L’attenzione riservata dai mass media agli eclatanti fatti delittuosi commessi da stranieri sul territorio italiano avvenuti negli ultimi anni assumono toni, non di rado esasperati.
La cronaca giornalistica risulta quasi sempre ampia e , pur con gli inevitabili limiti, attenta a focalizzare alcuni aspetti relativi alla nazionalità del soggetto che delinque, alla quantità di violenza inumana immessa nell’atto delittuoso.
Dal canto suo, l’opinione pubblica, nella nostra società contemporanea, è attratta da questi episodi, talora eccezionali, suggestionata dai media che perseguono obiettivi di crescita dell’audience, che nulla hanno a che fare con esigenze di informazione e di formazione di una comunicazione pubblica matura (Casavola F. P).
Possiamo certamente affermare che spesso i media anziché seguire questo obiettivo, ne perseguono un’altro: quello della disinformazione.
In effetti, se ci pensiamo bene, al di la dei classici documentari, che mettono in luce in modo dettagliatamente una data situazione che non ha “voce”, nei giornali e telegiornali che quotidianamente leggiamo o sentiamo, è raro che si dia spazio alla quotidianità di milioni di stranieri ancora in età minore, che giorno dopo giorno faticano attraverso ogni mezzo, per ottenere precarie condizioni di sopravvivenza.
Si pensi al recente fenomeno dei minori che arrivano in Italia da soli, profughi o sfollati che cercano varcare il confine degli Stati, aggrappandosi ai motori dei tir o dei pullman; non è difficile immaginare i motivi per cui spessissimo non riescono ad arrivare vivi.
Di non minore importanza sono quelli vittime di tratta, che vengono sfruttati in Italia tramite l’accattonaggio o peggio ancora, lo sfruttamento sessuale.
Se si pensasse profondamente a quello che ho appena detto, non è difficile immaginare il come e il perché questi mettono in atto , non di rado, comportamenti delittuosi.
Un volta entrati all’interno del circuito carcerario, la Legge n. 354/1975 dispone all’art. 13 il trattamento individualizzato mirante alla rieducazione e risocializzazione che “deve rispondere ai particolari bisogni della personalità di ciascun soggetto”.
Questa esigenza è particolarmente sentita nel caso di minori, italiani o stranieri che siano.
Lo si può evincere già se si prendono in considerazione il numero dei minori per cui viene disposta la custodia cautelare, solo il 2,7% sul totale di minori denunciati, italiani e stranieri (38.193), mentre quelli per le quali non viene adottata alcuna misura sono il 95,7%; il restante 1,5% riguardano i collocamenti in comunità o misure quali la permanenza in casa.
Nell’immaginario collettivo, purtroppo i minori italiani e quelli stranieri che commettono reati non sono visti allo stesso modo. La mia opinione a tal riguardo è che questa è frutto di una distorta percezione e della totalità di reati commessi da minori, del tipo di reato, e della differenza tra il numero di reati commessi da italiani e stranieri.
Prima di scendere nello specifico, è d’obbligo una precisazione.
Quando si parla di reati commessi da minori, bisogna tener presente il cosiddetto “numero oscuro” , cioè la differenza tra i reati realmente commessi e quelli che vengono effettivamente denunciati.
Non tutti decidono di denunciare un minore, e i motivi possono essere molteplici, uno tra questi potrebbe essere, ad esempio, la tipologia di reato maggiormente commesso (furto).
Non sempre si decide di denunciare, vuoi per l’età dei soggetti coinvolti, vuoi semplicemente per la “perdita” di tempo connessa col dover fare la denuncia.
Il numero oscuro, ad esempio è molto basso nel caso degli omicidi… è difficile che la polizia non venga a conoscenza di una morte.
Quando il numero oscuro è molto alto, come in questo caso, ci troviamo davanti ad una criminalità
L’Istat ci dice che nel 2007 le denunce presentate a carico dei minori sono 38.193 .
Queste rilevazioni si riferiscono ai minori per i quali avviene l’iscrizione della notizia di reato nel registro della Procura della Repubblica per i minorenni.
Se prendiamo in considerazione i reati contro la persona (omicidio, lesioni personali, violenza sessuali), contro il patrimonio (furto, rapina, estorsione, sequestro, ricettazione), contro l’economia (produzione e spaccio di stupefacenti)e altri delitti, solo in Sicilia, nel 2007,sono stati commessi 4.546, di cui una parte consistente di questi (1.737) sono reati contro il patrimonio; seguono quelli contro la persona (1.216) , e con 977 contro l’economia, il resto sono altri delitti.
Va evidenziato che la Sicilia è solo seconda alla Lombardia, in Italia, per numero di reati commessi da minori, di cui si ha notizia.
I minori italiani, in generale, commettono un numero di reati maggiore rispetto ai coetanei stranieri. In ordine di importanza i reati più commessi dai minori italiani e stranieri sono quelli contro il patrimonio, contro la persona, contro l’incolumità pubblica.
