I nostri ringraziamenti vanno al Signor prefetto e ai suoi collaboratori, un grazie per la loro presenza alle autorità militari, religiose e civili.
Vorrei in questo anniversario parlarvi dei sacrifici, delle battaglie, delle vittorie e delle sconfitte, della resistenza, dei massacri, Marzabotto, Sant’Anna, Cefalonia e delle Fosse Ardeatine ma non lo farò.
Vi prego riflettete su quello che è successo e dedicate il vostro pensiero a chi si è battuto ed è morto per la libertà e la democrazia del nostro Paese.
Sono passati 70 anni dal 25 aprile 1945, il sapore della vittoria sul nazi-fascismo, la pace ritrovata, l’inizio di una nuova vita, la politica libera, la democrazia, il piacere di poter votare, di poter scegliere i propri rappresentanti. Tutto questo avevano sognato i nostri padri e noi assieme a loro. Ora era il momento di partire tutti insieme a ricostruire il Paese, non era facile. Partiti diversi a volte nemici, ma tutti con un idea comune: chiudere con la dittatura e creare un’Italia democratica. Il Paese era distrutto, l’80% delle case, in particolare nelle città, era stato abbattuto o danneggiato dai bombardamenti degli alleati. Le fabbriche e l’agricoltura quasi non esistevano più,era la fame!
Nei quartieri popolari i cittadini, armati di pentole e cavette ricevevano dai militari americani quel che restava del loro rancio. Questa era la situazione degli italiani. Non avevano istituzione e i sindaci erano nominati dai vertici delle forze armate alleate. La nostra moneta non aveva valore internazionale, ed erano gli alleati a stampare moneta. Le famose am lire. Il comitato di liberazione Alta Italia assieme al governo del Sud, formò il primo governo post bellico, presieduto da Parri, con dentro tutti i partiti. Cominciò il lungo viaggio della speranza. Uno dei primi atti del governo fu la sospensione della pena di morte e della nomina della commissione in numero paritario di tutti i partiti che si insediò a Montecitorio con il nome di Consulta. Il suo scopo fu di preparare le regole delle elezioni e dell’assemblea costituente e del referendum tra monarchia e repubblica, soprattutto deliberò il voto alle donne. Ma non era un regalo, era un diritto. Il contributo della donna alla Resistenza è stato enorme. Le donne organizzate nei gruppi di difesa della donna furono circa 70 mila, partigiane combattenti 35 mila, commissarie di guerra (quindi ruolo comandante) 512, fucilate o impiccate 623, arrestate condannate e torturate 4659, deportate in Germania nei campi di sterminio 2750, insignite di medaglia d’oro al valore militare 19.
Senza le donne non saremmo riusciti a sopravvivere perché erano loro a portarci i rifornimenti, i viveri, le munizioni e le informazioni sugli spostamenti dei Nazi – fascisti. Nel combattimento erano veramente ardite, coraggiose ed eroiche. Ne voglio ricordare una tra tutte quelle con cui ho avuto l’onore di combattere nella Repubblica Cisalpina di Domodossola (Clementina), la Floreani che poi fu eletta deputata.
Nel 1946 si votò per la costituente e il referendum, la percentuale dei votanti fu altissima, vinse la Repubblica e dopo solo due anni abbiamo avuto la nuova costituzione, quella nata dalla Resistenza, che ha cambiato il Paese, che in meno di 10 anni la nostra Italia è diventata il quinto paese industriale del mondo. Questi sono fatti, non parole!
Abbiamo combattuto i terroristi rossi e gli stragisti neri, tutti gli italiani insieme: il governo, i sindacati, i partiti, la magistratura, gli imprenditori e i giornalisti pagando con sangue ma abbiamo vinto sia i rossi che i neri.
Poi, è cambiato tutto. I nuovi politici che hanno sostituito quelli della mia generazione hanno cambiato le regole, la ragione era che i governi duravano poco e dal proporzionale si è passati al maggioritario. Prima i partiti erano una decina, erano troppi, bisognava ridurli con il maggioritario e invece si sono triplicati. Questi sono fatti.
I costi della politica sono aumentati ed è scoppiata tangentopoli, una tempesta politica. I partiti venivano finanziati illegalmente e in pochi mesi grazie alla magistratura scomparirono quasi tutti i partiti.
Adesso, nella seconda repubblica, i corruttori non finanziano più i partiti ma i singoli politici che si arricchiscono alla faccia degli italiani. Chi ha la colpa di tutto questo? La costituzione! E allora bisogna cambiarla. Per prima ci ha pensato un governo di centro – destra, ma con il referendum è stata annullata; poi, ci ha provato il centro – sinistra con il titolo quinto che ha provocato un’enormità di vertenze tra lo Stato, le regioni e i comuni e ha dato lavoro alla Corte costituzionale. Adesso bisogna modificare ancora la Costituzione, ci riusciranno? (Mah) se ci riusciranno aspettiamo fiduciosi il referendum.
Scusate signori se parlo in prima persona, io ho avuto la fortuna di arrivare a 92 anni, ho fatto tutte le battaglie per difendere la nostra carta costituzionale, nata dalla Resistenza e finché avrò vita mi batterò, non sono un difensore delle cause perdute, né un conservatore gufo rimbambito, amo la libertà e per questo voglio dire alle giovani generazioni: siete voi la classe dirigente del futuro, siatene degni. Avete un bene che nessuno vi può togliere, battetevi, votate e invitate la gente a votare. Siate coraggiosi, non votando vincono i furbi che con meno di un terzo dei votanti prendono la maggioranza assoluta e il potere che con la nuova legge elettorale che sta per essere approvata mette un uomo solo al comando. La mia generazione ha avuto un solo uomo al comando, non votato per vent’anni il popolo italiano è stato privato della libertà.
Leggete la nostra costituzione, studiatela e poi votate per chi volete, fate che non siano gli altri i furbi a decidere per voi, non tradite chi ha versato il sangue perché avessimo una costituzione veramente democratica e invidiata da molti Stati europei.
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.
Viva la repubblica, viva l’Italia unica e indivisibile e gloria ai caduti per la libertà.