Volendo per una volta uscire dagli schemi dobbiamo rilevare come la violenza sulle donne si verifica molto spesso nell’ambito di rapporti familiari e all’interno di rapporti, come quelli coniugali, che dovrebbero per loro definizione essere improntati al rispetto reciproco e alla fiducia tra le parti affettivamente coinvolte.
Se questo è vero, dover dare la notizia di un pestaggio con il quale un moldavo, Strelkov Konstantin, ha mandato in ospedale la moglie russa, aiuta a stigmatizzare e condannare quello che anche nel silenzio delle nostre abitazioni avviene sempre più spesso. La storia la raccontano direttamente i Carabinieri della Stazione di Letojanni insieme ai colleghi della Aliquota Radiomobile, i quali nel corso delle prime ore della mattina di giovedì 21 agosto a Letojanni (ME), al termine dei necessari accertamenti, hanno tratto in arresto per lesioni gravi Strelkov Konstantin, trentanove anni, moldavo. “L’uomo, stava trascorrendo le proprie vacanze in un albergo della nota località turistica in compagnia della moglie di nazionalità russa. Nel corso della nottata, mentre era nella propria camera d’albergo con la consorte, per ragioni ancora ignote, lo straniero ha aggredito con inaudita violenza la giovane moglie e l’ha poi chiusa all’interno della stanza. Immediata la richiesta di intervento al 112 da parte dei dipendenti dell’albergo. Sul posto tempestivamente intervenivano i Carabinieri della Radiomobile e della Stazione competente per territorio individuando il marito violento e la sua vittima. L’uomo veniva quindi condotto presso la locale stazione e la donna presso il nosocomio di Taormina. I medici riscontravano vari traumi, abrasioni e distorsioni conseguenti alle violenze subite, sintomo di una aggressione realmente brutale. Salvo complicazioni la donna guarirà in trenta di giorni. Il marito violento invece, dopo aver trascorso alcune ore in camera di sicurezza, nella mattinata di ieri è stato condotto presso il Tribunale di Messina ove il competente magistrato ha convalidato l’arresto e a seguito di richiesta di patteggiamento ha sanzionato la condotta con pena sospesa di due anni.” Forse davanti a questi fatti ci si sente tutti dei “giustizieri” ed è per questo che mal si digerisce la condanna a due anni e la sospensione della pena. E così mentre la moglie dovrà passare trenta giorni d’ospedale, il marito violento e brutale potrà continuare la sua vacanza tranquillamente.
Tutto questo dovrebbe portare a riconsiderare l’istituto della sospensione della pena e per il quale lo Stato evita d’applicare la pena con l’intendimento che se ripeti lo stesso tipo di reato (picchiare la moglie) sconterai sia la pena sospesa (due anni) che quella nuova che nasce dal nuovo reato. E’ come dire che per avere giustizia la moglie deve auspicarsi di essere di nuovo pestata a sangue, sicuramente c’è qualcosa che non quadra e per certi tipi di reato l’istituto della sospensione della pena non dovrebbe trovare applicazione .
Pietro Giunta