Per quanto riguarda i reati contro il patrimoni, è interessante notare che, su un totale 7.276 reati commessi da minori stranieri, 5.168 sono furti.
I reati contro la persona sono a totale appannaggio dei minori italiani con 8.652 reati contro 1.344 dei minori stranieri, così come quelli contro l’incolumità pubblica che sono cinque volte superiore rispetto a quelli commessi dai minori stranieri (rispettivamente 3.460, 535); a questa categoria di reato appartiene uno degli unici reati in cui la situazione si ribalta, e troviamo i minori stranieri che commettono più reati rispetto agli italiani, cioè falsità in atti e persone.
Fin qui abbiamo considerato il totale dei reati commessi dai minori di 14 anni e da quelli compresi nella fascia d’età che va dai 14-17. Sul totale dei reati, si può evincere che, sono minori di sesso maschile, italiani (27.803), a commettere un numero maggiore di reati rispetto ai coetanei stranieri (10.390).
Se paragoniamo i reati commessi dalle minori italiane rispetto alle minori straniere, la situazione si inverte cioè sono le donne straniere a commettere più reati rispetto alle italiane.
Per quanto riguarda i reati contro il patrimonio la differenza è veramente minima (1347 italiane, 1307 straniere), di questa categoria fa parte il furto, di cui le minori straniere ne commettono maggiormente (1072 contro 832), così come reati contro la fede pubblica e falsità in atti e persone. Da non sottovalutare è l’aumento dei reati commessi dalle minori straniere comprese nella fascia d’età dai 14-17 anni che è pari a 1.679 il 16,1% sul totale dei reati commessi da stranieri (10.390) . Questo dato assume rilevanza se paragonato al numero di reati commessi dalle coetanee italiane che è pari a 2665, il 9,5% su un totale dei reati commessi dai minori italiani (27.803).
Ma veniamo alla Sicilia. Le denunce presentate a carico di minori stranieri 383 reati nel 2007.
Soffermandoci sulle aree geografiche di provenienza, nell’isola commettono maggiormente reati i minorenni di nazionalità africana, in primis Marocchini e Tunisini, segue l’Asia con gli Iracheni, e i cittadini provenienti dall’Unione Europea, con in testa Germania e Romania; degli altri paesi europei, meritano di essere citati, gli albanesi e infine l’America settentrionale e centro meridionale con Brasile e Colombia.
La Sicilia, tra le regioni del centro sud e seconda solo al Lazio per numero di reati commessi da minori stranieri e ottava in tutta Italia.
Ma come sono distribuite le denunce dei reati in Sicilia?
Nel 2007 le denunce presentate contro minori sono state 4.546 , percentualmente suddivise per provincia abbiamo il 20% a Palermo, segue Catania col 18%, Messina col 13,%, Agrigento 13%, Caltanissetta con 11, 5%, Siracusa 8%, Trapani 5%, Enna 4%, Ragusa 3%.
Di queste percentuali, reati contro la persona se ne commettono il 20% a Palermo, ad Agrigento il 15,2%, 13,2% Catania, Messina 12,8%, 12,6% Caltanissetta, il resto sono percentuali minori.
Per danni contro il patrimonio si distingue Palermo 29%, seguono Catania con 20,2%, e Messina con il 10,8%, che rispettano lo stesso ordine di successione, anche se con percentuali inferiori, per i reati contro lo Stato e l’ordine Pubblico.
I reati contro l’incolumità, l’economia e la fede pubblica, Catania può tristemente vantare un 24%, Caltanissetta 20,4%, Messina 17,9%, infine, il 13% di Siracusa.
Interessante che nella categoria altri delitti – che include una serie di tipologie – Agrigento ha una percentuale pari al 49%. Come nel caso di Agrigento, ci sono alcune specificità provinciali, cioè reati che vengono commessi e denunciati in misura maggiore in alcune province anziché altre.
Per esempio, a Palermo, il 49% delle denunce erano per violenza sessuale.
Per produzione e spaccio di stupefacenti si contraddistingue Catania con il 24%, Caltanissetta con 23%, e Messina col 18,9%.
La nostra tranquilla città, come abbiamo avuto modo di vedere, non è poi molto tranquilla se vengono presi in esame determinati universi, come quello appena descritto.
Messina, per numero di minori denunciati, risulta essere sempre presente ai primi tre posti di queste infelici classiche riguardanti i minori.
Contro tutto quello che comunemente la gente pensa nei riguardi della criminalità importata, possiamo affermare con una certa serenità che, in Sicilia i minori stranieri denunciati sono solo il 7% sul totale delle denunce (2007 ).
Questo per sfatare quel pregiudizio di coloro che gradirebbero poter addebitare il sentimento di insicurezza che si vive in ogni città, all’altro, al diverso, a chi “non è dei nostri”.
Nicoletta Rosi