta suicida nel  1992, dopo la morte del giudice Borsellino.  Un vicolo gentile viene intitolato alla cantante  licatese Rosa Balistreri che fece del canto popolare  un’arma di  riscatto dalla povertà e dalla violenza. Si fronteggiano  le strade   intitolate a due grandi del libero pensiero: alla matematica e filosofa greca Ipazia, vittima dell’integralismo religioso;   alla scrittrice catanese ribelle Goliarda Sapienza, autrice.  A San Papino, vicino al bar dove fu uccisa per sbaglio nel corso di un attentato mafioso,  viene ricordata con un’ intitolazione la   giovanissima Anna Cambria

Le strade neo-intitolate sono luoghi reali che acquistano identità e  allo stesso tempo l’alta dignità luoghi-simbolo,  per ricordare il valore dell’impegno , del coraggio  e dell’ onestà intellettuale, per denunciare la violenza  di chi, anche con il silenzio   omertoso,   è complice della violenza delle mafie, dell’integralismo religioso,  delle  guerre.

 “La violenza –dice  Maria Andaloro – è un problema culturale ed una responsabilità sociale” indicando,  così, la direzione da percorrere:  ogni intitolazione deve costituire un passo verso la costruzione di un progetto di coesione e   di convivenza nel rispetto dell’altroa, a cui ciascuna delle nove donne sembra dare il suo contributo. Il sindaco  Pino le chiama ripetutamente “sorelle” e l’assessore   Russo   usa il plurale quando parla della ferita lasciata alla comunità milazzese dalla morte di Anna: “Siamo stati feriti a morte e vogliamo far rivivere Anna”.  I momenti  più forti della giornata? Tanti, ma uno specialmente: quando i genitori  di Anna Cambria stringono commossi la mano ai fratelli di Graziella Campagna.  Sembra che non vogliano sciogliersi da quella stretta, nel nome e nel ricordo delle loro “ragazze” .

Eppure non mancano le voci difformi.  Alcuni passanti  esitano a fermarsi  e osservano  sospettosi. Un anziano signore si ferma e ci chiede  perplesso perché mai stiamo facendo tutto questo.

La risposta viene dal padre di Anna Cambria.

 Il signor Giuseppe,  uomo schivo e silenzioso,  indica la targa di intitolazione alla figlia   e grida il suo  dolore  inestinguibile di  padre che venticinque anni fa s’è vista rubare la figlia  sedicenne: “Leggendo lì il nome di Anna, nessuno la dimenticherà e tutti vorranno sapere chi è stata la nostra Anna!”. 

Pina Arena